Italiano all’estero

Li cappello all’istante, sono riconoscibili come il nero sul bianco, impossibile non notarli: sono gli italiani all’estero.

I romagna mia: si trovnao generalmente in qualsiasi area verde cittadina (anche in aiuole in cui sta scritto grande come una casa “non pestare”) per darsi ai bagordi affettando salame e mortadelle e schiaffarsi otto panini uno dietro l’altro. Si portano qualche pistone di lambrusco sotto l’ascella, con chiccheria parigina, e intonano canti partigiani di gruppo a doppia voce;

I bohemiens: vagano per le vie cittadine con un doppio strato di vestiti e una parrucca nella 24 ore; sotto l’eschimo verde datato ed originale si vestono sfattoni pronti pero’ all’attacco conterraneo. Camaleontini e sfuggenti mutano in usi e costumi a seconda di chi hanno davanti. Originali? Bleah

I tradizionalisti: sono quelli che parlano in dialetto locale ovunque; comune, posta, colloquio di lavoro e pretendono di esser capiti.

Gli sboroni incalliti: girano con un’auto aziendale di punta alta dodici metri, frequentano ristoranti inn e vagano con un’aurea di puzza sotto il naso da paura. Leccati da sinistra verso destra di brillantina tacchettano con maestria sui sanpietrini belga rimanendo incastrati qua e la…e li…colti sul misfatto, sfoderano l’Iphone fingendo di far foto alle nuvole. Cretttini.

Gli allegri: evitare é la parola d’ordine. Le loro uscite di gruppo sono da segnare attentamente sul lunario di frate Indovino per saltare bellamente il rendez-vous; discutono del niente e del poco, si trovano per piangere sul latte macchiato e per farsi uscire latte dai gomiti e ginocchia vicendevolmente. Era meglio quando si stava peggio, una noce nel sacco da sola non ciocca, non ci sono piu’ le mezze stagioni e …mi blocco. Evitate.

I turisti per caso: li mecchi a chilometri di distanza come se avessero un’insegna luminosa lameggiante sulla testa “Made in Italy”. Sbavano davanti alle vetrine del kebab pensando che facciano piadine di Cesenatico, sembrano tanti transformers con la testa staccata e girata: tutti con lo zaino davanti! Non sia mai che qualcuno mi rubi la guida Routard in prestito della biblioteca a cui mancano almeno diciotto pagine.  Si muovono in piccoli gruppi e sono dotati di ottima volonta’: contrattano con i tassinari, con i pizzaioli e in ogni dove “Dai amico, tu is mei che uan” “ecsuse mua, vu savé dov’é la gran plaz?” “mmmm facciam la meta’, costa trop” E cosi’ ovunque, in qualunque paese siano (cina compresa)

I volemmose bbene: dopo tre secondi che li incontri ti chiedono il numero di telefono, email, contatti social e indirizzo. Insomma, chiaro? Vogliono vedersi. A quel punto, se l’incontro non era stato piacevole rimane una sola soluzione : simulare un caghetto. Sempre che non vi segua.

I europacratici: parlano in termini europei, organizzano le giornate per progetti e inviano e mail con mile punti da rispettare, puoi rispondere solo con “ok” tanto non ci capirai mai un ca**o

Gli integrati integrali: figliano in terra straniera e sono cosi’ carichi della scelta fatta che abbandonano le vecchie vie per le nuove chiamando i loro pupilli con nomi molto pittoresti: Horst, Clementine e Fridman che ovviamente i nonni in Italia chiameranno a vita Orto, Camomilla e Frigo.

Una caratteristica li accomuna: sono simpatici come una supposta di sabbia.

 

turisti

5 commenti

  1. Cristina ha detto:

    Io sono la volemmossebbene!!!!! E infatti manco ti conoscevo e già t avevo tempestato di email!!!!!! 😉

  2. Moky Sempre Mamma ha detto:

    A me i volemose bene fan paura ahahahhaha

    1. Enrica ha detto:

      gli amiconi dei tempi bui! te li trovi attaccati al campanello alle sei di domenica mattina per far colazione…no…dico…

      1. Cristina ha detto:

        allora ritiro….non sono così invadente!!! 😉

      2. Enrica ha detto:

        hihihihihi no no!
        🙂
        volo di fantasia!

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