Alcune cose da sapere sul Tampax

tampax

Il tampax, celebre assorbente, é prodotto a marchio P&G, leader sul mercato del settore (come per altri prodotti: detergenti per la pulizia per la casa ecc). I tamponi vengono usati ampiamente e la loro produzione non é certamente in declino. Forse pochi sanno che per essere cosi’ come si presentano, sono imbevuti parzialmente nella diossina, una delle sostanze piu’ cancerogene conosciute. Le donne in media hanno un ciclo di 5 giorni per ogni mese per 38 anni, questo significa che potrebbero usare 11,000 tamponi durante la vita fertile.

Diossina nel tampone

Originariamente i tamponi erano 100%cotone, poi la loro non massima efficienza riportata da diverse analisi di mercato sulle clienti insoddisfatte, ha portato la casa produttrice a mescolare il cotone con una fibra sintetica, la viscosa.

Tuttavia, ci sono due problemi principali:

  • Il cotone, negli USA, viene sottoposto a trattamenti con agenti fertilizzanti e chimici durante tutto il periodo di crescita. Queste sostanze chimiche sono tra le più tossiche in agricoltura e l’Agenzia per la protezione ambientale ha decretato sette di queste come canceroge per l’uomo.
  • La viscosa usata in Tampax è costuita in gran parte da pasta di legno e tra le molte sostanze chimiche usate per convertire la pasta di legno in fibra, viene utilizzato il cloro . Il processo di trasformazione crea idrocarburi clorurati, un gruppo di sostanze chimiche pericolose, tra cui uno dei derivati ​​è diossina, una delle sostanze più tossiche conosciute.

Nel processo di sbiancamento la casa produttrice ha cambiato in parte il processo per evitare la formazione di gas di cloro in favore del biossido di cloro, che di certo non é una manna!
Gli studi pero’ hanno dimostrato che le reazioni chimiche che avvengono durante il processo rilasciano inquinanti gassosi  …tra i quali ancora  diossina. Il nuovo metodo di sbiancamento diminuisce la quantità di diossina creata, ma non la elimina.

Ricordiamo che la diossina è considerata la sostanza letale conosciuta dall’umanità, e se consideriamo che ogni donna ne viene a stretto contatto per cinque giorni al mese, per dodici mesi per circa 38 anni…la cosa risulta davvero preoccupante.

Prodotti chimici:

E come se la diossina non fosse abbastanza ecco qui altre sostanze presenti  e nocive quanto la prima:
– Tutto quello che aumenta ed implementa l’assorbimento,
– Deodoranti,
– Profumi sintetici.

Quali sono le conseguenze per le donne?

La diossina si accumula negli esseri umani, in particolare nel tessuto adiposo femminile e nel latte materno attraverso il quale solitamente viene scaricata (quindi pericolo per il lattante). Questa sostanza chimica viaggia e si ripresenta poi in modo generazionale, quindi per trasmissione.

I tamponi interni rimanendo a lungo in un ambiente umido, favoriscono la proliferazione di batteri e lo sviluppo di reazioni chimiche dannose. Una delle malattie a cui si puo’ arrivare con un uso frequente e sistematico del tampone é l’endometriosi.

Studi svedesi hanno anche stabilito un legame tra tamponi contenenti diossina e un aumento dei tumori del tratto genitale femminile.

Oltre al cancro e l’endometriosi, disturbi connessi alla diossina sono:
– Difetti di nascita,
– L’incapacità di portare a termine una gravidanza
– La riduzione della fertilità,
– Riduzione del numero di spermatozoi (diossiana trasmetta in modo generazionale)
– Lo sviluppo di diabete,
– Difficoltà di apprendimento,
– L’alterazione del sistema immunitario,
– Problemi polmonari,
– Malattie della pelle
– La riduzione del livello di testosterone.

Un po ‘di esperienza

Meghan Telpner, una nutrizionista canadese spiega:
“Ho provato a mettere un tampone in un bicchiere d’acqua per 6 ore (durata di utilizzo media di un tampax) volevo vedere con i miei occhi cosa sarebbe accaduto. Quando ho tolto dall’acqua  il tampone, ho trovato centinaia di minuscole particelle bianche simili a fluorescenza sospesi dentro l’ acqua, alcuni si erano depositati sul fondo del bicchiere, altri radevano i bordi . Data la quantità di particelle che erano chiaramente visibili ad occhio nudo, posso immaginare solo il volume di fibre microscopiche che sono presenti nella vagina e posso solo immaginare quanti frammenti possano rimanere in vagina”

Fibre sintetiche, quasi pericolose come la diossina

Studi hanno dimostrato che le fibre sintetiche creano un ambiente ideale per la crescita di batteri “Staphylococcus aureus”  che sono la causa della sindrome da shock tossico.

Oltre ad aumentare il rischio di sindrome da shock tossico, le fibre sintetiche sono abrasive della parete vaginale la quale è molto sensibile. I tamponi infatti sono inseriti in profondità nella vagina con un applicatore e si estendono in lunghezza. Questo spinge la parte alta contro la zona della cervice, causando sottotensioni fastidiose ed attaccando frammenti nei tessuti del collo dell’utero e della parete vaginale. Inoltre il tampone puo’ causare abrasione e piccoli tagli rimuovendolo.

Queste ulcere sono causate da una combinazione tra sostanze chimiche reattive del tampone e dall’attrito causato dal suo ritiro..tutto questo aumento la probabilita’ per una di contrarre malattie

Come proteggersi?

I tamponi 100% biologici sono realizzati in cotone certificato non OGM.
Questi tamponi si usano nello stesso modo degli altri non 100% biologici, l’unica differenza é che sono un po’ piu’ costosi.

Ci sono anche alternative che sono disponibili per l’acquisto on-line e nei negozi più salutare.
• spugne naturali di mare,
• assorbenti ecologici esterni
• coppette mestruali.

Ho letto e pensato di tradurre questo  articolo perché possa essere fonte di condivisione e soprattutto di riflessione per e tra le donne.

15 commenti

  1. Daria ha detto:

    Grazie per questo articolo molto interessante, l’informazione su questi temi purtroppo è sempre troppo poca. Io ormai da molti anni uso la coppetta che per me è stata rivoluzionaria, comoda, pratica, ecologica, prima usavo gli assorbenti in cotone bio…

  2. valentina ha detto:

    E’ interessante! Ma se fai meglio la traduzione avrai maggior consenso. Lo condivido comunque.
    grazie…viva la coppetta mestruale!

    1. Federica ha detto:

      Ahah! ancora grazie che l’ha tradotto, non pretendiamo troppo! e comunque è ben comprensibile! Grazie Enrica!! 😉

  3. shoppingcristina ha detto:

    Grazie per queste informazioni….sono sempre stata diffidente, e a questo punto avevo ragione!

  4. Enrica ha detto:

    eh come dire, leggendo mi é venuto freddo! :/

  5. Fede ha detto:

    Ragazze fate ricerche.. Questo articolo originario era una bufala…degli anni .90.

    1. Enrica ha detto:

      Ho pubblicato un altro post sull’argomento se puo’ essere d’aiuto

  6. Giordana ha detto:

    …e dopo questo bel post, w la coppetta mestruale più che mai! Ma lo avevo già scritto in tempi non sospetti… 🙂 http://itikdimammapancia.blogspot.it/2013/07/elogio-della-coppetta-mestruale.html

  7. Caterina Bernardi ha detto:

    Io ho usato per anni la coppetta mestruale prima della gravidanza, e mi son sempre trovata benissimo. Dopo la gravidanza ho messo la spirale e la coppetta, con la sua azione di “risucchio” nel momento in cui la togli me l’ha spostata!!! quindi sono nuovamente passata ai tamponi.
    Argh.

  8. Paola ha detto:

    Ciao ho letto con interesse l’argomento, io ho usato per 30 anni i tampax e togliendoli regolarmente non ho avuto nessun tipo di problema. Io mi sono trovata benissimo sono comodi ed igienici si buttano nel wc.

  9. Tommaso ha detto:

    Ma un pochino di fonti? Giusto per sapere chi, quando, dove, perchè tutte queste “scoperte” sono state rivelate al mondo, ma bloccate dai “cattivoni” di P&G? Perchè è facile scrivere la prima cosa che ti passa per la testa, ma dimostrarla è un’altra cosa, sei un ricercatore/trice nel campo? Dal tuo profilo vedo che sei ingegnere, di che tipo?
    Grazie in anticipo per le cordiali risposte che riceverò

    Tommaso

    1. Enrica ha detto:

      Tommaso le fonti cercale e chiedile pure al sito che ho linkato, se leggi infatti, la mia é solo una pura traduzione, di mio non c’é nulla, ho solo riportato. Grazie a te

      1. Tommaso ha detto:

        Grazie,
        purtroppo l’articolo è anch’esso privo di qualsivoglia fonte ed inoltre di fronte a richieste di ulteriori informazioni, ad esempio se l’introduzione nella vagina di una coppetta in silicone non possa essere più lesiva di presute presenze di diossina negli assorbenti, risponde di non avere una risposta.
        Mentre coloro che chiedono di conoscere le fonti da cui sarebbero stati tratti i dati dell’articolo sono bellamente ignorati.

      2. Enrica ha detto:

        io credo anche nell’esperienza personale, una coppetta non credo sia lesiva, almeno, per quanto mi riguarda non causa alcun tipo di fastidio o dolore, in questo caso credo che i dati potrebbero essere troppo generalizzanti. Credo anche che gli allarmismi vadano sempre presi con le pinze, e valutare tutto secondo il proprio buon senso. Informare é un conto, persuadersi é un altro. Hai contattato il sito?

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