E se per il mondo la tua pancia…

Oh, come sei bella.
Oh, come stai bene.
Oh, come sei raggiante.
Tutti complimenti che arrivano di tanto in tanto quando passi dall’avere un nome e cognome definiti all’essere solo una pancia.
Gli sguardi sono tutti per lei, nessuno ti guarda negli occhi per più di un secondo perché li abbassano per vedere il cocomero che spunta dalla giacca  ormai legata con qualche spilla da balia.
Piovono complimenti come coriandoli di piombo e si ficcano nel cappuccio appesantendo la situazione.
Ma solo io mi sento una balena?
Vero che è un periodo di grazia nel quale si diventa di certo mira di sguardi curiosi e alle volte teneri ma perché anche un commento delicato può infastidire?
Colpa dell’accumulo ormonale e delle alterazioni umorali?
Colpa del buco dell’ozono, della fame nel mondo e delle piogge acide?
Fatto sta che non va mai bene niente.

E quindi ti chiudi in bagno e non vedi l’ora di aprire il mobiletto rifornito da poco.  Si comincia a salire sul wc per vedersi meglio allo specchio e poi via di unta fino a sembrare un merluzzo pronto da infornare.
Perdi i capelli e dovrebbero essere perfetti,
viene una smagliatura e oddio, tragedia,
si sfaldano le unghie e “Oh no com’è possibile!”.

Per non parlare delle suscettibilità
“Sei bellissima” Sticazzi
“Che bella panciona” Guardati la tua
“Ti trovo bene” Meglio per te.

Vorrei solo dire, a tutte le mamme semplicemente tre cose:
1) Ce la puoi fare anche da sola. Anche se non hai attorno un entourage di groupies scatenate che ad ogni minimo cambiamento del tuo corpo inneggiano, sappi che stai portando avanti una delle avventure più belle della vita e che poco importa se ne uscirai moralmente distrutta per aver spalmato sulla tua pelle ettolitri di olio di mandorle dolci con pochi risultati, comunque sia, sarà un successo.

2) Abbi fiducia. In te stessa ma anche negli altri. Sii cosciente delle tue capacità, dell’essere la bella persona che sei anche con i vestiti tirati o i pantaloni compressi. Se ti dicono che sei bella, incassa e sii contenta! Se ti dicono che la pancia è grossa per il mese in cui sei invece hai tutto il diritto di alzare un silenzioso  ma inequivocabile disappunto, il dito medio.

3) Cerca la compagnia di altre persone, stai con chi ti fa ridere, con chi puoi parlare di tutto escluso vomiti, pannolini sporchi e nottate bianche. Per quello ci sarà tempo.

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La gravidanza è un periodo magico che in nove mesi ti cambia così tanto fino a nascondere parti di te che conoscevi benissimo: i piedi, o che improvvisamente ti fa sobbalzare e correre al bagno per una fuga improvvisa di metano o perdita di liquidi.

Insomma si cambia così tanto da doversi concedere il lusso dell’autoironia e se per il mondo la tua pancia sembra la cosa più importante di cui parlare, guardare e toccare preparati al peggio, dopo sarai solo la fattrice del fantastico pupo che tutti vorranno vedere.
Concedetevi il piacere di sorridere di voi stesse quando è il caso e abbandonate ogni tipo di paranoia mentale. Gli standard non esistono e sicuramente non dovete crucciarvi per tendervi.
Perdete tempo per coccolarvi e bando alle ciance, una barretta di cioccolato non ha mai ammazzato nessuna gestante!

Siate serene e godetevi la pancia piccola o grossa che sia nell’attesa di rivedervi  i piedi!

(images lesparesseuses)

I bambini cenere: fumare in gravidanza

Una campagna contro il fumo in gravidanza sta prendendo piede nei paesi del Nord e, partita dal Finlandia si sta facendo strada.

Sul sito troverete delle immagini molo forti ma vi consiglio di vedere il video, cava il fiato, ma comunica sicuraemente.

La societa’ che promuove questa campagna stima che il 15% della madri fumi durane tutta la gravidanza e che un 50% di esse siano madri adolescenti. L’organismo che promuove tutto cio’ li ha  battezzati come “bambini cenere”.

Sul sito si sottolinea che fumando, l’pporto di ossigeno che arriva al piccolo diminuisce drasticamente e tutto cio’ si riepercuote sul proprio sviluppo.

Questo il video

 

Brividi

Ma si, le sequoie d’autunno riparano

Alla base direi che no, non sono d’accordo, ma anche un pochino piu’ in superficie, ma anche proprio a galla, oh, non sono d’accordo.

Presupponendo che io:

1 sia alta un metro e settanta almeno (utopia relativa)

2 avessi otto donne delle pulizie (una per i piatti, una per i pavimenti, una per i panni, una ancora per i vetri, un’altra per il cibo, una per sistemare, una per stirare e un’ultima per spolverare)

3 fossi bionda e con la risata isterica, abbia un tatutaggio sul braccio come filo high-tension per mucche

4 fossi attorniata da cinque baby-sitter, una per il mattino, una per il mezzodi’, una per il pomeriggio, una per la sera, una per la notte e una di riserva per quando le altre son malate

5 avessi autisti, il portafoglio che rutta biglietti violacei e un personal trainer sempre dietro le chiappette (sode)

6 Lavorassi in tv, con i piedi sotto un bancone dove ogni tanto passano pettorali abbronzati o vestitini succinti

Non sarei io, ovvio, ma sicuramente oggi mi sentirei fiera di aver dimostrato alla classe femminile italica che “la maternita’ non é una malattia”.

L’abisso, un buco nero, profondo, molto cordoglio per la perdita dell’unica sinapsi attiva.

Ha scoperto l’uovo sodo. Lasciatela gioire.

Una cosa mi sfugge: premettendo che solo se hai un codazzo lungo un chilometro puoi permetterti di avere visite frequenti, di truccarti il mattino, di non avere le occhiaie, di avere sempre il sorriso e tempo libero, e tutto questo, a due giorni dal parto!!!!!????? Ma ca__o! Cioé a chi troppo e a chi niente! No dico, un equilibrio, un’equita’ di mezzi, piu’ o meno. Mica per forza devo avere diciotto persone che suonano al campanello al maggiordomo ogni giorno, ma qualcuno che mi massaggia le tempie al mattino non sarebbe poi male, e se poi penso ai tempi in cui ne avevo una di sedici mesi e uno appena nato…beh si ci sarebbe stato benissimo.

Pero’, sai alla fine cosa c’é? Che io, a dirla vera, non la considero proprio per niente una vita privilegiata questa.

Ho tanti bei ricordi, tanti momenti intensi, fatta di tanta vicinanza e tante coccole, di una simbiosi quotidiana che non é durata due giorni, anzi uno e mezzo. Sempre insieme per conoscerci, per stare uniti, per capire come siamo e dove andiamo, ma insieme.

E invece,oggi tra forum e blog vari uno stuolo di “oooooooooooooo” “se toccasse a meeeeeeeeeeee” “magariiiiiiiiiiiii” “miiiiiiiiiiiiiiiii”

….. ma de che?

Vi piacerebbe tornare a casa la sera e non aver vissuto un cavolo di quelli che sono i primi giorni di vita di vostro figlio, e i vostri primi giorni da mamma? Mica bazzecole.

Cheppoi, ma chi l’ha obbligata questa qui, é ai lavori forzati per caso? Non si puo’ permettere di non lavorare per un po’  (povera, guadagna poco) ed usufruire della maternita’ che peraltro é un suo diritto? (liberi professionisti o no, comunque c’é una tutela minima). Eh, no, no no no, no di certo, la paladina dei cani labrador si erge a salvatrice delle puerpere dimostrando a tutte che si puo’ essere al Top, immediatamente, senza perdere un attimo. Ma chi gliel’ha chiesto? Un messaggio che a parer mio nessuno ha recepito del modo corretto (se mai esistesse).

Buona nascita dice niente come termine?

Eh no perché qui ormai se ne fa una questione di specie, se sei figa e ti accoppi con migliardari puoi permetterti di essere definita super, se invece sei una madre normale, a giorni rugbista e altri majorette, se sei fiera dei tuoi peli sui polpacci e ti tira il sedere truccarti alle sette e mezza non vali un calzino spaiato. No, dico. Questa

A questo punto: fiera delle sequoie sotto il ginocchio (when the priorities are others), se no poi il marito grugnisce!

Erri

 

 

Alcune cose da sapere sul Tampax

tampax

Il tampax, celebre assorbente, é prodotto a marchio P&G, leader sul mercato del settore (come per altri prodotti: detergenti per la pulizia per la casa ecc). I tamponi vengono usati ampiamente e la loro produzione non é certamente in declino. Forse pochi sanno che per essere cosi’ come si presentano, sono imbevuti parzialmente nella diossina, una delle sostanze piu’ cancerogene conosciute. Le donne in media hanno un ciclo di 5 giorni per ogni mese per 38 anni, questo significa che potrebbero usare 11,000 tamponi durante la vita fertile.

Diossina nel tampone

Originariamente i tamponi erano 100%cotone, poi la loro non massima efficienza riportata da diverse analisi di mercato sulle clienti insoddisfatte, ha portato la casa produttrice a mescolare il cotone con una fibra sintetica, la viscosa.

Tuttavia, ci sono due problemi principali:

  • Il cotone, negli USA, viene sottoposto a trattamenti con agenti fertilizzanti e chimici durante tutto il periodo di crescita. Queste sostanze chimiche sono tra le più tossiche in agricoltura e l’Agenzia per la protezione ambientale ha decretato sette di queste come canceroge per l’uomo.
  • La viscosa usata in Tampax è costuita in gran parte da pasta di legno e tra le molte sostanze chimiche usate per convertire la pasta di legno in fibra, viene utilizzato il cloro . Il processo di trasformazione crea idrocarburi clorurati, un gruppo di sostanze chimiche pericolose, tra cui uno dei derivati ​​è diossina, una delle sostanze più tossiche conosciute.

Nel processo di sbiancamento la casa produttrice ha cambiato in parte il processo per evitare la formazione di gas di cloro in favore del biossido di cloro, che di certo non é una manna!
Gli studi pero’ hanno dimostrato che le reazioni chimiche che avvengono durante il processo rilasciano inquinanti gassosi  …tra i quali ancora  diossina. Il nuovo metodo di sbiancamento diminuisce la quantità di diossina creata, ma non la elimina.

Ricordiamo che la diossina è considerata la sostanza letale conosciuta dall’umanità, e se consideriamo che ogni donna ne viene a stretto contatto per cinque giorni al mese, per dodici mesi per circa 38 anni…la cosa risulta davvero preoccupante.

Prodotti chimici:

E come se la diossina non fosse abbastanza ecco qui altre sostanze presenti  e nocive quanto la prima:
– Tutto quello che aumenta ed implementa l’assorbimento,
– Deodoranti,
– Profumi sintetici.

Quali sono le conseguenze per le donne?

La diossina si accumula negli esseri umani, in particolare nel tessuto adiposo femminile e nel latte materno attraverso il quale solitamente viene scaricata (quindi pericolo per il lattante). Questa sostanza chimica viaggia e si ripresenta poi in modo generazionale, quindi per trasmissione.

I tamponi interni rimanendo a lungo in un ambiente umido, favoriscono la proliferazione di batteri e lo sviluppo di reazioni chimiche dannose. Una delle malattie a cui si puo’ arrivare con un uso frequente e sistematico del tampone é l’endometriosi.

Studi svedesi hanno anche stabilito un legame tra tamponi contenenti diossina e un aumento dei tumori del tratto genitale femminile.

Oltre al cancro e l’endometriosi, disturbi connessi alla diossina sono:
– Difetti di nascita,
– L’incapacità di portare a termine una gravidanza
– La riduzione della fertilità,
– Riduzione del numero di spermatozoi (diossiana trasmetta in modo generazionale)
– Lo sviluppo di diabete,
– Difficoltà di apprendimento,
– L’alterazione del sistema immunitario,
– Problemi polmonari,
– Malattie della pelle
– La riduzione del livello di testosterone.

Un po ‘di esperienza

Meghan Telpner, una nutrizionista canadese spiega:
“Ho provato a mettere un tampone in un bicchiere d’acqua per 6 ore (durata di utilizzo media di un tampax) volevo vedere con i miei occhi cosa sarebbe accaduto. Quando ho tolto dall’acqua  il tampone, ho trovato centinaia di minuscole particelle bianche simili a fluorescenza sospesi dentro l’ acqua, alcuni si erano depositati sul fondo del bicchiere, altri radevano i bordi . Data la quantità di particelle che erano chiaramente visibili ad occhio nudo, posso immaginare solo il volume di fibre microscopiche che sono presenti nella vagina e posso solo immaginare quanti frammenti possano rimanere in vagina”

Fibre sintetiche, quasi pericolose come la diossina

Studi hanno dimostrato che le fibre sintetiche creano un ambiente ideale per la crescita di batteri “Staphylococcus aureus”  che sono la causa della sindrome da shock tossico.

Oltre ad aumentare il rischio di sindrome da shock tossico, le fibre sintetiche sono abrasive della parete vaginale la quale è molto sensibile. I tamponi infatti sono inseriti in profondità nella vagina con un applicatore e si estendono in lunghezza. Questo spinge la parte alta contro la zona della cervice, causando sottotensioni fastidiose ed attaccando frammenti nei tessuti del collo dell’utero e della parete vaginale. Inoltre il tampone puo’ causare abrasione e piccoli tagli rimuovendolo.

Queste ulcere sono causate da una combinazione tra sostanze chimiche reattive del tampone e dall’attrito causato dal suo ritiro..tutto questo aumento la probabilita’ per una di contrarre malattie

Come proteggersi?

I tamponi 100% biologici sono realizzati in cotone certificato non OGM.
Questi tamponi si usano nello stesso modo degli altri non 100% biologici, l’unica differenza é che sono un po’ piu’ costosi.

Ci sono anche alternative che sono disponibili per l’acquisto on-line e nei negozi più salutare.
• spugne naturali di mare,
• assorbenti ecologici esterni
• coppette mestruali.

Ho letto e pensato di tradurre questo  articolo perché possa essere fonte di condivisione e soprattutto di riflessione per e tra le donne.

Nasce a Modena “La Libera Scuola per Doule e Coun&doule”

Riporto qui di seguito in maniera integrale un’itervista che l’amica e co-fondatrice della scuola mi ha inviato. Credo sia molto interessante come realta’ territoriale, come approccio e come possibilita’. Sono Modenese e non posso che essere felice nel veder fiorire stupende iniziative come queste che incentivano e mirano la diffusione di pratiche empatiche, accoglienza rispettosa e accompagnamento fiducioso.

La Libera Scuola per Doule e Coun&doule è co-fondata, progettata e voluta  dall’ Associazione CircoloPrimo Respiro-Spazio Nascita Centro Studi  e Antonella Zecchi. La Scuola, così come tutto il “ Progetto Ecologico per le Famiglie” di cui fa parte al punto 5, ha ricevuto il patrocinio del Comune di Modena e della Rete Città Sane e nasce dalla collaborazione tra Associazione Circolo Primo Respiro-Spazio Nascita Centro Studi, aps e asd che dal 1998 è Centro d’Informazione e Formazione su Nascita, Maternità, Allattamentoe Puerperio secondo natura e Antonella Zecchi, Mamma, Counsellor gestaltico a indirizzo umanistico integrato, Educatrice all’infanzia, ricercatrice e scrittrice. Tale Scuola si sviluppa e si esprime in un percorso di formazione per  figure accompagnatorie alla neo madre e prevede   competenze multiple,  in grado di affiancare le neo mamme nelle diverse fasi della maternità: prima, durante e dopo il parto.

In Europa e in America, dove la figura supportiva della Doula esiste da anni, sono stati ultimati studi che dimostrano e provano scientificamente che la sua presenza in famiglia aumenta il benessere di madre e bambino. E questo vale anche per altre figure accompagnatorie socioassistenziali che operano in questa direzione. E’ comprovato che un competente e accogliente supporto pre e post parto favorisca la salute bio-socio-psicologica delle neo madri e influenzi positivamente la relazione fra lei e il suo bambino e fra tutti i componenti della famiglia in modo circolare e permanente. Questa realtà nel nostro Paese è tutt’oggi sfuggente e a macchia di leopardo: sono ancora significativamente poche le Doule presenti sul territorio, e quelle esistenti e operative sono prevalentemente nel nord Italia. Inoltre, rispetto gli specifici bisogni legati alle diverse fasi della maternità, e soprattutto quelli del post parto, le offerte da parte delle istituzioni si sono dimostrate insufficienti. La Scuola nasce così, come un’importante impegno  per tentare di offrire una risposta riguardo questi bisogni. Crediamo che il percorso formativo erogato dalla scuola possa incrociarsi con una emergente necessità sociale ed economica: professionalizzarsi, per impiegarsi in una attività remunerata, in un momento storico di grande disagio rispetto le offerte di lavoro, soprattutto per le donne sopra i quarant’anni.

Doule e Coun&doule;   chi sono, che cosa fanno, in cosa e come si esprimono i loro saperi?

La Doula promuove e sostiene le madri nell’arte della maternità: favorisce il benessere di madre, bambino e più in generale della famiglia; contribuisce a migliorarne e a sostenerne la salute in senso olistico e globale. Oggi le donne e le famiglie, durante il periodo della maternità e della paternità, manifestano il bisogno e il desiderio di condividere queste fasi della loro vita, ricche di trasformazioni, con altre persone, al fine di creare una rete di confronto, aiuto e condivisone. Le richieste più frequenti palesate dalle famiglie e dalle neo mamme sono il sostegno, l’aiuto pratico, lo scambio e la possibilità d’accesso alle informazioni per una libera scelta rispetto gli stili educativi e di cura. La Doula e la Coun&Doula possono offrire questo molteplice accompagnamento/supporto sia a breve che a lungo termine verso la madre e la famiglia. In pratica, la Doula accompagna la donna durante la gravidanza ad orientarsi nel percorso nascita, la supporta nell’ascolto di sé e dei suoi bisogni, si confronta con lei e scambia informazioni riguardo il maternage; conosce la pratica biologica dell’allattamento al seno e può aiutare la madre in questo, e qualora si mostri necessario, anche in collaborazione con l’Ostetrica e/o la Consulente per l’allattamento; si occupa inoltre della neo mamma rispetto necessità fisiche concrete, del neonato, e quando richiesto, in parte anche di altri bambini piccoli, della casa, della cucina.

La Coun&Doula   ha le stesse competenze   e dispone in modo approfondito di strumenti relazionali  e di comunicazione che attingono anche al campo del Counseling  e della relazione di aiuto, a cui fare riferimento nelle situazioni di disagio. E’ in grado di individuare eventuali elementi che lascino intravedere situazioni borderline e di depressione post partum che richiedono l’intervento di un aiuto specialistico. In questo caso essa diviene il tramite per l’invio al servizio di competenza. Doula e Coun&Doula agiscono con l’intenzione di aumentare il sentimento di abilità e competenza della madre, facilitano le dinamiche familiari per favorire lo spazio e il tempo necessario al nuovo adattamento che la famiglia si trova ad affrontare con la nascita di un bambino. Entrambe inoltre aiutano nei vari compiti di cura: della casa, del bambino, della madre; ad esclusione delle cure che solo un’Ostetrica può somministrare alla puerpera e al bambino.

Doula e Coun&Doula sono in rete con tutte le figure professionali attive nel campo della nascita e della maternità e sono, per la famiglia, una fonte di utili informazioni riguardo le figure professionali che possono essere di riferimento per la madre e per la coppia in questo percorso di vita.

Quali caratteristiche devono  avere una “buona” Doula e/o  Coun&doula? La Doula è spesso una donna con esperienza personale di maternità e/o di accudimento e supportonell’ambito della maternità. Ha attitudine alla relazione, all’ascolto rispettoso, all’empatia, mentre aiuta e si prende cura. Per questo è in grado di offrire in modo efficace il sostengo alla donna e alla famiglia, quando richiesto. Essendo donna e/o madre è portatrice di una esperienza personale e trasmessa che la rende competente nell’accompagnare e supportare altre donne durante il parto, ( affiancando il marito/compagno, o come speciale alternativa, in quei casi in cui egli non possa essere presente), nel periodo della gravidanza, e dopo la nascita di un bambino. La Doula e la Coun&dola possono essere percepite come delle confidenti, amiche particolari, donne in grado di trasmettere fiducia e rinforzo e qualche volta come delle compagne di viaggio. Nel caso in cui la Doula o la Coun&doula non abbiano figli, il loro sentire femminile, l’attitudine al senso profondo della cura e le competenze acquisite, le dispongono positivamente per questi compiti. Queste figure rivestono tutte quelle caratteristiche e valenze femminili che durante la gravidanza e la maternità  sono in grado di “nutrire” la donna, accudendola come una figlia, così che la nuova mamma possa creare in sé un “ambiente” ancor più ricco, in grado di trasferire tale nutrimento al nuovo nato.

La Coun&doula, rispetto la Doula, è una figura totalmente nuova. Mentre la Doula è una realtà già in parte conosciuta e radicata, la figura della Coun&doula è una novità. Il percorso formativo della Coun&doula risente più marcatamente dei contenuti del Counselling e delle modalità d’espressione fenomenologiche, rogersiane e gestaltiche, dosate fra loro. Oltre ad affrontare gli argomenti base del percorso della Doula, approfondisce  la conoscenza/competenza rispetto i temi della genitorialità efficace, dei processi di sviluppo dell’attaccamento, delle fasi proprie di crescita del bambino e nel riconoscimento delle diverse problematiche legate alle tappe evolutive di crescita dell’individuo. La Coun&Doula inoltre avrà un equipaggiamento maggiore di competenze sul versante psicologico, soprattutto riferito all’aspetto del disagio, che le consente di muoversi nelle risposte di base ad esso, ed essere in grado di fare segnalazioni al Counsellor il quale potrà operare, se necessario, un eventuale invio ad altro professionista della salute. Queste figure accompagnatorie incidono positivamente sul benessere della neo madre anche in merito alla prevenzione al disagio Il supporto da parte di una Doula alla donna in gravidanza produce effetti positivi sia sul parto, (riduce l’incidenza di parti cesarei, può ridurre la durata del travaglio, riduce le richieste di epidurali ed analgesica) che sul senso di efficacia e  fiducia che i genitori sviluppano rispetto la personale capacità di cura e di accudimento verso il proprio bambino. La presenza di una Doula, o di una Coun&doula può contribuire a ridurre l’incidenza di disturbi dell’umore dopo il parto e, presumibilmente, la comparsa di alcune forme depressive del post parto.

Quindi sarà una scuola con contenuti ed espressioni particolari: che cosa insegnerà? Con quali criteri e modi

funzionerà?

La scuola per Coun & Doule si propone di preparare in modo approfondito e specifico figure di riferimento competenti relativamente l’accompagnamento delle neo madri, nel periodo che va dalla gravidanza all’anno di età del bambino. Competente in quelle aree che afferiscono al tema della maternità nei suoi aspetti fisici, emotivi, relazionali, cognitivi, psicologici e logistici. Questo equipaggiamento  particolare peculiare è frutto di  un’approfondita ricerca da parte di un comitato scientifico che ha definito il programma di studi attingendo alle conoscenze e ai saperi multidisciplinari che afferiscono al mondo della maternità, della genitorialità e delle professioni di aiuto.  una miscela sapiente di ingredienti mutuati dadiverse discipline. Per come esempio, la parte relativa alla genitorialità, alla comunicazione, all’emergenza, al riconoscimento delle situazioni di disagio e/o disturbo ecc, è curata  oltre che  dalla cofondatrice della scuola, Antonella Zecchi, che è una Counsellor di professione, e da altri docenti specializzati in Counselling Gestaltico. Il ruolo e le abilità delle Doule e Coun&doule si esprimono in tal modo in abilità relazionali multiple, quali: accoglienza, contenimento, ascolto, comunicazione, unitamente a competenze più propriamente specifiche quali la conoscenza dei comportamenti, dei bisogni e delle possibili reazioni della donna durante la gravidanza, il parto e il dopo parto, degli aspetti bio-psicologici dei momenti legati a tale evento; della conoscenza delle diverse forme depressive e sue manifestazioni, dell’importanza del legame e della relazione fra la madre e il bambino nei primi mesi di vita di esso e nella relazione fra i membri della famiglia. Un ruolo importante e ricorrente, per esempio, nei contenuti del percorso scolastico formativo, lo avrà il concetto di “attaccamento”, inteso nei suoi significati bio-psicologi, instaurantesi mediante il contatto pelle a pelle .

Il percorso formativo avrà inizio nel mese di Settembre e si rivolge a tutte le donne: mamme giovani e meno giovani, professioniste di ogni ambito e categoria che sentono di essere o poter essere Doule o Coun&doule e desiderano approfondire un percorso teorico esperienziale per offrire aiuto ad altre mamme. La Scuola prevede un primo percorso comune per la formazione di base della Doula e della Coun&Doula che consiste in 9 moduli formativi; un percorso personalizzato di lavoro su di sé, e un tirocinio, per minimo 160 ore. Un secondo percorso di approfondimento di 9+5 moduli è previsto per la figura della Coun&doula per il conseguimento della formazione avanzata; anche per lei un lavoro personale su di sé e un tirocinio, per un totale minimo di 250 ore.

Per accedere alla formazione è necessario un colloquio conoscitivo preliminare con le  docenti direttrici della scuola. Il percorso formativo si svolgerà presso e in collaborazione con la Casa delle Culture in Via Wiligelmo 80 a Modena. Per informazioni e per ricevere il programma completo:

infoscuolacounedoule@gmail.com  –  oppure  http://nuovanascita.jimdo.com/nasce-a-modena-la-scuoladelle-doule-e-coun-doule/

doula

Con cotanta madre….

La prima domanda che tutti quanti sembrano porsi appena varchi con il dito alluce la porta della sala parto é: ma a chi somiglia?

No guarda, ma lo sai che io nemmeno sono riuscita a capire cos’é successo? Ho partorito, spinto da matti, sono stata in estasi ore a fissarla ma mica te lo so dire.

“Ah, si é tutta il padre” “Ma no tesoro, dice lo suocero alla moglie, somiglia a te!”

No beh, ma ci manca anche solo questa! Cioé dico, l’incubo notturno di vedere la suocera nella figlia, con tutto il buon cuore del mondo, ma se anche cerchi disperatamente un briciolo di buon cuore dentro te e mi fai pervenire un piccione viaggiatore che mi sussurra all’orecchio “tua figlia é bellissima e con cotanta madre non poteva essere che cosi” mi fare piacere sai? Ecchecavolo!

Neanche riesci a capire che ore sono, hai sola la voglia di un paninazzo di quelli a cinque strati imbottito di salamen (bleah) e prosciutto crudo che gia’ senti la voce stridula della suocera che ti aspetta telefonando alle amiche : co co deee, co co co deee ecc ecc cose che manco capiscono loro, dette sempre in gallinaceo stretto. Senti il profumo di canfora che ha negli armadi di casa e che hai debellato totalmente dagli abiti di tuo marito solo due anni di convivenza, passare e infilarsi sotto la porta a spinta che ti separa dal corridoio dove Crudelia attende.

MMMMMMMMMMMMM, friggi di gioia, quasi quasi chiedi un cesareo d’ugenza, ma ti tocca uscire.

“Tesoroooooooo della nonna”

Eh no eh? Vacci pur pianino, se permetti sarebbe poi della mamma.

“Sei proprio bellaaaaaa, tutta papa’!”

Aridaje

Meglio tergiversare

“Ohhh che fame, tesoro, puoi portarmi qualcosa da mangiare?”

Senti uno sguardo pesante come il piombo arrivarti fra capo e collo come una manganellata, é lei, la terribile, che gia’ ti guarda indignata e con l’aria di chi ti vuol far sentire la peggior madre del mondo. Proprio lei che invece si era dimenticata di come si tengono in braccio le taglie mini, di come di coccolano e di come si cambia un pannolino.

Non vedi l’ora di beccarla in fallo, sul luogo del misfatto magari con il naso arricciato dalla puzza di una bella sgommata fresca fresca e un pannolino messo al contrario davanti.

Uh, e allora si, che potro’ dire “Bimbo mio, fortuna che tuo padre non somiglia a tua nonna!”

 

quel-mostro-di-suocera

 

CODEINA. Ritirati dal mercato alcuni medicinali per bambini che la contengono

E’ considerato un antidolorifico, é di origine oppiacea e di solito viene somministrato ai bambini dopo interventi chirurgici come l’asportazione delle tonsille.

La CODEINA é pero’ presente anche in alcuni farmaci.

E’ considerata PERICOLOSA;

ecco come si esprimeva l’FDA (Agenzia Italiana del Farmaco) alla fine di marzo 2013.

I bambini a cui è stata somministrata codeina per alleviare il dolore dopo un intervento chirurgico per rimuovere le tonsille o le adenoidi sono a rischio di overdose e di morte, secondo la Food and Drug Administration, che ha annunciato l’aggiunta di un nuovo “boxed warning” alle etichette di prodotti contenenti codeina per avvertire di questo pericolo.

La FDA ha espresso una raccomandazione contraria all’uso di codeina per gestire il dolore nei bambini a seguito di un intervento chirurgico per rimuovere le tonsille o adenoidi e suggerisce che i medici usino un metodo alternativo di sollievo del dolore. L’agenzia ha anche affermato che i genitori e gli operatori sanitari debbano essere consapevoli dei rischi e chiedere una medicina del dolore diversa se ai figli viene prescritta la codeina dopo la rimozione di tonsille o adenoidi.

La codeina è un farmaco oppiaceo (narcotico) usato per trattare dolore da lieve a moderato ed è spesso prescritto a bambini in seguito alle operazioni citate in precedenza. Tuttavia, alcuni bambini sono morti a seguito della somministrazione di codeina nel range di dosaggio raccomandato.

Nel mese di agosto 2012, la FDA ha avvertito del pericolo nei bambini che sono ” metabolizzatori ultra-rapidi” di codeina, il che significa che il loro fegato converte la codeina in morfina in quantità maggiore di quella normale. Alti livelli di morfina possono causare problemi respiratori potenzialmente fatali.

Da allora, una revisione di sicurezza da parte della FDA ha individuato 10 morti e tre overdose associati a codeina che si sono verificati tra i bambini negli Stati Uniti tra il 1969 e il maggio 2012. Molti di questi bambini si stavano recuperando da un intervento chirurgico per rimuovere le tonsille o adenoidi.

Tutti i bambini di età compresa tra 21 mesi a 9 anni di età, hanno ricevuto dosi di codeina entro il range di dosaggio normale. I segnali di una overdose di morfina si sono sviluppati uno o due giorni dopo che i bambini hanno cominciato ad assumere la codeina, ha comunicato l’FDA.

Codeina è disponibile dietro prescrizione medica sola o in combinazione con paracetamolo e aspirina, e in alcuni farmaci per la tosse e il raffreddore.

Quando prescritta per il trattamento del dolore, la codeina non deve essere somministrata ad orari fissi, ma solo quando un bambino ha bisogno di sollievo dal dolore. Non dovrebbero mai ricevere più di sei dosi in un giorno, hanno aggiunto gli esperti dell’FDA.
I bambini che ricevono la codeina per il dolore devono essere attentamente monitorati alla ricerca di segni di overdose di morfina. Questi includono: sonnolenza inusuale, come difficoltà a svegliarsi, confusione e disorientamento, problemi di respirazione, e azzurro sulle labbra o intorno alla bocca.

I genitori e gli operatori sanitari che notano segni dovrebbero smettere di dare codeina e immediatamente portare il bambino al pronto soccorso o chiamare i soccorsi sanitari, ha dichiarato il Dr. Bob Rappaport, direttore della divisione di anestesia, analgesia e prodotti da addizione presso il Center for Drug Evaluation and Research dell’FDA.

ecco il link di riferimento ufficiale

Questo pero’ é un comunicato di oggi:

COMUNICAZIONE URGENTE – Comunicazione relativa a divieto di utilizzo al di sotto dei 12 anni di età per i medicinali antidolorifici contenenti codeina e ritiro delle confezioni ad esclusivo uso in bambini al di sotto dei 12 anni.

 

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha disposto, con decorrenza immediata, il ritiro delle seguenti confezioni di medicinali antidolorifici contenenti codeina ad esclusivo uso nei bambini al di sotto dei 12 anni:

 

TACHIDOL “Bambini 125 mg/5ml + 7,5 mg/5ml Sciroppo” – flacone da 120 ml

TACHIDOL “Bambini 125 mg/7,5 mg Granulato effervescente” – 10 bustine

LONARID “Bambini 200 mg + 5 mg Supposte” 6 supposte

PARACETAMOLO + CODEINA ANGENERICO “125 mg + 7,5 mg Granulato effervescente” 10 bustine

PARACETAMOLO + CODEINA ANGENERICO ”2,5 g + 0,150 g Sciroppo” flacone da 120 ml

 

Si chiede di verificare con urgenza le giacenze di reparto relative a TACHIDOL “Bambini 125 mg/5ml + 7,5 mg/5ml Sciroppo” – flacone da 120 ml; LONARID “Bambini 200 mg + 5 mg Supposte” 6 supposte e di rendere alla Farmacia tutti i lotti.

 

Si precisa inoltre che AIFA ha, altresì, disposto il divieto di utilizzo nei bambini al di sotto di 12 anni di tutti i medicinali antidolorifici contenenti codeina da sola o in associazione, con autorizzazione all’uso negli adulti.

Si ricorda, inoltre, che tali medicinali oltre a non dover essere usati in bambini al di sotto dei 12 anni di età; non devono essere usati in tutti i pazienti pediatrici (0-18 anni di età) che si sottopongono a interventi di tonsillectomia e/o adenoidectomia per la sindrome da apnea ostruttiva del sonno; non devono essere usati in pazienti, bambini e adulti, noti per essere metabolizzatori CYP2D6 ultra-rapidi; non devono essere usati in donne che allattano (perchè la codeina può passare al neonato attraverso il latte materno); non sono raccomandati in bambini, di età tra i 12 e i 18 anni, con compromissione della funzionalità respiratoria; devono essere usati alla dose minima efficace per il più breve periodo di tempo.

 

Si resta in attesa comunque di riscontro di avvenuta verifica.

Dunque la codeina non deve essere assunta da madri che allattano e bambini.

MEGLIO DIFFIDARE e soprattutto rivolgersi ad un medico nel caso abbiate queste medicine in casa, potete sostituirle con qualcos’altro.

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Nascere in casa si puo’: 6 giugno festa internazionale del parto a domicilio

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La festa internazionale del parto a domicilio é arrivata.

Riporto direttamente un’articolo scritto da Silvia Mori, ostetrica operante nel modenese.

Nell’immaginario collettivo il parto in casa è tuttora considerata una pratica alternativa e irresponsabile, mentre l’ospedale viene visto come l’unico luogo in grado di garantire sicurezza.

Quando si parla di parto in casa, infatti, la domanda più frequente è : «ma è sicuro?». Da vari studi, risulta che la nascita a domicilio pianificata e assistita da un’ostetrica risponde ai criteri di sicurezza standard e che eventuali esiti negativi sono paragonabili a quelli in ospedale.

Da un punto di vista relazionale e scientifico  sono stati stabiliti alcuni punti fermi riguardo al parto in casa:

–          per una donna a basso rischio è sicuro quanto quello in ospedale;

–          le donne che partoriscono a casa sono generalmente più soddisfatte dell’esperienza e dell’assistenza;

–          questa pratica ricolloca la nascita nel suo ambiente biosociale e restituisce alla triade (madre, padre e bambino) la possibilità di scelta  e il loro pieno protagonismo in questa esperienza;

–          offre alle donne e i loro bambini la tutela dei loro tempi e dei ritmi personali;

–          offre un ambiente intimo e protetto senza interventi farmacologici o strumentali, ad eccezione delle emergenze;

–          la possibilità di essere seguita dalla stessa figura professionale dalla gravidanza fin dopo il parto.

Inoltre, l’assistenza del parto a domicilio prevede un approccio globale alla maternità all’interno del quale la donna viene messa al centro del processo , come figura competente, in grado di partorire, gestire il dolore, accogliere il bambino, potersi esprimere e scoprire in se le proprie potenzialità.

In questo quadro, l’ostetrica ha il ruolo di accompagnare la coppia, proteggere il momento del parto e intervenire con le sue competenze tecniche in caso di necessità. Il tipo di assistenza offerta è quella basata sulla continuità attraverso la gravidanza, il parto e il puerperio e sull’instaurasi di una relazione di conoscenza reciproca tra l’operatore e la donna su cui si basa la corretta valutazione clinica e la condivisione delle responsabilità.

In Emilia Romagna la nascita a domicilio è tutelata dalla legge regionale n.26/1998 che stabilisce le norme per il parto nelle strutture ospedaliere, nelle case di maternità e a domicilio. La regione Emilia Romagna, inoltre, favorisce la libertà di scelta da parte della coppia riguardo al luogo del parto  garantendo un rimborso per le spese di assistenza.

Nella realtà di Modena, come in molte altre realtà, esistono ostetriche libere professioniste che hanno scelto di accompagnare le donne in questo percorso e che mettono il loro saper fare e saper essere a disposizione della coppia, cercando di venire incontro alle esigenze delle singole famiglie, anche in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo oggi in Italia.

Domani, 6 giugno è la festa Internazionale del parto in casa, per questo a Sassuolo presso il centro per le Famiglie alle 18.30 verrà proiettato il film documentario “Nascita…non disturbare”  al quale seguirà un dibattito accompagnato da un aperitivo. Durante la serata sarà presente  un’esposizione di foto riguardanti la maternità. Vi aspettiamo!

 

 

BIBLIOGRAFIA:

“Parto e nascita senza violenza” di L.Braibanti – Red edizioni.

“Il parto in casa, istruzioni per l’uso” di E.Malvagna – Red edizioni.

“Sono qui con te” di E.Balsamo – edizioni Il leone verde.

“Nascere nell’era della plastica” di M.Odent – Terra Nuova edizioni.

Rivista D&D n°65, giugno 2009 “Il parto a domicilio oggi” – Scuola Elementale di Arte Ostetrica.

 

Sicuramente domani saranno tantissime le associazioni che proporranno iniziative volte e sensibilizzare il parto in casa, niente di piu’ bello che accogliere i propri figli sentendosi a proprio agio. Consiglio a tutti di cercare, di informarsi, di fare domande e cercare di raggiugnere quello che si sogna, non fermativi ad accogliere ed abbracciare qualcosa che non sentite vostro come modalita’ e tempi, le donne possono riprendere in mano la nascita.

Un’associazione che promuove iniziative in merito é l’associazione  é nel mio paese natio, Modena.

www.nascereamodena.it

tel di riferimento Ostetrica Chiara Serafini 366.3174467

 

Taglio cesareo evitabile

Sono frequenti i casi di speculazione e di truffa e la maternita’ viene spesso presa di mira.

Ma come?

Per esempio agendo su una donna e una coppia nel momento di delicatezza piu’ incredibile del loro percorso umano.

Una motivazione futile, “il bambino si é messo in una posizione non adeguata” e si agisce.

Ma come, se fino a ieri era perfettamente cefalico, tutto procedeva bene.

Proprio oggi dobbiamo agire cosi’ repentinamente?

Proprio oggi si deve essere cosi’ interventisti? Non esistono altri modi per aiutare il piccolo a riposizionarsi (nel caso in cui avesse acquisito una posizione non cefalica), o ancora peggio: si puo’ smettere di giocare sulle emozioni  e stati d’animo altrui per fare soldi?

Buona lettura

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L’episiotomia non va fatta!

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Un video che riassume molte piu’ parole di quelle che si possano leggere sui libri o volantini informativi.

Una donna che sente di aver subito violenza, un’altra che solo dopo cinque anni sente di poter riprendere in mano la sua vita totalmente, un’altra ancora che si sente ferita non solo nella parte piu’ sensibile di se’ ma anche nell’anima.

I primari intervistati, (che porca miseria, ci fosse una e dico una donna eh?!, ecco perche’ ammettono con cosi’ tanta spavalderia i numeri effettivi!) sembrano non capire veramente la gravita’ e le possibili conseguenze di un parto medicalizzato che loro definiscono “naturale”, e pensare che sono pure dei primari! 😉

L’episiotomia é un compromesso come viene definita? Ora, per far nascere mio figlio con chi devo scendere a patti? Devo forse vendere l’anima a qualcuno?

L’episiotomia é sicuramente un modo per evitare che in eta’ adulta la donna possa presentare un prolasso. Chi? Dove? Quando? E’ provato che l’episiotomia NON previene alcun prolasso ne’ della vescica ne’ dell’utero in quanto praticata verso la fasa espulsiva del parto, quindi se tanto mi da tanto, la donna ha gia’ iniziato la fase ultima con spinte proprie (si spera).

Insomma, un bel melange di testimonianze che fanno aprire un pochino gli occhi a riguardo.

Buona visione

http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2013/05/06/news/mamme_in_italia_sala_parto-58167160/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2F2013%2F05%2F06%2Fnews%2Fnon_un_paese_per_mamme-58177460%2F

Un parto piacevole puo’ essere realta’, non solo nei sogni. E non é questo!

Questa volta lo premetto, questo post é rivolto a tutte le donne, madri e non, e a tutti gli uomini che nella vita hanno o avranno a che fare con la nascita di un figlio e con la loro RInascita a genitori.  Ma questa volta sappiate che il contenuto delle immagini che ho scelto e deciso di aggiungere al post saranno molto veritiere, molto dirette.

Naturale? Cosa c’e’ di naturale in tutto questo?  Questo pezzo di video riporta un parto subito, un parto sopportato, un parto che tutto ha tranne la naturalezza, una nascita meccanizzata, strumentalizzata ed aggressiva.

Purtroppo in alcune strutture ospedaliere, ancora oggi, le donne non hanno possibilita’ di scegliere, non possono essere libere di concedrsi il tempo di godersi il parto, questo bel passaggio da donna a madre.

Si parla di violenza sulle donne, questa dove la si colloca? Io personalmente la inserisco nella lista. Un evento che non ha niente a che vedere con la velocita’, con l’indifferenza e con la strumentalizzazione viene spesso manipolato in modo ingiusto ed invasivo lasciando un ricordo triste, sofferente ed indelebile nella mente e nel cuore. Gli strascichi ovviamente saranno evidenti e le possibilita’ di complicazioni piu’ accentuate.

Mi piacerebbe sapere, se l’operatore in questione sia uomo o donna, ma forse potrei immaginare, e nel caso, se fosse madre o padre. Trovo freddo e distaccato anche il contatto che il medico ha con il bambino, preso, tirato per il collo letteralmente e appeso per i piedi, mi sembra giusto eh?

Mai sentito parlare di secondamento o nascita della placenta? Credo di no.

E’ triste e spiacevole vedere come in cosi’ poco tempo possa essere distrutta la poesia dei nove mesi di attesa, di scambio emozionale e di aspettative idilliache. Vero, se ci fossero complicazioni nessuno starebbe con le mani in mano a pettinare le manguste (cit.) ma di certo si cercherebbe di trovare il modo e la maniera migliore per non traumatizzare una situazione che ci si dovrebbe GODERE!

Una famiglia in divenire puo’ godersi il momento del parto, ce lo si puo’ assaporare minuto dopo minuto e contrazione dopo contrazione, il tempo magari sembrera’ andare lentissimo, non procedere, ma da quando in qua la natura é Spidy Gonzales? Solo in situazioni molto particolari ed anomale, sporadiche ed eccezionali.

Penso che ogni mamma dovrebbe riappropiarsi dell’autostima che é facile farsi sfilare da sotto il naso da incompetenti ed ancor prima di mettersi tra le grinfie del lupo meditare su cosa realmente si vorrebbe vivere. Le possibilita’ sono tante, e giorno dopo giorno l’informazione fa passi da gigante per comunicare in ogni dove che una scelta consapevole non é un voler andare controcorrente ma un prendere coscienza del proprio essere e realizzare un desiderio. Il desiderio di una nascita belle, estatica, piacevole, rispettata, naturale, dolce, lenta, amorevole sono possono essere realta’, e non solo in sogno!

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Il video termina passando una scritta che dice “cosi’ soffre una madre per darti il regalo piu’ bello, la vita”. Non condivido pienamente, in questo caso la madre ha sofferto, vero, troppo, questo video é una barbaria. Ma questa non é e non deve essere la regola! Questo non deve essere la maniera di approcciarsi ad un parto né da parte degli operatori che gestiscono il corpo come fosse plastilina (epidurale o meno che sia) e né della madre che sicuramente timorosa e sfiduciata non potrebbe averne un buon ricordo, e dopo tutto, come darle torto!

 

Cacchio, nascere é uan festa, é una gioia, un evento stupendo, ti senti una super eroina, ti senti su di giri e tocchi il cielo con un dito, te lo devi poter godere, te lo puoi godere e te lo godrai. Chiedi il rispetto di non essere toccata, a quello ci pensera’ tuo figlio

Birth Day, il giorno della nascita, un inizio felice

Ho trovato e condiviso sul social network facebook un video molto intenso, molto intimo che io personalmente ho visto come estremamente privato, ma credo che chi lo ha pubblicato, lo ha fatto con un fine ed un intento preciso: diffondere la certezza di una possiblita’ che ci viene data gratuitamente.

Un momento importante come la nascita, se naturale e fisiogica non si pianifica ma si ascolta, si capta. Una sensazione aleggia, una notte passata a riflettere e poi d’un tratto un messaggio chiaro, letto e riletto che pero’ questa volta si vive. Sembra neppur vero eppure lo é.

Ma come per le grandi feste anche la nascita ha diritto di essere accolta con gioia. Pensiamo al giorno del matrimonio, lunghi preparativi, particolari minuziosi, pensieri infiniti. Il primo benvenuto  di un figlio deve essere di certo memorabile! Modalita’ a parte credo che sia la partecipazione famigliare di coppia, emotiva e fisica che possa fare la differenza. Una differenza sostanziale, atavica e primordiale. Alcune donne si sentono piene di magia e straordinariamente attive. La nascita in alcuni casi diventa un vero e proprio atto d’amore in stretta connessione con il momento del concepimento che gli sposi o la coppia vive in intimita’ preparandosi al grande momento con il dovuto tempo e rispetto, come ogni festa che si rispetti!

Ho trovato navigando in rete questo video che reputo meraviglioso, un racconto di una nascita particolare sicuramente, intima ma coinvolgente a livello famigliare. Ne consiglio la visione se non altro per riempirsi di consapevolezza: scegliere é possibile.

 

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Le cose fatte con gioia sono quelle che riescono meglio

Le cose fatte con gioia sono quelle che riescono meglio, la frustrazione logora e non porta a nulla. Quindi se siamo felici, serene, consapevoli del dono ricevuto e sorridenti nel portarlo avanti ogni giorno con tutte le fatiche del caso perche’ ancora, dopo anni, il nostro non puo’ essere considerato IL lavoro per eccellenza?

La mamma ha forse un incarico poco importante? Non socialmente utile? Di impegno minimo? C’é forse bisogno di dover aggiungere aggettivi ridondanti e superflui alla parola gia’ ricca di ogni benevolenza e gratitudine che é “madre”?!

Ma ovvio, senza girarci troppo attorno, la societa’ di oggi non stima e non apprezza nemmeno un lavoro minuzioso, quotidiano, affettuoso e premuroso, una partecipazione costante ed in prima persona. Per essere utile devi produrre. Devi vestire i panni di quella che non sempre sei e armarti di buona lena anche quando non ne trovi un micron disponibile nemmeno nel reparto svendite, pero’ devi, per forza, perche’ se non produci, non vali niente.

Io credo che per il politico italiano medio (e non solo) una madre , e se quello che sto per dire non é vero mi affogo con l’ultimo pezzo di cocco che mi é rimasto mentre scrivo, sia alla pari di un nullafacente nel senso piu’ lato del termine: pancia all’aria, un pentolino sul fuoco e tabula rasa nel cervello dove anche il criceto in dotazione é stato comprato nel discount vicino.

Se vuoi godere di qualche straccio di rispetto agli occhi dell’intorno che con premura si preoccupa di mettere il naso nelle tue giornate gia’ belle piene devi farti in quattro, anzi in dodici, e ovviamente pagare.

Eh si, perche’ presentare al mondo dei figli maturi, rispettosi dell’altro, dell’intorno, educati e pronti per spiccare il volo autonomamente non vale niente. Niente.

Poi ovvio, tutti dopo a cercar con il lanternino il famoso “baciato dalla fortuna”, quello con la testa sulle spalle, l’unico capace di gestire situazioni complicate con integrita’ e pacatezza, con fermezza e nobilita’. Un dono sicuramente del cielo, ma che poi, dietro dietro, ci sia stato qualcuno che lo ha accompagnato? Io potrei scommetterci.

Ma anche qui, troppi ottusi incivili e spregiudicati, si spintonano alla fila del “butta anche tu il letame sulle casalinghe”. E’ questo il termine che tanto crea scalpore?

Che po, io casalinga nemmeno mi ci sento, io sono una donna e mamma fortunata numero uno, educatrice dei miei figli numero due e non mi fermerei al numero tre di certo. Casalinga where?

Ma la diplomata che sbaciucchia senza un briciolo di dignita’ un uomo potente che di nome fa Silvio e diventa ministro senza averne le facolta’ attitudinali e disciplinari deve sentirsi una ganza, eh si, lei si che é IN! si rINcretina!

Io se ne avessi facolta’, scriverei e parlerei a chi decide come gira la societa’ (trovarlo poi…) e gli direi che prima di tutto la scelta di diventare madre e di accogliere un dono non é un obbligo, non é che per forza tutte si deve avere figli. C’é chi accoglie un figlio e chi no. Inoltre sempre se potessi, vorrei tornare indietro nel tempo e chiedergli come mai il ruolo della mamma casaliga tanto screditato agli occhi dei potenti di oggi era invece di fondamentale importanza nelle prime ere storiche, dove le donne accudivano i figli ed erano detentrici della saggezza famigliare. Come gira adesso? Forse che la regola della lamentela vale sempre 100 punti e le cartucce sa sparare sono tante quante quelle di una mitragliatrice. Sicuramente se i cari intelligentoni (che poi sempre se potessi li vorrei sfidare ad un qualche test di logica) concedessero alle donne di poter allevare figli serenamente salvaguardando il posto di lavoro, la societa’ remerebbe controcorrente in maniera piu’ efficace, ed un’inversione di tendenza sarebbe una manna!

Se non altro aver la possibilita’ di decidere per il meglio, per quello che puo’ giovare alla persona e all’integrita’ del nucleo famigliare.

Pochi mesi per concederti al tuo domani, al figlio che hai messo al mondo volutamente e poi basta, devi produrre. In quei pochi mesi devi aver gettato le basi, tutto deve essere pronto, partenza via. Tutto fatto, devi produrre. Il figlio, d’altronde, l’hai prodotto, mica hai il tempo di allevarlo, non ti é concesso!

Ma se solo tutte potessero compiere serenamente una scelta di importanza vitale per il mondo di domani, io vorrei vivere ancora tra cent’anni, e scommetterei oggi, che lo sfacelo sarebbe acqua passata.

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Questo giusto per dire che se ogni donna potesse scegliere in prima persona, mettendoci anima e corpo, la finiremmo con pregiudizi anonimi, chi lavora é una che non c’é mai e chi non ha un mestiere retribuito deve passare per la Cenerentola della situazione. Io credo che di base ci debba essere il sorriso e che le scelte fatte con il mal di pancia non siano granche’.

Il dondolio, il cullare, l’oscillare dolcemente, tutto ricorda la vita prima della nascita.

Sono fermamente convinta che a pochi bimbi, pochissimi, non piaccia salire sull’altalena! E per quei pochissimi credo che la paura derivi da stress altrui, paure pregresse o approcci sbagliati.

Il dondolio e l’oscillare piace, libera la mente e io non posso fare a meno di non salire. Mi crederanno la sorella maggiore (modestia a parte sono un tipetto giovanile e sono pur sempre giovane eh?!….occhiatacce a chi dice il contrario), un’amica che supervisiona ma che mi importa. Vado su e giu e ogni volta che si sale lo stomaco traballa un pochino ma le tempie volano e si aggrappano alle nuvole. Come puo’ non piacere? Poi va bhe, si, piccolo dettaglio: tutto lievemente condito da “mamma voloooo” “piu’ forteeeee” eccccccc ecccccc

Beh, questo nei momenti di pile ON. Ma nei momenti di pile IN ESAURIMENTO una coccola fasciata ci sta! Abbiamo un angolino, qui in casa, molto particolare, molto panoramico e allo stesso tempo molto intimo. Si ammira il verde, un mulino che gira e i rami degli alberi. Due bimbi appoggiati alle fasce di mamma e papa’ si riposano prima del pisolino pomeridiano.

Uno spinge l’altro, dopo un po’ si reclama il “cambio” (ma va beh, ci sta tutto), e a sottofondo di “din don” cantato da me ci si dirige verso il relax totale.

I tessuti in questo caso le fasce portabebe’ che abbiamo sono sottoposte ad un lavoro intensivo ma vorrei esser io una di loro: abbracciare un corpicino che lentamente si assopisce é meraviglioso e ne so qualcosa! 😉

Una vita nuova anche per quei tessuti che inutilizzati stagnano negli armadi, a far nulla. Un divertimento ogni tanto, un simulatore di volo, di nuoto, di lancio. Un gioco, una sfida, un passatempo.

Il dondolio, il cullare, l’oscillare dolcemente, tutto ricorda la vita prima della nascita, il calore, il ritmo cadenzato e sensazioni piacevoli.

Il nostro angolino relax rimane un’invidia per noi genitori che li guardiamo beati e ci diciamo “che bello!”

 

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CHE BELLO DAVVERO!

Ragadi dopo 15 mesi di poppate, ma che devo fare, mi (ci) piace e si procede!

Le ragadi dopo 15 mesi di allattamento? Si, ragadi. Le poppata sono raddoppiate. Eh? Non dovrebbero calare? No, sono raddoppiate, e la notte non si dorme se non attaccati al seno. Tutto questo mette a dura prova fisico e pazienza che statisticamente il piu’ delle volte, per un calcolo statistico del cavolo e spannometrico, viene mandata elegantemente ai porci e si chiude baracca e burattini. Un allattamento difficile in partenza, con poi un bel segnale di ripresa e un procedere efficace. Tutto continua nel migliore dei modi e si dilunga oltre la soglia dei canonici “sei mesi al massimo altrimenti diventi una mucca davvero” (che ti rendono molto fiera). Ma adesso, a 15 mesi, di punto in bianco no eh? Non lo posso accettare di certo. Bene, che fo? Tante mani alzate: ecco grazie, “si mi dica” “lascialo li che hai i denti”, “mmmmmmmm (penso), mi dica lei” “lascia perdere che ormani ha i baffi e fa la pipi’ in piedi” “mmmmmmmmmm (ripenso)” “altri esperti?”

Beh, ho tutto quello che mi serve, posso acquistare, posso dosare, posso scaldare e somministrare, cosa aspetto? Potrei farlo, si, eccome. E forse dovrei per rispettare il mio corpo un po’ di piu’, per avere meno occhiaie la mattina e per avere piu’ capelli in testa che mentre si poppa chissa’ perche’ diventano il gioco preferito da estirpare. Potrei.

Ma cosa succederebbe? Cosa accadrebbe al noi che si é formato e che é cresciuto fino ad adesso? Come potrei?Ma chi me lo fa fare? La coscienza? Una voglia? Una onesta e sincera ricerca di uno spazio condiviso e non piu’ esclusivo, una sana voglia di lasciarti dietro le spalle per almeno un momento il casino di sentire il cotone appiccicarsi ai tagli dolenti? Beh forse si, tutto cio’ ha un senso, ma non razionale, una spiegazione semplice lineare e coincisa. Sentirsi bene la risposta. Quindi provi, tenti, crescera’ lo stesso.  E i cori: “non é piu’ un bisogno, non fai il suo bene”.

Ma poniamo il caso che questi taglietti , che son venuti magari nemmeno a causa del piccolo roditore con il mal di pancia,  passino e svaniscano, come la si mette? Ti giri i pollici un pochino, senti una poppa dura, l’altra di piu’, ti metti di lato, esce il latte (come le pentole a pressione, se non vuoi scoppiare anche tu, la natura aiuta) e ti inzuppi. Ti parte anche una brutta sfilza di parole incrociate e gergalmente forbite (per modo di dire). Un’amarognolo in bocca che persiste come la calce sulle mani, ma io adesso non sono piu’ una mucca? ahhhhhhhhhhhh che liberazione! Ehmbe’, sti cavoli! Vieni qui piccolo mio, la mamma te lo da! E cedi davanti ai buoni propositi di nuova vita come un pischello davanti alla marmellata.

Senti, se non faccio il suo bene, come si dice in piccionaia, penso a fare il mio. Piace a me, allora?! Si, mi piace. Allusioni?No ,e poi che te frega, piace a me mica a lui!

(ma ragadi per favore, fate un due tre passi piu’ in la’)

 

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Ostetriche cattive e pretenziose?

Ma che stronza! Ma guarda tu se devi comportarsi cosi’! Ma ti sembra? Ma non é possibile?

ahi!

Vieni qui! Dammi qualcosa, che non sto bene! Ma guarda, non si gira! Amore, é possibile che stai li impalato e non fai niente? Io sono tua moglie e tuo figlio sta per nascere, vuoi muoverti per favore ed aiutarmi? Vai subito a dire a quella lavativa di venire qui e farmi star meglio perche’ io non ne posso piu’!

Non é forse cosi’? L’ostetrica (oltre al marito) non é il capro espiatorio, l’oggetto degli sfoghi e la persona da prendere di mira per ogni lamentela? La cattivona che ti lascia li e ti dice “aspettiamo”, “datti tempo”. La menefreghista che non vuole visitarti perché sa benissimo cosa significa sottoporsi ad una visita ogni ora. La lavativa che ruba il posto di altri girando nel corridoio o stando in disparte in sala parto per lasciarvi nell’intimita’ famigliare. La sadica che quando chiedi aiuto ti dice “schhhhhhhh, stai calma tesoro, respira”.

Non é cosi? 🙂

Poi i racconti del post sono tremendi, sembrano vicisitudini alla Jack Sparrow. “Ho dovuto far tutto da sola, nessuno mi ha aiutata! Quella la’ stava li e mi teneva la mano! Ma cosa me ne faccio io di un massaggio del cavolo e del suo coraggio? Avevo bisogno di aiuto! Vatti a fidare delle professioniste! Non hanno voglia di fare niente ecco come stanno le cose!”

Mai sentito dire? Io parecchie volte.

Un capro espiatorio su cui si vomitano colpe e doveri non compiuti, bisogno non riconosciuti e poca partecipazione. Ora che caratterialmente ci si possa trovare bene o male con la persona che si accompagna é vero, ma questo succede ovunque, anche dal panettiere! Se chiedi due baguette e questo ti guarda con gli occhi sgranati come per dirti “ammazza quanto maggni” senza sapere che magari hai invitati, ti viene anche da dirli, “fatti mo’ i cavoletti tuoi” ; no? Basta davvero poco per trovarsi in sintonia con qualcuno: ma per mettersi in una buona condizione di partenza bisogna sapersi mettere in ascolto.

E se invece di una persona che accompagna dandoci in mano la situazione, facendoci sentire padrone degli eventi e in grado di controllarli, avessimo una operazionalista pura e semplice?

Entri: ah buongiorno! – ho le contrazioni. – -Venga. – -Bene si sieda.- – Visita in corso.- -0 Chiamo l’anestesista. – -Perche’? Vuole patire male? – -O_O (occhi sbarrati) Ok. – -Ora le metto la flebo- -Perche’?- -si rilassi- -bene andiamo in sala parto- non sento niente- -lei spinga- -ma come- -spinga- -é maschio, tanti auguri-

Piaciuto?

Oh, ma ti ha aiutato!!!!!! Questa persona qui ti ha aiutato davvero eh?

Cosa si va cercando? Le risposte non son da cercare in chi desidera accompagnarci e darci la consapevolezza di essere capaci di dare la vita in modo naturale e piacevole, ma in noi stesse. Le strade si incrociano per il momento della nascita, ma in un piccolo momento, tu invece con te ci vivi tutti i giorni e dentro hai le risposte per tante domande.

Poi ovvio, quella che definisci lavativa, cattiva e menefreghista che vede tante parolone gratuite passare sotto il suo naso, prima o poi potra’ pur dire: senti, non é che ho la bacchetta magica o l’elisir del parto veloce ed indolore in tasca. Ti sto tenendo la mano per darti fiducia, il parto é tuo, mica mio!

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Salviette usa e getta o lavabili? Analisi su una serie di salviette monouso presenti sul mercato.

Comodita’? Praticita’? Costo? Confezionamento? Sicurezza? Velocita’?

Quali sono i motivi per i quali si sceglie di usare una salvietta usa e getta piuttosto che pezzuoline di cotone lavabili appositamente confezionate?

Quando si esce, in gita, le salviette possono essere provvidenziali in assenza di acqua per le manine oppure di un bagno pulito e in questo caso si dovra’ ripiegare su un bagno “di percorso” improvvisato.

I luoghi pubblici spesso non permettono nemmeno di poter cambiare i bambini in modo pratico.

Ma perche’ usarle tutti i giorni anche se si é a casa con tutte le comodita’ necessarie?

Premetto che al primo posto credo sia da preferire un lavaggio sia che si parli di manine che parti intime, quindi l’acqua corrente!, ma nel caso, perche’ non usare una pezzuolina non usa e getta?

Riporto qui sotto una lista molto interessante che troverete in originale anche qui e che ho trovato molto interessante. Riporta una lista con elencate varie tipologie di salviette e per ognuna sono stati riportati eventuali elementi indesiderati trovati all’interno.

ecco qui

Fria Baby
Prezzo 1,79 euro (20 pezzi)
Cessori di formaldeide  no
Profumi  sì
Parabeni no
Altri ingredienti indesiderati  alcool, silicone
Emollienti naturali abbondanti

Sma Bimbo bel
Prezzo 2,24 euro (40 pezzi)
Cessori di formaldeide no
Profumi  sì
Parabeni  no
Altri ingredienti indesiderati  silicone
Emollienti naturali sì

Aveeno Baby (Johnson&Johnson)
Prezzo 4,79 euro (72 pezzi)
Cessori di formaldeide no
Profumi no
Parabeni no
Altri ingredienti indesiderati fenossietanolo, sodio benzoato+acido citrico
Emollienti naturali abbondanti

Huggies Unistar
Prezzo 2,29 euro (72 pezzi)
Cessori di formaldeide  no
Profumi  sì
Parabeni  sì (metyl)
Altri ingredienti indesiderati  no
Emollienti naturali abbondanti

Carrefour Baby sensitive
Prezzo 2,58 (euro 72 pezzi)
Cessori di formaldeide no
Profumi sì
Parabeni no
Altri ingredienti indesiderati fenossietanolo
Emollienti naturali abbondanti

Coop – crescendo
Prezzo 1,09 euro (20 pezzi)
Cessori di formaldeide no
Profumi sì
Parabeni no
Altri ingredienti indesiderati fenossietanolo, sodio benzoato+acido citrico, peg
Emollienti naturali  no

Mister Clean Baby
prezzo 2,55 euro (72 pezzi)
Cessori di formaldeide no
Profumi sì
Parabeni no
Altri ingredienti indesiderati fenossietanolo, silicone
Emollienti naturali sì

Humana Baby
Prezzo 3,69 euro (80 pezzi)
Cessori di formaldeide no
Profumi sì
Parabeni no
Altri ingredienti indesiderati fenossietanolo, sodio benzoato+acido citrico, silicone
Emollienti naturali abbondanti

Fresh & Clean Bimbi
Prezzo 1,70 (25)
Cessori di formaldeide no
Profumi sì
Parabeni no
Altri ingredienti indesiderati  fenossietanolo, sodio benzoato+acido citrico, talco
Emollienti naturali abbondanti

Conad
Prezzo 1,31 euro (20 pezzi)
Cessori di formaldeide  no
Profumi  sì
Parabeni  no
Altri ingredienti indesiderati fenossietanolo, PEG, silicone
Emollienti naturali no

Pampers Baby Fresh
Prezzo 3,81 euro (72 pezzi)
Cessori di formaldeide no
Profumi  sì
Parabeni  no
Altri ingredienti indesiderati  fenossietanolo, sodio benzoato+acido citrico, silicone, alcool, peg
Emollienti naturali sì

Fissan Baby
Prezzo 3,08 euro  (72 pezzi)
Cessori di formaldeide no
Profumi  sì
Parabeni sì (metyl, etyl)
Altri ingredienti indesiderati fenossietanolo, sodio benzoato+acido citrico, silicone, PEG
Emollienti naturali sì

Nivea Baby soft & cream
Prezzo 3,01 euro (63 pezzi)
Cessori di formaldeide no
Profumi sì
Parabeni sì (metyl)
Altri ingredienti indesiderati fenossietanolo, paraffina
Emollienti naturali no

Carrefour Baby Milk
Prezzo 1,62 euro (72 pezzi)
Cessori di formaldeide  no
Profumi  sì
Parabeni no
Altri ingredienti indesiderati fenossietanolo, paraffina, silicone
Emollienti naturali no

Chicco
Prezzo 4,55 euro (72 pezzi)
Cessori di formaldeide sì
Profumi sì
Parabeni sì (metyl)
Altri ingredienti indesiderati  peg
Emollienti naturali no

 

si torna a parlare di paraggina, di parabeni, di profumi.

Abbiamo sempre due vie possibili, o anche di piu’, a ognuno la scelta. Certo é che l”importante é conoscere e prendere atto. Tutto ovviamente dipende sempre da diversi fattori, ma ripeto, l”importante é la consapevolezza anche per un’aspetto che sembra marginale come questo, visto che, hanno pur sempre a che fare con i sederine e manine dei bimbi.

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Allattare un bimbo “grande”

L’eta’ conta cosi’ prepotentemente come ci vogliono far credere?

Non importa di piu’ ascoltare, capire, comprendere paure, incertezze e bisogni?

E fino a quando continueranno le mamme a sentirsi “in fallo” nell’accogliere una richiesta e donare se’ stesse ed amore?

Qui sotto potete leggere uno stralcio del mio nuovo articolo in merito a tutto cio’, sul quotidiano:

In materia di contatto e vicinanza tra genitori e figli si potrebbero presentare e spiegare miriadi di teorie, tutte quante con una precisa valenza. Molto spesso é l’esperienza personale che rende consci e in grado di scindere che strada percorrere, tutto guidato da un sesto senso che madre natura ci ha affidato: l’istinto. Eppure i tabu’, i pregiudizi, le generalizzazioni sono ancora molte, soprattutto se il corpo materno é in gioco, ancora, anche dopo la nascita.

Gravidanza, nascita e allattamento coinvolgono a tutto tondo madre e bambino che vivono in simbiosi periodi intensi e di conoscenza reciproca. Ma fino a che’ tutto rimane protetto dal ventre le cure sono dovute, dopo, a cordone ombelicale separato, ci si deve dar un gran da fare per crescere nel modo piu’ autonomo possibile un bambino che non ha nessuna carta da giocare per esser indipendente.

Troppo velocemente si richiedono capacita’ non naturali: sonno prolungato e in solitudine, controllo di sé, intrattenimento ad orari e in 0silenzio, allattamento ad orologio e conseguente svezzamento precoce. I bambini devono diventare grandi anche da piccoli e nel caso in cui si decida di intraprendere una via diversa, quella definita dell’attachment parenting, la decisione risultera’ alquanto strana e “originale”.

Per continuare cliccare qui

Breastfeeding_baby

Buona lettura e a presto!

 

 

Ecco perche’ le mamme sono stitiche

Ti svegli presto la mattina per assaporare il silenzio della casa, mai come in quel momento assapori la quiete e la tranquillita’. Ti alzi con un progetto preciso in mente: avvicinarti lentamente ai fornelli e farti un caffe’, rimanere in vestaglia una mezz’oretta per mettere in fila i pensieri e riprenderti dalla nottata in movimento.

ahhhhhhhhhh, che bellezza. Le macchine fuori sono ancora ferme, nevica, tutto tace. Il caffé é pronto, la tua tazza preferita, quella sbeccata che hai da dieci anni é gia’ fra le tue mani e aspetta di esser riempita. Che profumino, che lentezza.

Oh, tho’, brontola anche la pancia. Parti con la tazza in mano e il cellulare in tasca per sbirciare chi ti ha scritto durante la notte (non si sa mai che si perda una battuta per la via…), apri la porta del bagno, affretti il passo perche’ il Ministro degli Interni si fa sentire ancora. Op Op, animo!

E dalla camera

aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Ok. Che faccio? e’ scientificamente provato (non so da chi o da cosa, ma é cosi’ sempre, quindi una ragione ci sara’) che gli uomini hanno l’interruttore “cacca” sempre pronto. On Off. E non c’e’ via di scampo, quando son pronti son pronti. Le donne no. Ma com’é sta cosa?

Beh, eravamo rimaste al bagno: appoggi la tazza, ti risistemi e ti avvii verso la camera, prendi il pupo, baci e abbracci e guarda caso, proprio quella notte ha bagnato tutto. Un’unica strada da prendere: il cambio rapido. E cosi’ tra stufette per il freddo mattutino e vestiti volanti (qualcosa anche di rosa che viene dall’armadio altrui perche’ no…) lo risistemi. Il bagno con il fasciatoio pero’ dov’ééééééééééééééééééééééééééé????????????? Di fianco alla camera della sorellina che come una formica affamata drizza le antenne al primo mesto frusciare e grida “mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”.

Entri da lei, che imminentemente ha bisogno di un vasino e delle cure mattutine. Bimbo numero 2 sistemato!

ahhhhhhhhhhh pensi, ora potro’ bere il caffé e stare in bagno?

Eh no, il cambio di stagione, l’arrivo della primavera riscalda gli spiriti anche piu’ giovani e muove incredibilmente la fame. Quindi prepari le colazioni e una volta finito risistemi sempre pero’ con un occhio nel futuro. Sai benissimo che se non impegnati, i ragazzotti, potrebbero darsi da fare con la tua borsetta, con il tuo telefono, con le forbici, con i piatti di ceramica ecc ecc, quindi meglio organizzare qualcosa! E libero sfogo alla fantasia. Per muoverti pero’ stai proprio scomoda in pigiama,tutona stile orso grigio coccoloso,  ti cambi e sistemi al volo, seppur giocosa devi sempre darti un tono (non si sa mai che suoni il postino 😉 !!!!!!!!!!)

Bene, tu sei vestita, loro pure, ahhhhhh…… tele?!

Mamma ma c’é il soleeeeeeeeeeeeeee

Bene, puoi dire addio ai tuoi piani e il silenzio rimane un miraggio lontano, o almeno futuro, fino all’indomani! Li vesti, scendi, vai, parco, merenda, ritorni, risvesti, risali. Sara’ finita? Macchécavolodici?

Fameeeeeeeeeeeeeee Fameeeeeeeee, ok, prepari il pranzo. Inventi perché fino a quel momento avevi fatto tutto tranne che pianificare le cibarie ( e poi non erano le 7 cinque minuti fa? orco cane se vola!), prepari, li siedi, li intrattieni facendo un andirivieni tra cucina e tavolo. Potrebbero addentare ed ingoiare la tovaglia di plastica, meglio controllare! Bene, alleluja, cibo pronto, bocche impegnate, silenzio! Peccato che questo ultimo passaggio non sempre sussista. Inizia la battaglia dei pomodori, del faccio io e mi rovescio il piatto in testa. Tu li guardi, attonita, poi ti vien anche da ridere, pulirai poi dopo! I primi sfregamenti di occhi, mangiucchi pizzicando da un piatto e dall’altro o nei trasferimenti tra frigo e tavola. Cerchi conferme per le sedute al vasino ma vengono negate, saranno a posto pensi tu (ingenua e fiduciosa!). Uno si corica, l’altro pure. Vai in bagno, ti ricordi che non hai ancora fatto pipi’ dalla mattina e ti lavi i denti (che tanto sarebeb meglio non farlo, dopo tre secondi che ti sei seduta inizi a cercare qualcosa da sbranare alla veloce, meglio se dolce e vuoi riscaldare il caffé che é ancora li che aspetta e sembra domandare “oh mi bevi o no?”)

uh, che sudata oggi. Ma ora ho un’oretta per me. Guardi l’orologio e lo implori di andare lento, lentissimo.

Ti siedi e un magico sensore azionato al toccare delle natica alla sedia si aziona. mamma pipi””””! Ecco lo sapevo io che ce l’aveva! Seduta in bagno pensi che tornera’ a fare un riposino ma questo bel progetto rimane solo nella tua testa! Un libro caduto, un urletto di troppo e dalla stanza agli antipodi eccheggia un grido.

E cosi’ alle cinque del pomeriggio sei gia’ rientrata da un altro giretto, stai mettendo avanti la cena e passi di nuovo in bagno con uno stimolo veloce. Troppo poco tempo per il resto! (che rimandi da un po’)

Arriva anche la sera, sei molto soddisfatta e anche felice del tempo passato con i tuoi bimbi, e un leggero dolore di pancia si fa sentire. Loro sono tranquilli e pensi: vado!

Mentre ti sei incamminata e sei a meta’ del corridoio!

“ciao amore! sono tornato! tutto bene? scusa, devo scappare in bagno, oggi é stata una giornata piena” e zac, senza colpo ferire ti sei trovata baciata e sorpassata in corridoio e soprattutto ti ha occupato il cessooooo!

No dico, si puo’?

Torni in cucina, é passato ogni stimolo. La cena, i giochi e l’allattamento. Quando torni in sala per l’ultimo saluto al divano passi davanti alla tazza e con un “ma va a cagare!” ti ricordi che non l’hai ancora bevuto! In ogni caso, il povero caffe’ si é beccato un augurio che avresti voluto per te.

E’ chiaro ora perche’ le mamme sono stitiche? NON c’e’ fibra che tenga!

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Una festa della donna trascorsa da mamma.

Chissa’ di quale festa siamo state le regine ieri e di quale calvario siamo protagoniste oggi! Qui tutto molto normale, nessun festeggiamento speciale, un abbraccio e un augurio in piu’ si, ma tutto molto sereno e tranquillo. Cosi’, un giorno per me come tanti, é passato anche quest’anno e oggi 9 marzo mi ricordo dell’8 per diversi fatti molto carini che mi sono accaduti ma che nulla centrano con la mimosa.

Io l’ho passata in liberta’, normalita’ e senza eccessi. E voi?

Qui di seguito riporto uno stralcio dell’articolo che ho scritto per il quotidiano.

Viva le donne! SOLO OGGI? Solo quando lo dice il calendario? Solo in memoria di qualcosa che che risale ad anni fa e che si prende come esempio?
Se fosse sempre cosi’ semplice farsi bastare una data i festeggiamenti e le ricorrenze non avrebbero piu’ senso.
Compi gli anni ogni sacrosanto anno eppure la festa, o almeno un augurio, li ricevi sempre. Un regalino per te, per ricordare e revocare quel bel momento che é la nascita e un ringraziamento implicito per esser qui.

Ma vale anche per oggi : 8 marzo?

se volete leggere il seguiti cliccate qui

a presto!

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Se hai scelto di cosa di lagni?! Parto programmato e pillole per mandare via il latte.

Tempo fa avevo scritto questo post “com’e’ partorire?” e li ci avevo messo dentro il mio pensiero.

Ma inesorabilmente, spesso e volentieri, mi ritrovo punto e a capo: braccia cadute (per non dire le palle, scusate) e bocca aperta.

In piscina, dove andiamo spesso, c’e’ un grande andirivieni di persone. Ci si incrocia e volenti e nolenti ci si ritrova fianco a fianco con le chiappe scoperte e perche’ non scambiare due parole? Se poi si hanno dei bimbi che cercano di toccarsi i grillini (non ha niente a che fare con la politica) a vicenda il sorriso esce facile. E da li comincia: quando ha, come va, bla bla bla, mangia, beve, fa la cacca e il vomitino, usciamo, nuota , corre e gioca? Poi va beh, arriva la note dolente. E’ nato qui, da chi vai, chi ti segue, come e’ andato il cesareo programmatissimo e come hai mandato via il latte? (non sia mai che vuoi allattare hein?)

Capita che ancora mi trovi imbottigliata in discorsi dai queli mi sento avvinghiata violentemente. Per me non é piacevole, non é positivo, non lo sento mio. Quindi, dipende anche da che tempo fa fuori, (eh si le nuvole a me fanno uno strano effetto) dico la mia.

Ora io credo, prima o poi, ci si renda conto tutte che qualcosa dentro di noi vive, si muove. Difficile realizzarlo fino al momento della nascita, difficile renderlo concreto, tangibile. Ma dal momento che é li, tutto cambia. I nove mesi passati improvvisamente riesci ad interpretarli, ti fai una ragione di cio’ che é stato e pianifichi un percorso che speri sia per voi. Personalmente credo che ogni percorso vada scelto, in prima persona e vada affrontato prendendone gioie e dolori, giorni armoniosi e periodi difficili. Ma lo hai scelto tu. Ma non chiedetemi di essere diversa dicendo quello che non penso. Di fondo siamo tutte mamme, tutte abbiamo un nostro piccolo “doppione” che ci guarda ogni giorno e che grazie a noi puo’ crescere sereno, questo credo sia la base.

Certo é che in me, per fortuna, é ferma la certezza di aver scelto la via buona, ma non per forza deve essere l’unica e quella di tutti. Io, per me e per noi, ho scelto. Quando quel giorno ho sentito il bisogno di mettermi a terra, da soli noi due, e lui era li, ho scelto cosa fare. Ho teso l’orecchio, ho recepito e ho agito. Poi te la posso raccontare in mille salse, ma se hai scelto non lagnarti, racconta si, parliamone, confrontiamoci, ma di che ti lamenti?

Quando qualcuno ha fatto cu-cu io ho scelto una via e di certo non voglio imporla ad altre, non ho la ragione in tasca. Certo é che qualcosa da dire ce l’ho eccome e sono racconti di felicita’. A ognuno la sua via.

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Adottare un bambino.

Ho trovato queste parole su un trafiletto di  una pagina facebook, Mamafrica, bellissime parole che mi hanno toccata.

Ci si puo’ sentire madri senza aver portato in grembo per nove mesi il bimbi che chiami “mio figlio”? Ci si puo’ sentire rinate con il suo arrivo? Ci si sente pervase da quella sorta di ansia-inquietudine-pensiero continuo che ti fa sperare giorno per giorno che tutto vada bene, il suo benessere e serenita’?

Se l’adozione, in qualunque, e dico qualunque sua forma, E’ PER LA VITA, per far crescere l’amore, perche’ la si ostacola spesso? Perche’ la si addita come una scelta “diversa”? In una societa’ dove solitamente il “diverso” viene automaticamente considerato “da meno” é ovvio che si finisce per categorizzare ingiustamente scelte a mio parere nobili. Una scelta d’amore non puo’ che essere una scelta giusta e buona.

“Mi chiamo Alice e ho 24 anni. La mattina insegno francese in una scuola elementare e il pomeriggio lavoro in un orfanotrofio. È qui che inizia la mia storia. Un giorno ero nella camera dei bambini che hanno tra le poche settimane e i 6-7 mesi di vita. La stanza, come al solito, puzzava di latte, pannolini sporchi e sudore. Nel letto in fondo a sinistra due bambini dormivano placidamente, mentre uno invece piangeva a gran voce. Mi sono avvicinata al letto e l’ho preso in braccio. L’ho cullato per un po’, ma lui non smetteva di piangere, allora ho iniziato a cantare Somewhere over the rainbow e lui… ha smesso. Mi ha preso un dito con la sua manina e mi ha gaurdata. Siamo rimasti così, dito nella mano, occhi negli occhi, per non so quanto. E dentro di me è scattato qualcosa, un qualcosa di caldo che mi ha fatto battere forte il cuore e poi è finito nello stomaco, facendomelo contorcere.

Da quel giorno io e il bambino, che in realtà è una femminuccia (l’ho scoperto cambiandola, perché quel giorno aveva addosso dei vestiti da maschietto alquanto malconci) siamo diventate inseparabili. Ogni pomeriggio, dopo il lavoro, corro da lei e ormai tutte le nanny dell’orfanotrofio mi conoscono e mi lasciano prendermene cura. Faccio tutto per lei: la cambio, le dò il biberon, la lavo, la porto a fare passeggiate nel cortile, le pago le medicine quando si ammala (e, credimi, qui è un pullulare di malattie). Mi sono assicurata che il medico dell’orfanotrofio la visiti almeno una volta alla settimana e una volontaria fisioterapista mi ha insegnato gli esercizi che posso fare con lei ogni tanto per tenere allenati i suoi muscoli.

Sono passati due mesi e Keung Anh (questo è il suo nome) migliora di giorno in giorno: i capelli le sono cresciuti in quantità, gattona e sta mettendo su i dentini. E sorride. Sorride tantissimo. Ogni piccolo progresso mi commuove fino alle lacrime e allo stesso tempo mi rende fierissima di lei. Quando però, per un motivo o per l’altro, non vado all’orfanotrofio mi preoccupo fino a diventare ansiosa: voglio sapere con chi è, cosa fa, se piange e se c’è qualcuno che la può consolare, se le cambiano il pannolino e soprattutto se la trattano bene. Non averne la certezza è una cosa che mi fa impazzire. Questo miscuglio di sentimenti, gioia, dolore, preoccupazione, esaltazione… sono quelli di un genitore?

Vorrei veramente essere la sua mamma. Ho controllato le leggi italiane e ovviamente per una donna come me, single, senza un lavoro (mi sono laureata a settembre) e una casa sua, adottare è impossibile. Anche per le leggi vietnamite è quasi impossibile adottare un bambino senza essere sposati. Ma poi mi dico, anche se potessi adottarla, con quali soldi la crescerei? ”

Come ci poniamo dunque davanti ad una simile situazione? Io credo che se per un momento calzassimo scarpe diverse ed indossassimo vestiti non nostri tutto potrebbe cambiare aspetto, perche’ se le cose non ti toccano da vicino sembrano lontane, non nitide. Invece, se ci sei dentro, se le vivi, beh, vorresti che tutti ti mettessero una mano sulla spalla per darti coraggio e dirti ti voglio bene. Una societa’ diversa si puo’ si costruire con piccoli passi ma anche insegnando ai nostri bambini che tutti i piccoli sono uguali e ancora che i genitori, una volta che lo diventano, lo sono altrettando. Tutti amano.

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Ecografie in gravidanza?!? Tutte necessarie?

Uau! Test positivo! Urge telefonare alla ginecola per il primo consulto!

Drin Drin: “Salve Dottoressa, ho qualche giorno di ritardo e in mano un test con doppia lineetta, il che’ credo significhi che sono incita! Possiamo vederci?”

tlin tlin tlin tlin tlin tlin  (rumore di soldini che cadono dalla macchinetta quando azzecchi il jackpot) ” Si certo, vediamoci domani!”

Sei al primo figlio, vai, non vedi l’ora di sapere: prima ecografia.
Tutto procede, sei in attesa: le prime impegnative, due ecografie da prenotare e analisi del sangue da fare. Ok. Poi la dottoressa ti congeda dicendo ci vediamo fra un mesetto e se va bene con 80 euro da sborsare.

E via! Apri il portafogli e paghi, che cosa vuoi mai, non voglio mica far mancare niente al mio piccolino! Quel che e’ da fare va fatto!!!!  Non sia mai!

Il mese dopo vai, tutto conferma lo stato di gravidanza che gia’ era evidente dalle analisi del sangue. Ma quel giorno ti viene fissato un altro appuntamento ( e sempre i soliti 80 euro da pagare)

E cosi’ di mese in mese procedi, hai voglia di vedere sul video il piccolino che ancora non senti muovere e conti i giorni che mancano all’appuntamento per “incontrarvi” per poter focalizzare anche solo mentalmente l’idea che lui C’E’ perche’ non ti sembra ancora vero. Fa strano e solo quando puoi vederlo concretizzi un pochino di piu’.

E vai di ecografie, una dopo l’altra. A quelle mensili routinarie si aggiungono poi anche le due morfologiche, in Italia passate dal SSN se si arriva in tempo a prenotarle, quindi su nove mesi, ben 11 ecografie.

Undici ecografie significa ben piu’ di una al mese. Ma sono necessarie? O e’ necessario a qualcuno che non sei tu?

Senza innescare polemiche senza fine credo che una donna in gravidanza possa tranquillamente sottoporsi alle ecografie programmate per poter controllare la fisiologia del parto e l’evolversi corretto del bambino, quindi parliamo delle classiche eco del 5° e 8° mese. Per il resto altri esami accertano e attestano lo stato di benessere generale di madre e piccolo, vedi analisi del sangue.

Eppure ci cadi, ci vai, perche’ e’ cosi’ che devi fare e se te lo dice il ginecologo non puoi rifiutare. Alcune donne, soprattutto qui nei paesi del nord, non vedono e incontrano personalmente un ginecologo fino al giorno della nascita. Tutte le visite precedenti e routinarie sono svolte da ostetriche formate e ecografisti specializzati. Il consulto degli esami del sangue viene poi normalmente dato dal medico di base. Sara’ eccessivo? Io credo che, lo sfruttamento della debolezza di pensiero sia una meschinita’. Lo sfruttamento e il marciare sopra uno stato di “delicatezza” per soldi non e’ propriamente etico e professionale a mio avviso. Ma parere personale.

Sono consigliate 3-4 ecografie in gravidanza, perche’ farne 11? E chi lo dice con l’esattezza massima che gli ultrasuoni non possano nuocere alla salute del piccolo? Migliaia di link accennano alla non certezza sugli effetti avversi al feto, alcuni si sbilanciano di piu’ altri meno. Ma ovviamente, le ecografie a pagamento, guarda un po’, sono state 9, quelle gratuite, quindi consigliate dal SSN, dall’Unione Ginecoloci Italiani e in linea generale dall’OMS sono 2.

Che quelle due, appunto offerte perche’ necessarie, siano le sole ad essere realmente da considerare importanti? Dietro l’altro numero a mio parere gira piu’ “buon viso a cattivo gioco”: “venghino venghino Lorsignori!” grida il professionista, e intanto a farne le spese (in tutti i sensi) siamo noi!

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E spesso ci si toglie il piacere del “sabato del villaggio”, dell’attesa e dell’immaginazione, dell’elaborazione mentale; nascondendosi dietro tante proposte di controlli 3d per identificare lineamente (somiglia a me no a te), il sesso (comprare tutto rosa o tutto azzurro), misure (a cosa servono poi?tanto anche se e’ piccino crescera’ no?!)

Le applicazioni del telefono che gestiscono un evento naturale come una riunione del consiglio di amministrazione generale: alle 9 prendi acido folico, alle 10 fai lo spuntino, se hai il vomito bevi acqua e limone, ricordati di bere. Dalle 16 alle 17 fai un riposino e stasera mangia leggero.

Che ci sia qualcosa che stona?

Mi sa di si

Mio marito non se la sente di assistere al parto. Chi scegliere di avere accanto?

Si cerca un bimbo, si ha un test positivo, la conferma della analisi, la pancia cresce, la culla si prepara, i vestini si ammucchiano e il fasciatoio si sistema per bene. Poi si inizia a frequentare qualche corso pre parto, magari anche qualche seduta di ginnastica dolce e posturale, dei gruppi di ascolto e condivisione per mamme in attesa e amiche con il pancione loro stesse. Inizialmente la domanda non ce la si pone nemmeno, ma dopo vari silenzi (che tu pensi siano assensi) capisci che non ce n’e’. Il tuo compagno teme di non essere in grado di poterti stare accanto nel momento della nascita.

Pareri personali non sono qui per darne ma vorrei raccontare una vicenda che ancora oggi non ho capito se sia frutto di fantasia e tramandi di bocca in bocca, oppure sia realta’.

Accettazione: la madre entra con le contrazioni accompagnata dal marito. La dilatazione e’ quasi completa per cui le ostetriche in servizio la fanno accomodare direttamente in sala parto. Il marito titubante le inventava tutte per poter uscire sovente dalla stanzetta, un po’ di aria, un po’ di acqua, una passeggiata, una telefonata rassicurante a casa. Insomma, il tempo passa ed ecco avvicinarsi il momento della nascita. Sbadabam! Il povero papa’ in divenire si accascia svenuto al suolo alla vista della prima gocciolina rossa. In sala parto un grande fermento, infermieri per poter rianimare il malcapitato e una mamma confusa e presa dalla situazione.

Dunque, come per il resto delle occasioni, durante la vita di coppia e di famiglia, credo che il dialogo sia importante e fondamentale. Puo’ essere, che in un frangente come questo, cosi’ delicato e particolare (diciamolo, non si partorisce o si vede partorire proprio tutti i giorni eh?!) non ci si senta a proprio agio. La difficolta’ nel dire: temo di non riuscire ad entrare e’ troppa, ma d’altro canto pero’ si sta cercando di prevalere sulla volonta’ in modo sbagliato, soffocando verita’ ed emozioni che si sa, non sempre si possono controllare.

Ecco perche’ forse, sarebbe meglio dimostrare sincerita’ e limpidezza: “non me la sento” o “preferisco a lei a te, so che mi sentirei piu’ serena”. La figura dell’ostetrica o figure di accompagnamento e sostegno differenti (doula, mamma, sorella, papa’…) possono giovare in egual modo facendoci sentire bene e a nostro agio. Senza la preoccupazione che qualcun’altro che ci e’ accanto possa da un momento all’altro stendersi “a pera cotta”.

Conosco donne che hanno voluto accanto la suocera, direte, “pazza!”. Invece era la figura con il temperamento ideale per sentirsi bene. Ogni scelta e’ a se’ e ognuno sa in fondo cosa preferire.

La testa sgombra, un accompagnamento sereno, sapere di esser tranquille sotto tutti i punti di vista, ce lo dobbiamo!!! Quindi non credo sia giusto forzare situazioni in bilico o decisione non mature (nel senso di interiorizzate).

Poi e’ ovvio, sarebbe stupendo per entrambi vivere la reciproca vicinanza ma solo se questa puo’ essere un momento di unione, crescita e fortifcazione, se e’ una paura: meglio astenersi!

 

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Dopo un taglio cesareo, il sogno di un VBAC concretizzato con un HBAC splendido!

Oggi riporto una testimonianza molto bella.

E’ la storia di Daria, una mamma della quale potete seguire le innumerevoli idee anche qui, su GocceD’aria.

Mi ha scritto raccontadomi la sua esperienza di nascita: una seconda gravidanza dopo un parto cesareo pregresso, tante convinzioni esterne poi smontate da un bel parto naturale e in casa.

Dal taglio cesareo, al desiderio di un VBAC (vaginal Birth after Cesarean) fino all’arrivo di un meraviglioso HBAC (Home Birth After Cesarean) inaspettato ma sognato.

Ecco a voi il racconto:

Gravidanza di Elena

Poco meno di 3 anni fa ho scoperto di essere di nuovo in dolce attesa per la gioia mia, di Marco e di

Alice (all’epoca duenne), ma all’emozione si è presto aggiunta anche l’ansia per il parto dovuta al fatto

che la nascita di Alice si era conclusa con un cesareo d’urgenza a fine travaglio per irregolarità del suo

battito cardiaco fetale rilevate dal monitoraggio. Tutti coloro a cui comunicavo la mia gravidanza

davano per scontato che avrei avuto un secondo cesareo in primis il ginecologo del consultorio da cui

avevo deciso di rivolgermi. Questa cosa mi rodeva dentro, mi ero informata, avevo letto libri e sapevo

che era possibile partorire naturalmente dopo un cesareo e che anzi era auspicabile, invece mi trovavo

davanti ad un muro, a medici che mi davano dell’irresponsabile!

Mi stavano rovinando la gravidanza, che per fortuna procedeva per il meglio!

Comincio a cercare una via alternativa, frequento il forum PartoNaturale e contatto Barbara, ostetrica,

le spiego la mia situazione, che voglio tentare il VBAC e lei accetta con piacere di seguirmi. Da lì

comincio un percorso interiore di accettazione della ferita del cesareo e di preparazione all’accoglienza

di questa nuova piccola vita che si dimostra fin da subito di carattere forte e deciso. Non ci facciamo

dire il sesso, ma la sorellina Alice (adesso ha 3 anni) continua a ripetere che sarà una femmina!

Decidiamo quindi che Barbara ci avrebbe accompagnati in ospedale al momento del parto e che la

prima parte del travaglio l’avrei fatta a casa con lei. Decidiamo anche di spostarci da Mestre a Villa Salus

dove sono più propensi al parto naturale, pur avendo un ospedale a pochi minuti da casa.

In ogni caso vivo tutta la gravidanza con un l’incertezza di come andrà a finire…

Un paio di settimane prima della dpp Barbara e una sua collega vengono a casa per l’ultima visita

domiciliare… tutto bene… ci sentiamo quando si muoverà qualcosa… un paio di battute di io marito sul

fatto che Mestre è un po’ lontana… ce la faremo ad arrivare in tempo avendo anche Alice da sistemare?

Va beh… mal che vada sarà un parto in casa la risposta dell’ostetrica… in fondo in fondo è anche il mio

sogno…

 

Elena, che ha deciso di nascere a casa

 

13 gennaio 2011, ore 6.00 del mattino, mi alzo per andare al bagno. Sono alla 38° settimana, mancano

ancora 10 giorni alla data prevista per il parto. Sento il bimbo muoversi nella pancia (non sapevamo il

sesso). Giusto ieri pensavo che avrei dovuto farmi delle foto con questa bella panciona sempre in

movimento…

Torno a letto e mi riaddormento. Per poco.

Ore 6.30, un rumore dal mio bacino mi sveglia. Sembra quasi che il bimbo abbia “bussato” un paio di

volte. Toc-toc.

Una contrazione. Non ci faccio molto caso, sono un po’ di giorni che le sento e penso siano quelle

preparatorie. Resto a letto. Altra contrazione e mi riaddormento. Un’altra…

Mi alzo, scendo in salotto sono le 7.00. Controllo le contrazioni: ogni 5 minuti. Devo scappare in

bagno: che abbia rotto il sacco?

Sveglio Marco, chiamo Barbara, l’ostetrica che mi ha seguito in gravidanza.

I piani sono che si fa parte del travaglio a casa e poi ci si sposta in ospedale avendo io avuto un cesareo

pregresso.

Mi chiede ogni quanto sono e quanto durano le contrazioni. Marco controlla: durano un minuto e sono

ogni 3-4 minuti. Barbara parte. Io sono tranquilla.

Faccio colazione fra una contrazione e l’altra. Marco carica le borse in macchina. Alice dorme

tranquilla di sopra. Chiamiamo la nonna che venga a fare compagnia ad Alice.

Arriva Barbara. Mi visita. Sgrana gli occhi e mi dice: “Questo bimbo nasce qua… non arriviamo

neanche in ospedale, vedrai che fra poco cominciano le spinte”.

Infatti! Eccole!

Marco e Barbara allestiscono il salotto con cerate, asciugamani, teli… non ricordo molto… solo che mi

sembra tutto bellissimo e che sono felicissima!

Arriva mia mamma, la spediamo su da Alice che ancora dorme.

Sento bruciare, sento la testa. Sono aggrappata a Marco e al divano, in ginocchio o carponi. Ancora

qualche spinta e la testa è fuori. Un attimo e il bimbo nasce, davanti a me e Marco, ancora bianco di

vernice caseosa. Sono le 9.10.

Un breve pianto del bimbo e anche Alice si sveglia.

E’ maschio o femmina? Controllo io: è femmina, è Elena!

È già fra le mie braccia che mi guarda con due occhioni spalancati. La appoggio al petto e aspettiamo

che il cordone smetta di pulsare. Intanto Elena trova il seno.

Marco taglia il cordone e aspettiamo il secondamento.

Una mezzora e nasce la placenta.

E così alla fine uno sperato VBAC si trasforma a sorpresa in un HBAC, siamo tutti felicissimi e

increduli!

I primi momenti sono bellissimi, una giornata con Elena sul petto, separata per poco solo per farle un

bellissimo e dolcissimo bagnetto in compagnia della sorella, la piccola Alice che viene subito a

conoscere la sorellina (ancora adesso ogni tanto mi dice “Mamma, ti ricordi di quel giorno che era nata

Elena e io mi sono svegliata e lei era qui con la testolina sporca…” e mi fa commuovere), i vicini di

casa che passano a salutare, il gentilissimo pediatra che viene per le prime visite, Barbara che mi/ci

coccola tutti i giorni!

Un’esperienza bellissima, il parto che auguro a tutte!

 

Un racconto che ho sentito. Una bella gioia di aver ottenuto finalmente qualcosa che si era certe di poter raggiungere con le proprie forze nonostante le opinioni di molto fossero scoraggianti.

Dunque un grazie speciale va alla mia amica Daria che ha dato la possibilita’ a tante che leggeranno di riflettere, metabolizzare, meditare, rafforzare convinzioni o meglio ancora sentirsi partecipi ed entusiaste!

Se qualcuna di voi vorra’ condividere con me e con chi mi legge ( e grazie perche’ siete davvero in tantissimi) un’esperienza di VITA, di CRESCITA, di CONFRONTO, di EDUCAZIONE o semplicemente abbia voglia di raccontarsi come mamma e come famiglia, io saro’ felicissima di ospitarvi !

Grazie a tutti e aspetto i vostri racconti!

Un abbraccio

 

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Il parto: miti da sfatare e domande poco “pudiche” . Bah, sara’!

Questo post nasce dalla voglia di sfatare alcuni miti e leggende sul parto. Sembra assurdita’ se ci si e’ passate e si sa come gira e che aria tira, ma se ci si sta approcciando al lieto evento puo’ capitare che insorgano dei veri e propri dubbi.

Prima di ricorrere percio’ a manovre correttive anche non troppo consone delle nostra vita/tranquillita’/normalita’/serenita’ meglio leggere.

1 Devo depilarmi? Per partorire, che sia in casa o in clinica, non occorre depilarsi in nessuna zona. In caso di taglio cesareo saranno i sanitari ad indicarti come procedere. Non occorre ne’ farsi cerette agli arti ne’ dove non batte il sole.

2 Durante il travaglio posso mangiare?(parliamo di parto naturale) E’ da sfatare anche il mito di ore e ore senza toccar cibo, sarete voi a regolarvi, se avrete fame potrete mangiare ma fidatevi, sara’ il vostro stomaco a dirvi come comportarvi. In alcuni casi una leggera nausea e senso di vomito sono il segnale di avvio di travaglio. Bevande come un te’ zuccherato potrenno invece dare energia e non appensantire. Nessuno vi vietera’ pero’ di mangiare qualcosa.

3 Durante le ultime fasi del parto si fa la cacca? ahhhhhhhhhhhh e qui squillano le trombe. I forum pullulano di cose mezze dette o vaghe, tutte vorrebbero chiedere ma ci si sente troppo pudiche per farlo, figuriamoci se chiederlo al corso preparto possa essere un’idea da considerare! Dunque, parlando sempre di parto naturale e fisiologico, il corpo tende a “svotarsi” ad inizio prodromi o nei giorni precedenti. Non e’ pero’ detto che, siccome mangiamo, eh si ogni tanto si, capiti che nell’intestino rimanga qualcosa, spesso se si e’ stitici (non dimentichiamo che in gravidanza il corpo tende a trattenere di piu’). Le spinte e il corpo del bambino che scende possono premere e appunto Spremere l’ultima parte dell’intestino. Ne consegue che puo’ accadere di fare la cacca in quel momento. OOOOOOOOOOOOOOOO  (coro di vocine sorprese) Ehmbe’? Credetemi, se dovesse capitare si tratterebbe di una cosa minima e di certo le ostetriche non saranno impressionate/schifate/infastidite/ da questo. Sta nascendo vostro figlio, c’e’ ben altro a cui pensare, per cui, state serene, cosa vuoi che sia un po’ di cacca!

4 Se mi scappa la pipi’? Vedi sopra, non accadrebbe nulla di cosi’ grave anche se durante l’espulsione tutte le funzioni che esulano dalla circolazione e respirare sono in stand-by, persino il cervello !

5 Posso fare l’amore con mio marito in gravidanza/vicino al parto? Anche qui, sempre tante domande velate, mezze dette e risposte vaghe. Ohibo, ma come mai siamo in attesa? Un motivo ci sara’! Io sono dell’idea che se tutto procede bene, in modo sano, regolare, sereno e fisiologico, la regola che vale e’ che quello che fa star bene la mamma fa star bene anche il piccino. Quindi, perche’ no? Nei giorni precendeti la nascita un incontro intimo potrebbe anche alzare le probabilita’ di iniziare un trvaglio. Qualche volta le ostetriche all’apertura della cartella ti salutano dicendo: datevi da fare!?! Quindi? Io dire che non ci sia nulla in contrario.

Questo post sara’ e verra’ modificato man mano che avro’ in mente dei miti di sfatare, delle domande che anche io mi ero fatta al momento “X” e alle quali non avevo trovato risposta!

Se avete qualcosa da suggerire benvenga! A presto!

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Abbracciami Mamma

Qualche settimana fa ho inaugurato una rubrica qui  su Donna New Magazine. Per ritardi e nuove idee ho atteso a comunicare la notizia sul blog ma ho deciso di farlo,  giorno in cui festeggio le 20000 visite. Un bel punto di partenza per meditare sui quanto e’ stato fino adesso e prendersi il tempo per dedicare energie alle cose per me importanti ( e per la mia famiglia). Per il momento vi saluto lasciandovi, se vorrete, alla lettura del primo articolo inaugurale!

A presto!

abbracciami

Lui fa i capricci e tu lo vizi.

Mi sono scontrata con una cultura che, per alcuni versi, puo’ sembrare avanti anni luce rispetto a noi per servizi proposti ed inizizative guidate che accompagnano la famiglia durante la geniorialita’, invece per altri tanto retrograda e superficiale. Tutto il mondo e’ paese e la cultura del distacco propinata a destra e a manca da schermi, pubblicita’, eventi e, ciliegina sulla torta, pediatri (spesso), rimane in voga e prende piede sempre di piu’ in una societa’ che non sembra avere il tempo giusto da dedicare ai piccoli.

Una domanda pero’ me la faccio, nella maggior parte dei casi, per non far di tutta un’erba un fascio, un figlio e’ stato voluto, o tantomeno gli e’ stato concesso di arrivare e normalmente da persone adulte! Possibile che ancora oggi, alle soglie del “teletrasporto” si pensi ancora che i piccoli d’uomo siano finti e non liberi di esprimere sensazioni emozioni e bisogni quando lo desiderano? Adesso devi tacere perche’ e’ ora  di fare la nanna, ora apri la bocca perche’ e’ ora di fare la pappa.  A volte si agisce postponendo i nostri istinti alle imposizioni indirette esterne che sottili arrivano nelle menti dei genitori. Devo dormire e riposare bene sempre, mamma e papa’ devono avere la loro intimita’ altrimenti la coppia potrebbe subire un duro colpo, i bambini si devono abituare a stare soli anche previo il pianto, dimostrare troppo affetto potrebbe rendere i maschietti delle femminucce e le bimbe delle viziatelle stimoline pretenziose. Ascoltare non e’ concesso, troppa fretta per lavorare, uscire, fare compere, divertirsi, social network, telefono, I (qualcosa, c’e’ di tutto), e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.

Ma se fossimo nati a Bali, dove i piccoli una volta venuti al mondo non toccano terra per almeno il primo anno di vita? Avremmo fatto della cultura il nostro stile di vita o ci saremmo opposti? Forse trasferendo la situazione che si ripete ad ogni nascita da qui a la’, avremmo scelto di seguire il “come fanno tutti” . La cultura radicata in noi ci avrebbe fatto agire secondo tradizione ma il sostegno sarebbe stato differente credo. In oriente infatti i nuclei famgliari si uniscono e si stringono attorno ad una nuova nascita per dare sostegno ai neo genitori ed aiutarli nel portare avanti il loro cammino in modo snello, dando presenza e costante supporto. Le donne trasmettono saperi di maternage e tutto quello che serve per una buona crescita felice.

L’occidente, il brillante ed avanzato per eccellenza, promuove sconti e pubblicita’ per latti artificiali, svezzamento precoce, stupende camerette con tanto di armadio quattro stagioni per neonati, accessori vari per madri e bambini, tanta informazione su niente e niente di qualcosa. Ci si ritrova sole a casa a spulciare pagine internet per trovare numeri verdi, per parlare con una voce metallica che possa darci qualche consiglio pratico e per trovare un minimo di sostegno. Ma dopo un po’ ti scocci! E quando senti di aver ormai fallito in qualcosa inizia trovare qualche risposta e ti vien voglia di mandare tutto al diavolo.

Credo che in questo caso il problema non sia nell’essere genitore ma nel voler essere qualcosa che la massa ha deciso per noi. Un passo indietro a volte puo’ essere provvidenziale. Ci sono modelli che funzionano nella singolarita’ dei casi, stili di genitorialita’ che vengono intrapresi in modo diverso, in maniera naturale e non per questo criticabile. La “naturalezza” infatti e’ soggettiva, ogni punto di vista deve essere rispettato e supportato non divelto e denigrato. La naturalezza sta nell’essenza del COME ci si approccia al cambiamento, se viene da se’, se vai perche’ detro di te sai. Forse si dovrebbe operare per permettere alle coppie di non sentirsi mai spaesati o diversi nel seguire scelte dettate dall’istinto.

Diventare genitori  implica un’importante sconvolgimento nelle priorita’ di vita, e secondo me, senza nulla togliere al volersi bene come persona, il superfluo puo’ attendere. Una delle tante sfumature della vita genitoriale sono le occhiaie da sonno arretrato, il mal di schiena da sonno condiviso, il bruciore di stomaco per pasti saltati. Beh fa parte del gioco e si accetta tutto questo se siamo noi a sceglierlo. Se invece le occhiaie derivano da sonno arretrato si, ma a causa di un pianto sgolato perche’ devo a tutti i costi mettere a dormire tutto solo mio figlio come dice il pediatra o la vicina di casa, beh allora capisco che tutto diventi piu’ difficile.

Il tentativo pero’ non e’ mai ammesso perche’ capirsi vicendevolemente vivendosi per una neo famiglia non e’ ammesso. Infallibilita’ e controllo totale su tutto deve per forza essere garantito in ogni momento e la causa di pianti o reclami viene sempre buttata li: lui fai i capricci e tu lo vizi. Credo che ci siano tanti aspetti da valutare, ogni situazione e’ a se’ e ogni famiglia, sul divenire, deve sentirsi proprietaria di una conoscenza che non deriva da fonti estrerne e da condizionamenti vari ma solo da cuore e pancia.

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Io a Bali. Accanto a me una mamma con il suo piccino ovviamente portato!

Simboli e vissuti: il Koru

Quando abbiamo deciso di diventare una famiglia dicendo il nostro si abbiamo subito pensato a come si sarebbe trasformata la nostra vita se fossimo diventati genitori. Un grande cambiamento, ma che non ci faceva paura, anzi, sentivamo che lo avremmo vissuto con entusiasmo.

Eravamo in Nuova Zelanda, quando abbiamo incontrato per la prima volta, in un simbolo, il nostro cambiamento.

Il KORU, e’ una piccola spirale stilizzata, come una gocciolina dentro un cerchio, come un bambino dentro la pancia della sua mamma. E’ un simbolo che arriva dalla cultura Maori locale, che vive di simbologia e tradizioni ancora oggi. Il Koru infatti e’ il nome tradizionale dato alla felce appena nata. Essa si protende verso la luce piano piano, crescendo lentamente, fino ad aprirsi completamente.

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Persino le code degli aerei delle compagnie di bandiera (Air New Zealand) ne portano l’immagine, due koru uno sopra l’altro, che si guardano.

Il Koru e’ simbolo di vita nuova, di energia e benessere, un simbolo di buon auspicio. Un simbolo che amo, che ci ha portato tanta gioia e cambiamenti, un simbolo che ci ha accompagnato lentamente e con naturalezza. La vita che si schiude piano piano.

Cosa mettere nella valigia per prepararsi al parto

Sto per diventare zia, e la cosa, oltre a rendermi felice, mi fa sentire un po’  “agée” (in italiano, vecchia, suona male)…

La sorella, alle prese con la preparazione del necessario per accogliere il suo pupo si sente in preda al “oh corbezzoli … quanta roba!?”

Beh, ma poi tutta sta roba e’ necessaria/utile, va beh che si partorisce in ospedale quella che porti la ritorni anche a riprendere alle dimissioni pero’, mi chiedo: serve? O e’ solo un passatempo per occupare le giornate delle future mamme che arrivate al nono mese campano poco e mettono e tolgono sacchetti con i vari cambi giornalieri trecento volte al secondo? (peraltro dimenticandosi la mossa precedente!?!)

Vendesi camicia da notte da travaglio O_o

Vendesi ciabatte da travaglio O_o

Vendesi biancheria intima da travaglio O_o

Vendesi camicia da notte da allattamento O_o

Vendesi camicia da notte per il post poppata, per quando vai in bagno, per quando ti portano il pranzo, la cena e la colazione…

Vendesi bigodini, smalto e forcine

Ma allora!!!!

Valigia:

Magliette a maniche corte anche se e’ inverno, credetemi a travagliare si suda!

Pantaloncini corti ginnici del marito, la comodita’ prima di tutto

Pancione

Necessario per l’igiene vostra e del bimbo

Cambi per il bimbo

Pigiama (normale) e ciabatte magari di gomma cosi’ potete tenerle durante il parto e anche per fare la doccia

Dove sta il complicato? Chi pensa di propinarvi la soluzione adatta ed ideale per partorire in comodita’ gioca solo sulla “debolezza” di una mamma che dentro se’ pensa “eh si, non posso farmi mancare nulla, divento mamma!”.

Per cui parti con un valigione incredibilmente pieno di cose inutili e costose che non metterai mai, anche perche’ se avrai altri figli ben ti guarderai dal mettere il camicione da travaglio! Voglio vederti accocciata con un grembiulone addosso, “scusi ostetrica, mi tiro prima su il mio camicione poi inizio a spingere”.

Poi mi raccomando, compra le famose ciabatte da travaglio anti-scivolo in spugna bianca, se avrai la fortuna di salutare il tuo bimbo come ho potuto fare io le potrai salutare per sempre.

Insomma, come in tutte le cose credo ci voglia moderazione, buon senso e criticita’. Non vuole essere ne’ un dettame ne’ un discorso lascivo ma solo uno sprone a non sentirsi stupide se non si accetta di buon grado e a mani tese tutto quello che viene proposto. Non serve il pigiama di tendenza, basta solo essere ben disposte ad accogliere, non servono capi di vestiario ideali per l’allattamento, hai il seno, e’ piu’ che sufficiente, non serve avere tutto quello che ti propongono, il tuo tutto ce l’hai gia’ nel pancione!

 

newborn baby

 

Lotus Birth, cos’e’, com’e’, si puo’? Una mamma ci racconta la sua esperienza.

Ciao a tutti, oggi qui ospito una mamma che ha deciso di condividere la sua stupenda e meravigliosa esperienza di nascita, una poesia di amore e tranquillita’ che ha assaporato fino in fondo. Ecco qui come ci racconta la sua esperienza di accoglienza con il LOTUS BIRTH.

Cara Mammerri grazie di darmi la possibilitá di raccontare l’esperienza della nascita Lotus nel tuo blog, che trovo bellissimo e pieno di quella dolcezza che vorrei ci fosse in ogni mamma, in ogni famiglia e che sia tra i primi doni che facciamo ai nostri bambini. Il nostro primo dono a nostra figlia è stata la sua nascita, avvenuta tra le mura di casa, in un ambiente sereno, con musica rilassante, luci soffuse, la presenza di papá, di tre brave ostetriche, e di Rossana, una cara amica che mi ha fatto da doula!…il secondo dono è stato il LOTUS BIRTH.

Per chi non sa nulla di questa pratica consiglio la lettura del libro ” Lotus Birth: il parto integrale Nati con… la placenta!” di Shivam Rachana. O la visita di questo sito: www.lotusbirth.it

Sono incappata per caso in questa pagina di internet che parlava di Lotus Birth, e visto che ero al primo figlio e tutto era nuovo ero molto interessata ad approfondire, così ho ordinato il libro di cui vi lascio la descrizione per meglio capire:

“Lotus Birth” è un antica pratica di parto che si va riaffermando nel mondo intero, consiste nel non recidere il cordone ombelicale e nel lasciare il bambino collegato alla placenta dopo il secondamento, fino al distacco spontaneo, da tre a dieci giorni dopo la nascita. Il feto e la placenta si formano dalla stessa cellula, quindi sono una cosa sola; se non separato artificialmente da questa parte di sé, il neonato godrà di un sistema immunitario più robusto, perché tutta la forza vitale contenuta nella placenta e una considerevole quantità di sangue potranno essergli trasmesse compiutamente attraverso il cordone. Anche i bambini che nascono con il cesareo possono beneficiarne. È stato dimostrato che il taglio prematuro del cordone, così com’è praticato oggi, è un trauma; a riprova di ciò, i bambini che nascono con il Lotus Birth sono visibilmente sensibili al fatto che il cordone o la placenta vengano toccati: nel cordone dev’esserci quindi ancora una forma percettiva. Inoltre, nel caso in cui la gravidanza sia accompagnata da traumi emotivi o stress per la mamma, i bimbi nati con il Lotus Birth non mostrano segni di stress residuo, sono calmi e ben centrati:insomma, nati con… la placenta.

Devo premettere che noi abbiamo fatto una scelta piuttosto contro corrente nel complesso: io e mio marito abbiamo voluto il parto a domicilio, e il Lotus Birth é stato possibile anche grazie a questa scelta….(peró devo dire che se il parto fosse finito in ospedale ci avevano consentito il Lotus)….. si potrebbe discutere oreee e ore su quale sia il posto migliore dove/come far nascere un bambino, ma qui io non ho alcuna intenzione ne di invogliarvi a tali scelte ne a promuoverle, vorrei non doverle difendere, ma solo raccontarle.

Il parto a casa é andato benissimo….poche ore, molta determinazione e Agatha é nata con un bel vagito urlante, dopo averla presa in braccio, averla guardata e averla portata al mio seno, in pochissimi minuti è nata anche la sua placenta…. Un infinito momento di dolcezza e intimitá nella nostra stanza, e la nostra bellissima bambina tra le braccia, lei e la sua placenta. Inizialmente mi ha fatto un po’ impressione vederla, ma dopo che l’abbiamo sciacquata é andata molto meglio. Tenevo in braccio io la piccola, e dopo tutte le coccole, la tetta, e i maledetti punti, con l’ostetrica piú giovane che teneva la placenta, ci muovevamo in sincronia, (per fortuna il cordone era piuttosto lungo) e dopo averla sciacquata l’abbiamo asciugata con un panno di cotone, e posta dentro a un colapasta (!!) per essere sicuri che asciugasse bene e poi in un sacchetto di stoffa che io stessa avevo confezionato.

Non era passata neppure un ora e il pediatra è venuto a visitare Agatha, l’ha trovata benissimo lei e la sua placenta. Questo dottore é molto in gamba, e mi ha lasciata molto tranquilla il fatto che appena saputo della nascita sia venuto a trovarci…ha confermato che ormai era ora che nascesse perché la placenta sembrava invecchiata, e infatti dal lato in cui era attaccata al mio corpo era visibilmente “screpolata”.  Il resto del pomeriggio e della notte é seguito nella totale contemplazione della nostra creaturae della placenta non ricordo nulla! Mamma e papá hanno ricevuto le visite di pochissimi intimi, ma nessuno si è sentito di prenderla in braccio visto che aveva la placenta attaccata a sè… e questo dal nostro punto di vista era meglio, perché non volevamo sballotarla troppo… Ma per noi era una sensazione di naturale svolgimento delle cose e il fatto di vedere la bambina che da sotto la maglietta usciva il cordone ombelicale che arrivava fino a questo altro pezzo di lei….beh non ci faceva sicuramente ribrezzo, ma anzi, come viene spiegato meglio nel libro che ho menzionato, il Lotus Birth consente al bimb@ di non subire un trauma eccessivo nel momento del primo respiro, e dona forza vitale e sangue al neonato, per cui ci sentivamo di aver fatto la nostra migliore scelta. Ci eravamo preparati a questa scelta e sapevamo che semmai le cose fossero andate diversamente, ovvero il parto fosse finito in ospedale, avremmo potuto fare il Lotus ugualmente, perché avevamo insistito per questo nostro diritto e le ostetriche ci avevano apoggiato!

Per le questioni pratiche devo dire che ci vuole solo attenzione a che il cordone ombelicale non secchi in una posizione che possa graffiare la pelle delicata della bambina, per cui abbiamo fatto molta attenzione a questo e a non staccare noi involontariamente il cordone, ma Agatha ha mostrato il suo carattere esuberante e spiccio in brevissimo tempo, e al terzo giorno, nonostante tutti i nostri sforzi, ha staccato il cordone con un movimento netto e con mio grande stupore!! Si è girata e si é staccato! Eravamo contenti, felici anche di vedere che non c’era ombra di trauma in questo evento, l’ombelico poi era completamente sano, non abbiamo dovuto fare alcun medicamento, perché non c’è stato alcun taglio.

Ringrazio ancora la mia curiositá che mi ha fatto arrivare a scoprire questo tipo di nascita che, a nostro avviso, rispetta in toto le esigenze del neonato.

Per contro il Lotus impedisce la donazione del cordone, ma sinceramente abbiamo optato per dare a nostra figlia ciò che era suo di diritto e tutto il bene che c’era in questo prezioso organo che è la placenta, è andato alla sua proprietaria…. quale regalo potevamo farle, migliore di questo, dopo solo 3 minuti dalla sua nascita?

 

Grazie mille cara mammma Marisel per aver condiviso con noi questa bella esperienza di nascita dolce ed indisturbata! Tanti abbracci!

Rimedio naturale per alleviare il raffreddore in gravidanza e allattamento

Il quesito di ogni mamma in attesa o in alllattamento quando compaiono i sintomi di un malessere e’ sempre: potro’ prendere qualcosa per farmi stare meglio?

Qualche settimana fa a causa degli sbalzi climatici continui ci siamo beccati un raffreddore di famiglia storico con tosse e naso colante.

Ho trovao pero’ giovamento nel fare i “suffumigi” ma in maniera molto naturale e semplice. Un modo di combattere il raffreddore senza assumere farmaci.

Cosa occorre:

una pentola piena di acqua bollente

sale grosso da cucina

un asciugamano e un naso raffreddato.

Come:

scaldate l’acqua fino ad ebollizione, quando la togliete dal fornello fumante buttate dentro due dita di bicchiere di sale grosso. Ora mettetevi comodi, appoggiate un asciugamano sulla vostra testa e coprite come per formare una piccola capanna. Respirate e inspirate a fondo. Le proprieta’ astringenti e disinfiammatorie del sale vi aiuteranno moltissimo.

Potete ripete anche piu’ vole al giorno data la completa assenza di effetti collaterali.

 

Puo’ essere un rimedio anche per i piu’ piccoli che prenderanno la pratica come un gioco, almeno a casa mia e’ stato cosi’!  La capanna con il fumo!

 

Rooming in cos’é? E il papa’?

Cos’e’?

Il Rooming- in consiste essenzialmente nella possibilita’ di tenere fin dalle primissime ore di vita il piccolo appena nato attaccato alla sua mamma. Dopo il parto infatti il batuffolo appena nato viene deposto in una culletta e portato in camera con la mamma.

Alcune prese dallo sconforto dovuto agli sbalzi ormonali, stanchezza o anche solo timore di non riuscire, preferirebbero avere un aiuto costante da parte delle infermiere del nido ma ci sono anche ospedali dove il nido (per fortuna) non esiste! Si sa, il contatto continuo con la mamma, lo scambio di odori, di carezze, facilita l’attaccamento precoce nonche’ un buon avvio di allattamento. La mamma potra’ attaccare il piccolo quando vuole senza il timore che gli vengano somministrate formula o glucosata.

Un discorso diverso vale invece per le mamme che danno alla luce il loro piccino con taglio cesareo, le degenze sono spesso piu’ lunghe e il dolore dei punti molto spesso e’ invasivo a tal punto da costringerle a letto per qualche intera giornata.

Tante neo mamme appena partorito si sentono inadatte, spaesate “piange oddio che faccio?, lo attacco? ma cosi’ va bene? come faccio ad alzarmi per sistemarmi meglio? devo correre in bagno come faccio?”. Sovente scoccia chiamare qualcuno per un aiuto, un consiglio o semplicemente una rassicurazione perche’ anche questo comporta ad aumentare quel senso di inadeguatezza che ci fa sentire le piu’ sceme del reparto. Mille seghe mentali: le altre chiedono? posso farlo? E poi magari trovi pure quella noiosa, o sgarbata che ha fatto la notte e non ha mica tempo di farti vedere bene come attaccare bene il piccolo o di aiutarti ad avvicinare la culletta o tenertelo un attimo mentre ti sistemi i pigiama incollato al sedere!

Le notti sembrano infinite, i minuti durano 120 secondi, guardi fuori ed e’ sempre buio, appena intravedi una luce e hai l’occhio calante: “buongiorno signore, siamo qui per il giro visite!” ma porca…..!

Quindi detto questo, perche’ non dare la possibilita’ anche ai papa’ di poter vivere in toto le loro prime ore da padre? La mamma si sentirebbe protetta, al sicuro, libera di chiedere e si lascerebbe aiutare senza problema alcuno, anzi in quei momenti magari potremmo anche chiedere: “amore fammi vento con piume di struzzo svolazzanti, ho un po’ caldino” che saremmo accontentate! Scherzi a parte, la situazione ideale e’ una famiglia al completo riunita. Il papa’ utile e disponibile, una mamma serena e un piccolo coccolato da tutti.

Chiedete a mio marito, cosa ha combinato. Una stuoia accanto al mio letto La regola era che non si potevano portare sedie o sedie-letto, abbiamo risolto con enorme soddisazione finale di tutti e tre!

 

Ai miei bimbi piace il phon

I genitori lo sanno per esperienza e anche la pedagogia insegna, che i bimbi ricordano benissimo parole che rievocano suoni, immagini, sensazini ed emozioni.

Faccio un esempio, se dico cavallo e il giorno prima siamo stati al maneggio anche il piccolino inizia a fare “clap clap clap” con la lingua, mi fa capire che ha colto! Se dico andiamo in macchina, appena partiamo sonanti “brum brum” ci accompagnano. La parola “nanna” rievoca il sonno e la tranquillita’. Il rumore dei piatti e delle pentole fa pensare direttamente al momento della “pappa”, appena inizio a preparare via che mi girano attorno! Se dico “ba ba” il piccolino si mette in attento ascolto perche’ sa che un cagnolino sta abbaiando e cosi’ succede per tante altre azioni quotidiane che compiamo senza dare troppo peso ma che per i bimbi sono diventate routinarie, importanti e rievocative.

Questo succede fin da piccini. Amavo allattare sempre nello stesso posto del divano, a destra, e loro sapevano, capitava il pianto e se eravamo in casa, appena mi accostavo al divano il pianto cessava. L’immagine del divano rievocava sensazioni piacevoli e direttamente collegate all’allattamento e questo portava giovamento ancor prima della poppata.

Ma prima della nascita cosa succede? I bimbi sentono i rumori della vita quotidiana, le voci, le musiche? Percepiscono gli stati d’animo e il loro mutare attraverso il battito del cuore della loro mamma?

Sono fermamente ed assolutamente convinta che la vita uterina abbia un suo svolgersi abituale, attendo agli stimoli ed ai cambiamenti. Il piccolo nella pancia e’ in grado di captare e percepire suoni, movimenti, stati d’animo. E se uno o piu’ di questi sono correlati?

Io adoro asciugarmi i capelli, da sola si, ma ancor di piu’ se qualcuno lo fa per me. Ricordo che il momento del fine doccia me lo gustavo incredibilmente, tempo per coccole, per far volare via i pensieri e per poter rilassarsi. Stavo li seduta fino ad avere i capelli extra secchi e roventi ma non volevo assolutamente smettere. I grattini alla pancia, gli occhi che si chiudono. Un vero relax.

Bene, tutte le mamme si chiedono ai primi bagnetti, posso usare il phon con il piccolino? Gli dara’ fastidio? Sara’ troppo caldo? Siccome anche io non differisco dalle altre in termini di domande, ho provato, e con mia grande sorpresa il phon e’ stato davvero un amico! Il fine bagnetto e’ un momento felice, per calmarsi dai giochi acquatici, per guardarsi negli occhi vicini vicini e rilassarsi. Stanno li, fermi a sentire il venticello che accarezza i loro capelli, si asciugano vicendevolmentee si scambiano sorrisi dolci.

Che sia il ricordo delle mie asciugate goduriose in gravidanza? Mi piace proprio pensare cosi’ e piu’ ci penso e piu’ me ne convinco. Sono certa che nei mometi di condivisione totale e simbiotica, madre e figlio si scambino molto di piu’ di una carezza e nutrimento, si scambino sensazioni sottili, stati d’animo, emozioni. Pensiamo al momento del parto, se la madre e’ impaurita il battito cardiaco aumenta e quello del piccolo a sua volta, se la madre si sente agitata il piccolo si muove parecchio al contrario sta bello accoccolato al caldo e tutto procede tranquillamente.

Il cordone ombelicale fa da tramite tra una placenta empatica e piena di emozioni ed un corpicino in grado di assorbirle ed elaborarle creandone parte di quella che sara’ la naturale inclinazione caratteriale del nuovo nato.

Ci credo, e ne sono certa, a loro piace il phon come piace a me. E quando mi asciugavo i capelli pensando a loro lo sentivano, elaboravano ed immagazzinavano amore che ancora oggi si rievoca ogni volta dopo il bagnetto!

 

 

 

Parlano di me su “Oasi delle mamme”

E’ uscito proprio ieri un articolo di presentazione che mi riguarda sul portale Oasi delle mamme !

Con grande piacere ho accettato di presentarmi e raccontare un po’ di me, su quello che vivo e quello che mi rende felice.

Per chi vorra’ leggermi troverete qui l’intero pezzo…

 

 

Grazie a tutti quelli che mi leggeranno e che avranno la voglia d lasciarmi un messaggio, un parere o un consiglio.

 

Il senso di “vuoto” post parto

Dopo la nascita una miriade di emozioni e sensazioni si susseguono alla velocita’ della luce. Frastornata dagli avvenimenti e inebetida dalla gioia folle che ti assale, sei li straiata con il cucciolo sulla pancia, dove era sempre stato e non ti accorgi di nulla.

Qualche ora li immobile con i piccoli su me, li accarezzo e respiro lentamente per annusarli a fondo. Un odore stupendo.

Ricordo benissimo pero’ il mio stupore nell’alzarmi in piedi. L’ultima volta che avevo  camminato era con il pancione…li per li mi sono sentita vuota. Ma realmente vuota.

Emotivamente si sa, la perdita della pancia va metabolizzata a piccoli passi ma fisicamente e’ davvero strano, si percepisce davvero il vuoto, il senso di essere”scavata”.

Il respiro, quello mi ha lasciata stupefatta, non riuscivo a respirare, inspiravo profondamente ma il polmoni non rispondevano correttamente, era come se non si riempissero correttamente.

Dopo il parto, infatti, il corpo deve riassestarsi totalmente, i polmoni posso nuovamente aprirsi completamente ed accogliere molta piu’ aria, i respiri si fanno piu’ profondi e lenti. Lo stomaco non e’ piu’ sollevitato dai calcetti dolcissimi e puo’ lavorare e digerire perfettamente.

Tutto si assesta per ritrovare l’equilibrio delle posizioni e funzioni che hanno iniziato a modifcarsi 9 mesi prima.

Quel senso di vuoto mi ha accompagnata per qualche ora, respiravo a fondo e l’aria sembrava non bastarmi.
Ricordo che la prima volta dissi a mio marito: “respiro diversamente senza pancia” e lui ” anche io, ora respiro aria che sa davvero di amore”.

 

 

Cosa significa famiglia per me. Mammerri e’ su ” Donna NewMagazine.it”

Cliccando qui potrete trovare un mio aritoclo scritto per “Donna NewMagazine.it”

Troverete una riflessione sul significato di famiglia, sull’importanza di essere genitori, sulla responsabilita’ e la volonta’  di scegliere in modo critico e consapevole.
Buona lettura e un abbraccio a tutti

Vieni qui

fa caldo, umido, la fronte e’ perlata di fatica e gioia

sei li, ti sento

un colpo, ci sei, ci sono, ci siamo

intrecci di mani, baci d’amore

mi accuccio e tra le braccia ti prendo

vieni qui amore mio

vieni qui sono la tua mamma

vieni qui ti daro’ la vita mia

vieni qui stai con me

vieni qui amore mio…

la tua mamma innamorata

Supportare l’allattamento in prima persona. Diamoci tempo: dobbiamo imparare!

Nella mia citta’ natale, Modena, il tasso delle donne che allattano al seno dopo il terzo mese e’ il terzo piu’ basso di tutta la regione Emilia Romagna. Solo il 18% delle mamme allatta ancora…

Credo siano dati preoccupanti e che devono destare l’attenazione di tutti, soprattutto di tutte quelle mamme che si volgono con indecisione alla scelta piu’ naturale che potrebbero fare, accogliere con rispetto i loro bimbi.

Quando parlo di nascita e maternita’ dolce il mio sguardo va ad una madre che accoglie in tutta calma il proprio cucciolo, ad una stanza piena di emozioni di una donna e un uomo che sono diventati mamma e papa’, va ad un piccolo corpicino che si attacca seguendo l’istinto naturale al seno della mamma e va a tutto cio’ che non e’ ragionato, calcolato, predefinito. Una fase molto importante all’inizio della vita e’ appunto l’allattamento al seno. Ragadi, mughetto, ingorghi, mastite, eventi spiacevoli potrei elencarne ancora, ma perche’ nei racconti si sente spesso riportare la parte non felice? Personalmente vorrei ricordare a tutte le mamme che i bimbi nascono con l’istinto della suzione, vero, ma non sanno come attaccarsi nella maniera migliore. Siamo noi a dover insegnare loro come fare e questo implica uno sforzo emotivo e fisico nonche’ a volte parecchio tempo. Tutto questo pero’ e’ solo una parentesi, si procede, si va avanti.

L’allattamento deve decollare, ma bisogna darsi tempo! E’ sbagliato pensare che tutto arrivi immediatamente e che sia la perfezione. Dobbiamo darci tempo. Ho insegnato con amore e delicatezza come attaccarsi ai miei figli per creare tra di noi una sintonia speciale, solo nostra, e ognuno ha avuto ed ha la propria storia. Dobbiamo concederci e concedere il tempo di apprendere ad amare nel modo migliore; io desidero il momento della poppata, lo desidero veramente. Sono sempre momenti intimi, intensi, ricchi di poesia, ovunque capiti. Ogni volta e’ diverso, se sei al parco gli occhietti si muovono veloci ma lui non si stacca, se sei in camera gli occhietti si chiudono assecondando la penombra, ogni volta un’emozione nuova.

Diamoci tempo. Tutti intorno a voi, magari nel momento di bisogno avranno la soluzione in tasca e ve la serviranno su un piatto di argento: smetti e dagli il biberon. Rispondere “no provo ancora” non e’ un non voler accettare un consiglio ma un credere in se’ e nelle proprie capacita’. E’ un essere in grado di dire “ce la faccio” o “voglio farcela davvero”.

A volte, purtroppo, e lo dico a malincuore, si puo’ contare solo sulla propria convinzione, ma in fondo e’ proprio quella che conta davvero!

Io sostengo l’allattamento non importa dove o quando.

Lasciare piangere il mio bambino lo aiutera’??? P A L L E!

Curiosando ho trovato questo articolo, ne sono rimasta allibita.

Non mi capacito, di come ancora, e ancora, e ancora, possano sorgere “teorie” di questo tipo, basate su cosa? Su ? Su sconforto e pianto dei piccoli. Non e’ possibile.

Evitare di prendere subito in braccio il bambino piccolo, quando piange, aiuta il piccolo a rafforzare il carattere e le madri a essere meno stressate o depresse.

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giusto, forse io vivo nel mio micromondo di madre felice, non lavoro in una multinazionale supermegalattica con uffici open space, non metto tacchi, non ho un’auto di lusso e non sono di certo la tipa che sfoggia trucco vistoso e minigonna, faccio la mamma, eppure, da mamma, a leggere queste affermazioni mi sento offesa.

Concentriamoci sulle parole

Evitare, una parola bruttisima, che significa schivare, allontanarsi, come se un piccolo bimbo in singhiozzi fosse qualcosa da cui prendere le distanze…

Aiuta , quando mai nelle relazioni sociali ed interepersonali l’indifferenza aiuta? Per non parlare delle relazioni genitori-figli?!? L’indifferenza puo’ a tutti gli effetti essere considerata una delle piaghe sociali dell’era moderna, dell’era di internet, tutti amici, tutti fratelli e poi nel vero momento del conforto, bisogn, nessuno si candida.

Rafforzare il carattere? I bambini nascono gia’ con delle naturali inclinazioni che il genitore dovrebbe sostenere ed assecondare. Sicuramente il piccolo sara’ grato a mamma e papa’ per averlo lasciato piangere nel suo lettino, cosi’, senza motivo, solo per uno scopo a fin di bene: rafforzare il suo carattere! Logico, non fa una piega!

Meno stressate e depresse, e’ noto infatti che dopo il parto le mamme siano contornate molto spesso da un alone di malinconia, di tristezza misto dolcezza che le accompagna nei primi giorni della nascita. E’ noto anche, che il cervello umano e’ programmato per reagire in un tempo limitato agli stimoli esterni come i rumori e i suoni. La velocita’ di reazione piu’ bassa ai suoni e’ stata registrata in risposta ad un pianto di bambino (vedi qui) Nel tempo di un batter di ciglio il nostro cervello ci dice che un bambino sta piangendo, cioe’ ha ascoltato, ha recepito, elaborato e mandato un messaggio ben chiaro in uscita che si presume susciti innoi una reazione. E questo cosa significa? Care madri, rimanete pure impassibili, vi fara’ bene, sarete piu’ serene, meno stressate…felici…anche se con un chiodo nel ceervello e spine nel cuore.

Mi limito a commentare solo questa frase che credo sia il riassunto della egregia teoria presentata. Non posso che ribadirle mie opinioni. Mamme fate cio’ che vi dice il cuore, siate consapevol di cio’ che fate, amare indiscriminatamente, coccolore, dare amore di pelle, non fara’ crescere figli senza autostima, senza coraggio o frignoni. Appena sarenno sicuri, saranno sazi di noi e dei nostri baci cammineranno da soli.

Un bambino che piange non fa i capricci, esprime un bisogno!

Non so voi, faccio la doccia, che magari rappresenta l’unico momento di relax puro della giornata, e sento il pianto dei miei figli, che in realta’ non c’e’. Succede anche a voi? Mi asciugo i capelli e ricapita, li asciugo ad intermittenza per controllare. Questo cosa significa? Che siamo “tarate” perfettamente all’ascolto. Perche’ non seguire cio’ che anche la natura ci indica, oltre ovviamente al cuore? Io non credo che questi metodi coercitivi e non tolleranti possano servire a portare giovamento ne’ ai genitori ne’ ai bimbi vogliosi di noi.

L’indifferenza e’ come il sale: secca le radici, rompe i legami, lesiona le relazioni sociali, figuriamoci in un rapporto di amore puro….

Ascoltiamoli e portiamoli sempre vicino al cuore.

Ma tu hai deciso che parto vuoi? _scegliere dove partorire_

Dove vai a partorire? Mah, non so, vado a vedere poi decido.

Oddio, cosi’ su due piedi la domanda sorge spontanea “a vedere cosa?” .Troppo spesso si bada all’apparenza: strutture nuove, belle pitture, disegni in sala parto ma in fondo, io credo, e’ la sostanza che conta. Per chi decide di appoggiarsi ad una struttura ospedaliera infatti e’ importantissimo chiedere come soliti operare. La nascita dolce, il contatto pelle pelle, il bonding mamma bambino, il contatto continuo fin dalle prime ore di vita non sono una prerogativa di tutte le strutture e spesso si rischia di rimanere deluse per aver dato piu’ peso all’apparire che all’essere.

Qui non si tratta di un paio di scarpe che mal che vada prenderanno l’ultimo posto nella scarpiera o di una maglietta che finira’ in fondo al cassetto, ma di una nascita. La nascita del tuo/vostro bambino e la TUA/VOSTRA come genitori. Credo ci sia una differenzea sostanziale, qui non si torna indietro, non merita dunque di essere una scelta ponderata, meditata e interiorizzata?

Io pensavo a come avrei voluto essere in quel momento e mi vedevo chiaramente: ero io, mio marito e il mio bimbo. E cosi’ e’ stato.

Sapevo che non avrei voluto sottostare a dettami di posizioni, interventi esterni precoci, disturbi da terzi. Il resto era molto nebuloso ma sapevo che mi avrebbe guidata il mio bimbo. Avevo pero’ chiarezza sul come volevo accoglierli.

Questa immagine mi rievoca momenti stupendi, momenti in cui ti senti padrona del momente consapevole nonostante tu non abbia mai vissuto prima quelle sensazioni. E’ strano ma il corpo, il bambino e l’istinto guidano perfettamente ed inequivocabilmente lungo un cammino il salita che termina con la pace ristoratrice, un abbraccio.

Non pensare all’esteriorita’, bada alla sostanza, bada a tutelare la tua riservatezza di madre che deve poter accogliere in modo rispettoso il proprio figlio. Concentrati sulle tue esigenza, sulle tue volonta’, solo cosi’ potrai ottenere cio’ che cerchi. Solo riappropriandoti del tuo sapere antico potrai raggiungere la consapevolezza di aver donato la vita felicemente.

Tutto il contorno serve solo per dare un aspetto, non per tendere la mano.

Contatto pelle a pelle

“E’ attraverso la pelle che diventiamo esseri in grado di amare” (A. Montagu).

La pelle che ci da sensazioni, la pelle che possiamo annusare la pelle, la pelle che possiamo accarezzare, la pelle che possiamo toccare.

Per contatto pelle pelle si intende la vicinanza fra il corpo della madre e del bambino nelle primissime ore di vita. Il piccolo appena nato viene accolto tra le braccia della sua mamma che sollevandolo lo appoggia al suo ventre abbracciandolo. I due corpi nudi si sfiorano, sono a contatto, si toccano.  Il piccolo corpicino ricoperto di vernice caseosa poggia sulla pancia che lo ha ospitato fino a pochi istanti prima, la testolina si alza e due occhi si incrociano. Li scopri di essere veramente, assolutamente, irrimediabilmente e tremendamente innamorata.

Il contatto pelle pelle viene praticato appunto gia’ in sala parto, nell’intimita’ di un momento delicato come la nascita. Alcune strutture ospedaliere offrono la possibilita’ di restare anche per diverse ore con il piccolo senza interferenze esterne, senza visite, senza interruzioni.

Se ci soffermiamo a pensare un attimo ai momenti intensi che un piccolo deve affrontare venendo alla luce capiremmo benissimo perche’ e’ tanto importanza concere e donarci momenti di stretta intimita’. Nove mesi al caldo, improvvisamente catapultato in un ambiene piu’ freddo una reazione alla paura lo fa piagere ma in fondo lui non aveva mai respirato, tira un sospiro a pieni polmoni, bruciore improvviso. I polmoni non erano mai staiti usati fino a quel momento. Gli occhi vedono la luce, una luce diversa da quella soffusa vista nella pancia. Bruciore, freddo, fastidio, stanchezza per lo sforzo compiuto….ma li’ c’e’ un abbraccio ristoratore ad attendere il piccolino. 

Quell’odore, quell’odore mi e’ rimasto indelebilmente nella mente, mi manca da morire. L’odore di “pancia” che hanno i piccoli appena nati e’ l’odore piu’ buono e piu’ bello (perche’ mi rievoca sensazioni meravigliose) che io abbia mai sentito in vita mai.

Il tempo del contatto pelle pelle e’ un momento per guardarsi, per toccarsi, per annusarsi. Il bambino vede la mamma, la sente, annusa l’odore della sua pelle e del suo seno che non confonderebbe mai con nessun’altro. Le mani e il corpo della mamma ancora caldi lo proteggono. Il cordone ancora attaccato alla placenta smette di pulsare e il respiro ritmico arriva piu’ dolcemente.  Con la testolina appoggiata al petto della mamma tutto e’ piu’ ragionevole, piu’ raggiungibile, piu’ lento e piu’ dolce.

Per la madre, abbracciare dolcemente per la prima volta quel corpicino che ha sentito muovere, che ha sentito passare attraverso il suo corpo e’ una sensazione estatica, un misto di ammirazione e autocompiacimento incredibile. Momenti unici che rimarranno segnati per sempre in noi e che nessuno potra’ mai ridarci. Il tempo, il grande protagonista della nascita, il suo scorrere inesorabile, sembrera’ tutt’altro che lento, volera’, ma d’altronde in quei momenti una mamma e’ in paradiso! Una famiglia riunita attorno ad un piccolo e’ una famiglia felice, una famiglia in adorazione. Il tempo del contatto pelle pelle permette anche ai genitori di elaborare in modo concreto, rispettoso e lento il lutto per la “perdita” improvvisa delle panciona tanto coccolata fino a quel momento. Tutti gli equilibri si assestano ma con il giusto tempo, una fase conoscitiva e di contatto profondo servira’ davvero per iniziare questa nuova vita in modo sereno, con dolcezza e amore.

Chiedete di concedervi il tempo di poter abbracciare il vostro bimbo senza che venga lavato, pulito, vestito. Sentitene il corpo, l’odore, il calore. Concedete a tutti voi il tempo di toccarvi di guardarvi per la prima volta negli occhi, di annusarvi. Chiedete che vengano rispettati i vostri tempi, le vostre volonta’; chiedete che venga rispettata la nascita di vostro figlio e la vostra ri-nascita. Lasciatevi il tempo di attaccare il bimbo dolcemente al seno, magari dandogli la possibilita’ di essere spinto da quel naturale istinto che lo fa arrivare in autonomia alla fonte di nutrimento e amore.

La nascita e’ un perfetto accordo tra natura tempo e amore.

GODIAMONE

Il parto dell’orango

Oggi ospito una mamma, Alice.

Come capita spesso, per caso, si fanno conoscenze positive, belle, serene. Oggi ne é la prova, scambiandoci pareri siamo arrivate a parlare di VITA. Belle parole che non ho voluto toccare perche’ é giusto restino tali:

Voglio partorire come  l’orango….

che afferra con ferma delicatezza il suo cucciolo e lo  porta alle mammelle senza fargli nemmeno sfiorare il giaciglio e lo pulisce e lo  accarezza mentre lui scopre per la prima volta il suo caldo e rassicurante  abbraccio.

Voglio che mio foglio sia accolto nella dolcezza di un  sussurrato “benvenuto!”, che scopra cos’è la luce partendo da quella nei miei  occhi emozionati!!

Voglio che il suo, il nostro istinto, lo guidi verso il  mio seno mentre riceve la carezza di suo padre.

Quanti di questi attimi magici non sono tutelati e  valorizzati? Quali situazioni imbarazzanti e avvilenti affrontiamo durante  quello che è senza dubbio il momento di massima vulnerabilità per una donna e  per il suo bambino?

Ogni donna dovrebbe affrontare quest’avventura intima ed  estrema nel massimo della consapevolezza, della sensibiltà e della serenità per  lei e per il piccolo che nascerà riconoscendo in se la forza necessaria,  ascoltando il suo corpo e riconoscendone i segnali naturali.

Per questo e tanti altri mille motivi voglio diventare una doula!

Alice

Una bella testimonianza di amore istintivo.

Credo che ognuno, dentro, abbia un richiamo naturale a seguire quello che piu’ ci rende felici e per una madre il primo bisogno é vedere e rendere felici i propri piccoli. Tutti dovremmo e potremmo abbandonarci all’istinto per godere veramente di quella che é la forza travolgente delle vita, per assaporarla nelle sue forme piu’ primitive ma cosi’ vere ed autentiche! Fondamentale e di primaria importanza é rivolgersi alla nascita con fiducia, partendo dal presupposto che siamlo dotate di un sapere che mai nessuno potra’ insegnarci meglio.

Essere doula é anche questo, sentire il bisogno di gridare “Lasciati andare, ce la farai, e ne sarei felice!”

Diventare papa’? Ti porto io!

Diventare papa’ é un bel cambiamento! Credo, pur non essendo uomo e non comprendendo da vicino lo stato d’animo, che lo “sforzo” che un uomo debba fare per realizzare veramente, di essere diventato padre di quella che fino a poco prima era una pancia palla, é ancora piu’ grande di quello della madre. La donna lo porta per nove mesi, lo sente crescere, instaura un feeling davvero speciale. Il papa’ puo’ farlo solo attraverso le cure della pancia e della dolce meta’ ( che al  nono mese é quasi un dolcissimo doppio).

La sintonia di coppia pero’ sta nel riuscire a condividere le emozioni in egual modo, i primi movimenti sentiti assieme, un orecchio sulla pancia per sentirne gli spostamenti, una mano, le attenzioni. Credo che partecipazioni non significhi debolezza e che attenzioni delicate non significhino mancanza di virilita’. Come scrivevo qui in questo post, un uomo vive la gravidanza in un certo senso come spettatore ma puo’ essere parte attiva del bellissimo show con la volonta’ di mettersi i gioco. Nelle nostra avventure é avvenuto tutto molto naturalmente ma spesso si assiste a “no no questa é roba da donne!” e mi rattrista pensare che siamo nel 2012 e ancora di parli di cose da donne e da uomini.

Un papa’ non puo’ forse prendersi cura dei figli da solo? Cosa potra’ succedere di tanto grave? Cambiera’ un pannolino mettendo alla rovescia, pazienza lo cambiera’. Preparera’ una pappa non gradita, peccato…si dovra’ cambiare lui perche’ la ricevera’ in faccia!

Ma poi…..non sono gli uomini che si vantano della tanto amata tecnica: UOMO SOLO CON FIGLI FA COLPO??????

E a proposito di papa’ che si mettono in gioco, che amano alla follia i loro piccoli e non hanno paura di sentirsi giudicati per azioni naturali istintive ed affettuose ecco qui questa immagine:

Bando alla ciance! I papa’ AMANO stare vicini ai loro piccoli ( ce l’ho ) I papa’ ABBRACCIANO volentieri e non c’é bisogno di chiedere! (ce l’ho) Nessuno é perfetto ma la naturalezza paga ed é la miglior maestra di sempre!

Portare il proprio piccolo potra’ far sentire piu’ partecipi della nascita i papa’ che potranno davvero sentire e toccare con mano le sensazioni di quella meravigliosa magia che si chiama gravidanza!

Una doula a Bruxelles. Mammerri e’ su Bruxella!

Vi segnalo il mio articolo di presentazione anche su Bruxella, il portale degli italiani che vivono nella capitale d’Europa!

Bruxella é un punto di incontro, di condivisione, di informazione e di scambio. Grazie mille a tutti quelli che mi leggeranno e che mi supportano fin da ora!

Presto ci saranno ancora tante novita’ !

 

 

Grazie !

 

 

 

Allattare puo’ aiutare a prevenire il cancro al seno…vanne fiera!

 

Come dicevo in un altro mio post scritto nei giorni scorsi, ottobre é un mese molto pieno di iniziative e ricorrenze.

Ottobre é anche il mese per la prevenzione del tumore al seno. Una malattia che colpisce per il 97% le donne.

Sul sito “nastro rosa” si trovano innumerevoli consigli, notizie e date di iniziative. E’ presente anche una sezione in cui poter scoprire facilemente il punto LILT piu’ vicino alla tua citta’ per una visita senologica accurata.

I consigli su come aiutarsi a prevenire la malattia sono citati e oltre a questi alcuni studi hanno dimostrato che la maternita’ e il successivo allattamento al seno possono fungere come importante terapia preventiva.

Se volete saperne di piu’ in merito ai benefici dell’allattamento potete cliccare qui , e collegarvi ad un blog “seno e salute” molto carino e ricco di notizie importanti ed utili.

Ora e’ il momento di diffondere per sensibilizzare perche’ sempre piu’ donne non trascurino la loro persona, siano attente, oculate e non abbiano timore della prevenzione! Prevenire é meglio che curare!

 

“ho avuto un cancro di mamma e oggi ho Teo!”

 

 

Concedetemi il tempo di evitare l’episiotomia

Aspettavo la mia prima figlia, quando ho iniziato ad informarmi e leggere molto sulle pratiche del parto e tutto quello che ne consegue.

Mi sono imbattuta nell’episiotomia. Parola mai sentita derivante dal greco “episeion” . Episi: vulva e Tomi: tagliare?

L’episiotomia a livello pratico è una piccola incisione  del perineo e viene fatta immediatamente prima del parto. Solitamente viene fatta per facilitare la fuoriuscita del bambino.

Nonostante in Italia sia ancora molto diffusa, (si calcola che venga fatta nel 65% dei parti spontanei, a differenza del 20% circa di episiotomie fatte negli Stati Uniti), almeno nella metà dei casi potrebbe essere evitata, visto che si tratta di una pratica piuttosto fastidiosa ed invasiva per la mamma ma anche per il bambino aggiungerei.

Due sono i tipi di episiotomie praticate:

  • la mediana
  • la paramediana o mediolaterale

La prima e’ un taglio che va dalla vulva verso l’ano la seconda invece va dalla vulva verso la natica destra con un taglio in obliquo.

Che differenza c’e’? La prima e’ meno dolorosa delle seconda in quanto solo i tendini vengono tagliati mentre nel secondo caso e’ coinvolto anche il muscolo. La mediana coporta una perdita di sangue minore e anche un fastidio minore. La mediolaterale permette un’apertura piu’ ampia, e’ piu’ dolorosa anche perche’ la zona coinvolta e’ maggiore e quindi con una perdita di sangue superiore alla prima.

Tra le due la seconda e’ la piu’ diffusa e spesso viene anche fatta una piccola anestesia locale per permettere alla madre di sopportare meglio il taglio e i punti di sutura successivi.

Gli strascichi che una mamma si porta appresso a causa dell’episiotomia sono di vario tipo e vanno dall’infezione della ferita, alla difficolta’ di sedersi facilmente, fino alla ripresa lenta dei rapporti sessuali dopo il puerperio.

Vogliamo aggiungere altro? Lo aggiungo, praticare un’episiotomia, a meno che non ci sia un riscontro medico appurato come per esempio la sofferenza fetale lo reputo un atto di violenza sulla nascita. Quando si parla di nascita indisturbata, tranquilla e rispettosa significa dare tempo, lasciare che la natura faccia il suo corso e la madre abbia il tempo di aprirsi completamente al parto, ma non solo a livello puramente anatomico ma anche emotivo. Dare alla luce un bambino richiede una grande ed importante partecipazione emotiva e i casi si parti difficili sono spesso causa di un’immaturita’ emotiva verso l’accoglienza del piccolo. Appurato che il nostro corpo sa come regolarsi perfettamente e assodato che una donna sa come poter partorire da sola, cosa manca? Qual’é l’ingrediente segreto senza il quale tutto viene reso piu’ difficile e complicato di quanto invece non é? Il TEMPO . Rispettare un parto, una nascita, un bambino, una madre, una famiglia significa concedere il tempo di poter reagire alle naturali spinte emotive che ci arrivano da dentro. Come mai durante un parto indisturbato la donna capisce e sente quando é pronta per assecondare le spinte? Come mai un parto d’amore ha come conseguenza una non avvenuta episiotomia, un secondamento rapidissimo e condizioni fisiche ottime di madre e nascituro?

L’episiotomia praticata senza motivo medico accertato é un non voler concedere il tempo alla donna di comprendere che da sola puo’ senz’altro risucire nel modo migliore. E’ un voler affrettare qualcosa che invece ha bisogno di lentezza, di tempo. Chiedete di potervi muovere, chiedete di essere aiutate nello scegliere posizioni piu’ appropriate come la posizione accucciata per esempio, la naturale gravita’ aiutera’ la discesa del bambino, anche questa volta il maggior aiuto proviene dalla natura. Chiedete di essere rispettate nella fisicita’ e nell’emotivita’, chiedete il tempo che vi spetta e siate certe che anche senza alcuna medicalizzazione ed interventismo a volte troppo precipitoso, potrete davvero padroneggiare una nascita meravigliosa.

 

Anche McCartney

 

 

Una foto davvero carina. Il piccolino, infilato nella maglietta stava sicuramente al riparo nelle braccia di papa’.

Tenere, coccolare, portare non e’ roba per sole mamme, anzi, i papa’ che sperimentano questo contatto naturale e d’amore non possono piu’ farne a meno.

Parola mia, moglie di un sano drogato di tutto cio’!

Allattare equivale a Pornografia?????

Ai contenuti delle regole di utilizzo di facebook compare questo trafiletto quanto mai discutibile….e per di piu’ sotto la categoria: nudita’ e pornografia.

Traduco: facebook non permette id pubblicare contenuti pornografici e imponi alcuni limiti sulla pubblicazione di contenuti con nudita’ corporee…..sia che si tratti di una scultura di Michelangelo o di un bambino contro il seno di sua madre?

Mi sorge spontanea una domanda,  ma quella che ci viene sbattuta in faccia ogni giorno allora cos’e’?

Programmi tv da far arrossire, copertine di giornali estremamente spinte, pubblicita’ provocatorie, discorsi da adulti perfino in radio….eppure….un bimbo allattato da ancora scandalo. Oggi nel 2012, il gesto piu’ antico del mondo grazie al cielo si ripete da sempre piu’ mamme che lo trovano normale ed amorevole, eppure…..viene chiamato pornografia. Account chiusi o sospesi per la pubblicazione di immagini ritenute “non adatte”. Ah si? Se la regola valesse per tutti in televisione potremmo guardare solo quel bell’uomo che e’ Bruno Vespa perche’ non ci rimarrebbe molto altro. I genitori attenti a limitare con il contagocce l’uso della tv ai bambini (che a mio avviso se anche non ci fosse potrebbe essere un bene), la pura di incontrare chissa’ cosa e in quali condizioni. Eppure questo non desta lo sdegno dei mass media e dei social network, questo e’ permesso. La giustificazione e’ sempre una e bella pronta, “hai il telecomando, puoi cambiare canale!” beh allora se e’ cosi’ “siamo dotati di collo: se non vuoi vedere o ti infastidisce vedere che allatto mio figlio al seno, gira la testa!” Eh beh, mi sembra un’equazione che funziona, peccato che i risultati siano differenti e che non riportino lo stesso clamore. Ci ingugniamo fior fiori di sedere ad ora di cena, gonnellini svolazzanti, seni volanti e deboradanti eppure…..oooooo che bel programma, invece, siamo al bar giornata felice, un sabato in famiglia e colazione all’aperto, ambiente tranquillo ed informale….arriva il cameriere e ha pure il coraggio di farci allontanare per conto di chi non ha nemmeno il coraggio di farsi vedere e comunicare il provvedimento di persona. Questi sono gli eccessi.

Il fatto é che la vicinanza tra madre e bambino dovrebbe diventare un assioma inviolabile, una normalita’, una consuetudine; solo cosi’ l’opionione pubblica potrebbe cambiare. Purtroppo pero’ fino a che non si rivoluziona il concetto di pudore credo che andremo poco lontano. Pudore e’ amare in modo appassionato un bambino che richiede cibo e amore! Questo é pudore! E’ pudore sedersi tranquillamente ed avvicinare la testa del tuo piccolo al seno. Questo é pudore….e c’é ancora chi grida allo scandalo…eppure io non mi sento una madre maleducata o scandalosa….E di certo non vado la sera a ballare su un bancone alla tv…

Quanto é importante sapere il sesso del bambino prima che nasca?

Ecografia, presto il mattino, un caldo incredibile, tanta gente in fila, le pancine fanno sedere le pancione. Ciao ti di quanto sei? Sono a termine! -__-  e tu? No, a me manca ancora un po’. E tu come stai? ecc ecc  Un vociare  simil bisbiglio affolla il corridoio e figure in bianco passeggiano senza curarsi di noi…ma finalmnente iniziano a chiamare! Pronti! Tocca a noi!

Entro… SI ACCOMODI! (ammazza, ho pensato), mi sdraio sul lettino e senza neanche accorgermene mi scoprono la pancia….. Ok, ho capito, e’ una gara sul tempo!

Ecografo appoggiato e via: arto superiore destro, sinistro, reni, fegato, misure, ecc ecc ecc, ecc ecc ecc, ……. FEMMINA.

TAC! Me l’ha buttato li senza chiedere se volevamo scoprirlo prima, se ci immaginavamo un maschietto o una femmina, se se. Tra lacrime di gioia e pensieri vari siamo usciti felicissimi ma la domanda piu’ importante a cui non mi era stata data risposta l’abbiamo posta noi: quindi Dott. la bimba ( visto che ormai sapevamo…) sta bene?

Potevamo davvero dirci felici, tutto procedeva bene e la cosa piu’ importante era che la piccola stesse bene!

Ad oggi pero’ mi chiedo: e’ cosi’ fondamantale sapere prima della nascita il sesso del nascituro? E’ forse perche’ dobbiamo concentrarsi sull’acquisto di tutine rosa rosa rosissime o azzurrre azzurre azzurrissime? Ma chi dice che il rosa sia da bimba e viceversa? Io da bimba, e ora, amavo molto il turchese, il viola, l’arancione, il verde smeraldo, ma di rosa proprio non ne vedo molto nelle mie tonalita’ preferite…. ! E’ forse perche’ dobbiamo essere pronti con una sfilza di possibili nomi, dividerli in due colonne, maschi e femmine, e poi eliminanrne una appena appresa la notizia? E’ forse per dipingere la cameretta?

L’unica che ancora oggi penso é: dottore, mi dica le cose importanti davvero, mi dica se sta bene! Di questo ha davvero bisogno il mio cuore di mamma!

 

Si conclude la sam2012

Si é conclusa anche un’altra settimana, ma questa era la settimama per festeggiare e sensibilizzare la positività e l’importanza del latte materno.

Tante mamme si sono radunate per allattare in gruppo, tante altre hanno letto,postato e stampato articoli promotori, tante altre ancora hanno cambitato la loro foto del profilo facebook mettendone una che le ritrae mentre allattano, tanta altre ancora hanno continuato a farlo come sempre in pubblico senza il minimo problema.

Personalmente mi ritrovo nella categorie delle mamme “spudorate”, come le definiscono molti, e senza troppi scrupoli offro cibo e amore anche se mi trovo al supermercato, in piazza o al parco.

Penso pero’ che il vero significato di queste belle ricorrenze annuali non sia il poter uscire allo scoperto una settimana all’anno ma il far capire a tante mamme che non sono sole. Non tutte infatti hanno potuto partecipare, condividere o anche solo leggere dei tanti  incontri formativi e di condivisione che sono stati organizzati, me compresa. Tante madri non hanno potuto scattarsi una foto assieme ad altre amiche anche se avrebbero voluto comparire anche loro nel gruppo, me compresa. Tante non hanno nemmeno sentito parlare di questa settimana particolare. Tanta mamme non sono informate sugli eventi perche’ non sempre si cerca nel posto giusto, si ha il contatto giusto, si incontra la persona giusta…. e a volte si arriva tardi.

“Avrei voluto conoscerti prima, ah se ti avessi incontrato prima, tho’ forse se lo avessi saputo…” non so voi, ma le mie orecchie hanno sentito diverse volte queste parole.

Credo che a parte le foto, le bellissime testimonianze e gli incontri di gruppo ora si debba continuare il lavoro delle formiche, una piccola fatica quotidiana da spendere in favore di cio’ in cui si crede. L’unione fa la forza, vero, ma ora e’ tempo di “chi la dura la vince!”

Anche se non é la settimana che consacra l’allattamento al seno mi auguro che ognuna di noi possa sentire la libertà nel cuore di chi non ha nulla da rimproverarsi, di chi vive serenamente un comento di comunione, di chi gioisce nel dare amore, anche la prossima, quella dopo e per tutte le successive a venire.

 

 

Buon proseguimento di allattamento ad ogni famiglia che continuera’ questa bella avvantura insieme.

 

 

 

 

Mammerri é su città dei bimbi.it !!!

Ho avuto il picere di ricevere una bella notizia anche oggi, la mia intervista é stata pubblicata sul primo portale italiano delle famiglie, città dei bimbi.it

Con grande piacere vi invito a leggerla qui !!!!

 

 

Grazie mille a tutti quelli che mi seguono, che mi leggono, che hanno il piacere di condividere qui sul blog pensieri, opinioni e sensazioni. Grazie a tutti.

 

Caro sindaco, avrò moooooolti più figli di quelli che non vorrai

Spulciando tra le notizie che vedono la nostra città come protagonista ne ho trovata una piuttosto scoraggiante.

Qui

Ma è possibile che la vita venga, ancora oggi, vista come un problema? Controllo delle nascite? Cioè? Cosa si intende?  Vogliamo arrivare agli estremi cinesi dove sempre più famiglie contrarie alla “politica del figlio unico” nascondono figli alle registrazioni comunali impedendo così di poter garantire loro un’istruzione una tutela sanitaria e una vita da normale cittadino.

Credo che il mettere al mondo figli sia una scelta talmente delicata e personale da non dover nemmeno essere considerata terreno su cui piantare paletti o erigere barriere, ideali e pareri non richiesti.

A ognuno la coscienza di mettere al mondo figli in modo responsabile, ponderato secondo le proprie possibilità forze credo e volontà. La vita che arriva in una famiglia, se viene accolta dai genitori, perchè altri devono reputarla un problema?!?

 

Soldatessa non sapeva di essere incinta e partorisce in Afghanistan

Mah. Io rimango sempre molto sconcertata quando sento queste parole. Ricordo che in Italia avevo visto un programma tv intitolato “Non sapevo di essere incinta” dove donne partorivano senza mai (così dicevano) aver avuto il sentore di essere il dolce attesa? Sarà vero?

Ora questa notizia ” Soldatessa inglese partorisce in Afghanistan”….

la donna ha dato alla luce il suo bimbo in modo inaspettato perchè dice il suo tenente colonnello Andrea Lewis, non sapeva di esserlo.

Beh, io lo sono stata, non è che parlo per sentito dire, so che, a mio parere, è impossibile non accorgersi di nulla. Come è possibile non vedere il proprio corpo mutare? Ok, molti diranno: magari la ragazza era molto in carne e il pancione poteva mascherarsi bene, ma il bambinello dove lo mettiamo?

Lui c’è! Si muove, si agita, scalcia, e non lo fa solo se stimolato, compie anche movimenti involontari dettati dal suo sistema nervoso in crescita e in via di sviluppo. Si fa sentire insomma. Io ricordo perfettamente i loro movimenti, qualsiasi altra madre può confermare credo.

Nausee a parte, perchè esistono anche donne graziate da questa vomitosa routine, il corpo si modifica,il seno il bacino anche, le energie mutano, i bisogni pure. Com’è possibile non accorgersi di nulla? A mio parere è alquanto strano, in ogni caso: se realmente questa madre non aveva recepito nessun segnale dall’interno beh, tanto bene quel che finisce bene. In caso contrario, cioè se ha voluto rimanere sul posto di lavoro fino all’ultimo non la reputo una scelta coscienziosa fino in fondo visto anche il tipo di lavoro. In fondo nella vita ci sono priorità e la vita di un piccolo non può certo essere messa a repentaglio!

 

 

 

 

Anche la Barbie partorisce in casa!

Si sta ritornando fortunatamente all’antica consapevolezza che una donna può dare alla luce il proprio bambino senza per forza dover stare immobile, legata ad un letto, sotto epidurale o anestetici vari, con mille medici attorno e innumerevoli visite per accertare l’avanzamento della nascita.

Sempre più mamme scelgono di dare alla luce il loro miracolo in modo rispettoso e paziente anche se in ambiente ospedaliero, chiedendo che attorno a loro si creino le condizioni ottimali per sentirsi “a casa”. In realtà molte altre scelgono invece la propria casa come luogo ideale e adatto per il lieto evento. Un travaglio gestito tra le mura domestiche o in ambiente indisturbato è spesso molto più gestibile rispetto a se avvenisse in luogo sconosciuto e frequentato da personale esterno. Ho avuto la fortuna di gestire i miei travagli in modo intimo, familiare, indisturbato e rispettoso, il parto ne ha giovato immensamente, ma non solo quello! Tutti quanti eravamo sereni, in estasi.

Per rappresentare tutto ciò in sequenza la famosa fotografa delle nascite Katie Moore di Beach Birth Photography ha deciso di utilizzare un soggetto molto atipico: la Barbie!

La Barbie negli scatti proposti è già madre ma è in procinto di dare alla luce il secondogenito. Il travaglio si svolge in casa accanto alle cure del marito, insieme attendono l’arrivo dell’ostetrica e di li a poco il parto. La madre lo stringe a sè immediatamente dopo averlo accolto e lo allatta al seno sotto gli occhi incuriositi della sorellina.

Scatti davvero curiosi ed atipici: ghigno a parte!  (quel sorrisino perenne stampato sulla faccia della bambola non ci sta granchè)

In ogni caso però penso che scegliere di partorire in casa debba essere il culmine di un percorso motivato e coscienzioso affrontato in tutta responsabilità consapevolezza e gioia.  D’altro canto anche un parto ospedalizzato ma non medicalizzato, tranquillo, lento e familiare è diventata per moltissimi un’ apoteosi di gioia ed amore. Quindi in ogni caso un approccio sereno, deciso e motivato faranno la differenza!

 

 

Come quando e dove partorire?

Come avevo già scritto tempo fa in un post qui sul blog “partorire scegliendo”  il lusso più grande per una donna sarebbe quello di essere lasciata libera di scegliere come quando (la natura fa il suo corso) e dove partorire senza alcuna influenza esterna.

La proiezione del film “Freedom for Birth”  dello scorso 20 settembre, ha riportato  (per fortuna) l’attenzione sul tema della libera scelta e libero decorso del parto naturale.

Leggevo questa mattina un articolo che parlava proprio del film e poneva una domanda “siamo davvero libere di scegliere come far nascere i nostri bambini?”

Dopo la visione del film rimane un pò di nodo in gola perchè nell’era della tecnologia, dello sviluppo e del progresso non è concepibile porre limiti dovuti a tempo, modalità e luogo ad un evento meraviglioso come la nascita.

Speriamo però che a voci se ne uniscano altre, le voci diventino teorie, le teorie convinzioni e le convinzioni pratica e rispetto. Solo così potremmo essere davvero libere di scegliere. Ad ognuna spetta la sua unica, personale, indiscutibile e sicuramente stupenda scelta.

Vergognati tu, guardone!

Voglio pubblicare anche sul blog questa immagine che ho diffuso qualche settimana fa tramite la mia pagina facebook e la mia pagina personale.

Il messaggio che ho voluto lanciare è in realtà una speranza: quella di una mamma che è stanca di sentirsi gli occhi puntati addosso, guardata e giudicata mentre nutro di amore coccole e non solo i miei bambini.

Se fatto in modo naturale, quindi discreto e senza secondi fini (che non so quali potrebbero essere in realtà), la vedo come la cosa più dolce e normale del mondo. Una mamma che abbraccia d’amore il proprio bambino.
Ritengo che la malizia, in questo caso, stia davvero negli occhi di chi guarda e che quindi non ci debba essere vergogna per una madre che risponde prontamente ad un bisogno.

 

Festeggiamo tutte la nostra sam12

In questi giorni ho chiacchierato, scambiato idee e mi sono confrontata con tante tante mamme. E’ molto bello poter aiutarsi/indirizzarsi vicendevolmente  e farlo in modo del tutto libero, gratuito e disinteressato. Senz’altro è un’occasione arricchente e di crescita, non si finisce mai di imparare!

Si parla di allattamento, si parla di seno, si parla di…”ah, io non allatto più” “ho allattato solo…” . Scambiando esperienze con un’amica, proprio domenica, sono rimasta molto colpita da alcune sue parole: “io ci ho provato ma ho allattato solo un mese, nessuno mi ha sostenuta e mi ha indirizzata”

Lo ammetto, posso dissentire dalla scelta di non provarci nemmeno, di lasciare da parte questa meravigliosa esperienza, di preferire il distacco al contatto, ma a queste parole non  posso essere indifferente. Una madre non NASCE IMPARATA, una madre nasce assieme al bambino, diventa per la prima volta qualcuno di essenziale ed inscindibile per e dal piccolo. Come poter giudicare/colpevolizzare? Provo invece dispiacere o piuttosto affetto verso quelle parole così dolci e volenterose che però al momento del bisogno non hanno trovato la giusta risposta e se la sono data da sole: smettere.

Beh come ho già detto ad altre mamme che vivono qui vicino a me, troviamoci, festeggiamo tutte perchè sono convinta che una mamma che non nutre dal proprio seno il suo piccolo lo fa serenamente ma con la voglia di riprovarci una seconda volta o con il rammarico di non averci provato di più. Sicuramente però lo guarda negli occhi con lo stesso amore con cui io guardo i miei. Per cui festeggiamo! Siamo mamme.

 

Sarà anche una voce fuori dal coro la mia, ma festeggiare la SAM personalmente, significa incontrare altre madri e condividere l’amore per la vita donata, oltre a portare avanti la volontà di allattare al seno più a lungo possibile! Magari la prossima volta anche tu.

 

Allattamento in tandem

Allattare due bimbi di età diverse contemporaneamente si può?

La mia risposta è SI ASSOLUTAMENTE SI.

Non è semplice organizzare i primi momenti con il nuovo nato, non è semplice per i genitori ma nemmeno per il fratellino grande che troverà vicino a sè un bambolotto che si muove  e  che come lui  cerca la mamma.  Non sarà semplice gestire gli orari, il contatto, i bisogni di entrambi ma con un pò di pazienza e buona volontà si possono condividere emozioni davvero uniche.

Molti bimbi si svezzano durante la gravidanza della mamma, il latte infatti cambia sapore a causa dei cambiamenti ormonali. E’ stata la mia bimba a darci la notizia del fratellino in arrivo : dopo alcuni mesi di allattamento tranquillo e sereno ha cominciato senza motivo a darmi piccoli morsi e staccarsi frequentemente durante la poppata. Non capivo il motivo…poi tutto è stato chiaro, chiarissimo. Proprio per questo “cambio di gusto” inaspettato alcuni bimbi perdono la voglia di attaccarsi smettendo così di cercare la poppata. Il problema dell’allattamento congiunto perciò non si pone. Ma se il piccolo non da poi troppo peso al sapore del menù e continua a reclamare latte di mamma? Diamoglielo!

Alla nascita certamente sarà così preso a studiare il nuovo arrivato che le poppate in compagnia avranno tutt’altro che un aspetto difficoltoso.

Un non neo-nato può poppare anche in posizione seduta, lasciando così lo spazio necessario al più piccolo; poppare insieme li mette sullo stesso piano, non c’è un preferito dalla mamma, il cocco. Li fa sentire esattamente identici e questo è molto utile per modulare la gelosia innata ed innocente dei fratelli. La suzione di un bimbo che ha i denti è molto differente rispetto a quella di un pargolo appena nato. La posizione della lingua infatti è molto differente, ma non per questo la suzione perde di vigorosità. Questo aiuta il seno della madre a produrre latte senza dover utilizzare altri strumenti manuali o elettrici aggiuntivi. Inoltre in caso di problemi di avviamento all’allattamento, soprattutto in caso di suzione problematica da parte del piccolino, un aiuto incredibile nonchè unico rimedio contro ingorghi e mastiti è tenere il seno sgombro e svuotato. Un bimbo che poppa già da alcuni mesi potrà essere provvidenziale! Subito dopo il parto il latte cambierà per l’ennesima volta sapore arricchendosi maggiormente di zuccheri, una coccola anche per un bimbo grande! Dulcis in fundo gli anticorpi che arrivano ai piccoli attraverso il latte materno garantiscono una buonissima copertura da malattie virali e non solo, anticorpi che di certo non faranno male ad un bimbo cresciutello.

Il riflesso di eiezione del latte, cioè la fuoriuscita di esso anche dal secondo seno durante la poppata, è la naturale prova che allattare contemporaneamente due bambini è possibile!!! Anche se di età differenti!

I papà che sostengono l’allattamento al seno

Quale miglior supporter può avere una madre se non il proprio marito?

Una coppia di neo-genitori mai si immagina quanto tempo viene dedicato all’allattamento. Mattina, metà mattina, mezzogiorno, pomeriggio, metà pomeriggio, sera, sera inoltrata, notte, metà notte e ancora rimetà notte, poi mattina e così via, si riparte. Ricordo che con la mia prima figlia prediligevo allattare sul divano, dalla parte destra esattamente, perchè lo sentivo più comodo. Mi sembrava di essere sempre seduta li, tutto il giorno. Di tanto in tanto dovevo perfino girare i cuscini perchè si infossavano! Sembra il colmo e mi viene da sorridere ma eppure era così! Il tempo da dedicare per un buon inizio e proseguimento di allattamento è sicuramente parecchio, per questo una donna ha bisogno di supporto ed incoraggiamento.

Alcuni papà risentono di questo rapporto esclusivo sentendosi accantonati e trascurati, altri invece si ergono a paladini del titto e ammirano sognanti la scena di madre e figlio in completa sintonia.  Noi siamo una famiglia aperta, tranquilla, serena e spensierata. Al primo segnale di richiamo è mio marito stesso a drizzare le antenne e capire che sta echeggiando il  bisogno di latte. Mi sento solo di chiedere ai papà (ma anche alle mamme) che non parteggiano per l’allattamento materno: non vorreste donare salute e benessere al vostro piccolino? Beh credo che la risposta sia positiva, come per tutti i genitori innamorati. Questo dono lo avete tra le mani, potete regalargli anticorpi, un buon sviluppo, salute di ferro e vitalità. Concedete tempo, siate perseveranti e abbiate fiducia nelle vostre capacità! Siate dei papà (e mamme) che sostengono l’allattamento al seno!

 

Doula chi è?


Tantissime volte mi trovo in questa situazione. “ciao…bla bla bla…e tu di cosa ti occupi…bla bla bla…sono doula…”     “pardon???”  -_-

E da li il mio sorriso si accende ancora di più di quello che non è già, benissimo, diffondiamo!

La doula mi piace definirla come un’amica, una mano sincera, affettuosa e fiduciosa, che accompagna, porta con se, aiuta, da sicurezza e forza, una persona che ti sta vicino, con cui puoi parlare, aprirti. Un’anima con cui elaborare vissuti, con  cui incrociare speranze ed attese, una donna che mette a tua disposizione il suo io, il suo essere madre e te lo dona. Una doula è una coccola, una carezza, un supporto, un incitare sincero, un appoggio sereno, un confronto aperto e un dialogo arricchente.

Essere doula significa avere fiducia nell’evento più meraviglioso e delicato della vita: nascere. Significa avere la voglia di incrociare nuove vite serene e fare di tutto perchè un caldo abbraccio possa sostenerle fin da subito. Significa avere la volontà di esserci, di farsi sentire, di lottare assieme a te per cambiare qualcosa che non hai avuto o portare avanti un progetto di felicità.

La doula non è una figura operativa a livello pratico. è invece un sostegno, calore,  partecipazione, un canto sottovoce e un rispettoso appoggio.

Ecco oltre che essere ad essere madre di cosa mi occupo…

Doula

Sono una mamma. Posso dire davvero di aver ricevuto il DONO della maternità, di aver conosciuto la vera gioia e di viverla giorno per giorno apprezzando ciò che c’è di bello e affrontando le sfide quotidiane.

Ho avuto la grandissima gioia di accoglierli con il sorriso. Sono venuti al mondo nell’amore, in silenzio, lentamente, con rispetto. Ero a terra, il contatto con il pavimento mi ha tenuta li con la mente, mi ha fatta sentire unita a loro, mentre li attendevamo ripetevo il mio mantra. Le prime persone che li hanno sfiorati siamo stati io e il padre e noi soli di li a due ore. Nessun altro. Noi e la vita nascente.

Da li il cambiamento, la svolta, il mio continuo pensiero a loro, il loro odore sulle mie mani ancora colorate, il loro sguardo nel mio. Tutto era amore. Ecco perchè ho deciso, dopo una scelta maturata nel tempo, di essere  doula. Un desiderio mi pervade, quello di aiutare altre madri ad accogliere nel modo migliore i loro figli, a dar loro un benvenuto speciale, a farli sentire a casa, arrivati in un posto sicuro. Vorrei che sempre più mamme ricordassero il travaglio come un bellissimo percorso per abbracciare la loro creatura, i dolori come dono per apprezzare eternamente quello che abbiamo ricevuto. Vorrei poter dare supporto creando unione, i padri  hanno il diritto di veder nascere i loro bambini, al diavolo le false teorie attorno al mito “se vedo mia moglie partorire non sarò più attratto da lei”.  Vorrei dare sostegno raccontando le miei esperienze di madre cocciuta e determinata nell’allattamento al seno esclusivo e prolungato.  Ho meditato parecchio e la realtà è che ogni nuova vita ha il diritto di essere accolta con un abbraccio.

Taglio cesareo o taglio dell’anima?

Molte madri raccontano di aver avuto un parto difficile, sofferto, doloroso e infelice. La maggior parte di queste donne è stata cesareizzata.

Molto delicato e fragile è il momento in cui si realizza di avere tra le braccia una nuova persona, con necessità bisogni, debolezze, carattere e preferenze. Un momento di transizione dall’essere in attesa di…all’avere ora. Un momento da vivere elaborando le sensazioni, assaporando il vissuto, il ricordo del travaglio e il dolore che lo ha pervaso. Le emozioni si susseguono fino a che davvero capisci di essere madre e di essere li per il piccolo che hai portato in grembo a lungo. Tenerezza e ammirazione invece mi suscita la madre che viene trasportata in sala parto per l’operazione. Il passaggio che deve vivere è di gran lunga molto complicato, tutto d’un tratto si trova tra le braccia il piccolino ma i ricordi sono sempre molto affollati. La forza delle madri che esprimono come unico desiderio quello di tenere accanto il piccolo tutto il tempo possibile immediatamente dopo il taglio è grandissima. La volontà di accettare la situazione di ripartire da zero è ammirevole.

Alcune però rimangono con un piccolo vuoto dentro, un delusione di sè che a volte risulta incolmabile; come se nel puzzle della nascita mancasse una tesserina. Il non aver vissuto appieno ogni momento, il non aver sentito il piccolo corpicino scindersi dal nostro rimane una volontà, e qui diventa una sfida. Piena ammirazione e sostegno per tutte quelle madri che danno alla luce figli nell’amore seppur attraverso un taglio cesareo che se affrontato con apertura di cuore verso il piccolo in arrivo diventa esperienza di vita e di crescita. Molte donne infatti sentono vivo il desiderio di ritentare, di riprovare e di partorire in tutta solitudine ed autonomia. Sono dell’idea che un taglio pregresso non vincoli un stupendo parto naturale poi.

Oggigiorno si sta camminando verso un’umanizzazione del cesareo, più rispettoso, meno frettoloso. Si presta più attenzione all’avvio di un buon allattamento al seno anche dopo l’operazione, al contatto, ma la strada da fare è ancora moltissima. Vorrei solo esprimere il mio completo sostegno verso tutte quelle mamme che avrebbero voluto ma che non hanno avuto un parto naturale. L’amore con cui si accoglie è ciò che da il vero valore alla nascita, IL FINE NON IL MEZZO.

Sono figlia di un cesareo d’urgenza, ma ho avuto e ho tutto l’amore del mondo. Una mamma cesareizzata è una mamma coraggiosa!

 

Sono una mamma chioccia? LO VOGLIO!

Tu es une mère poule!

Tradotto: sei una chioccia….

muble, muble…attimo di riflessione silenziosa, sinapsi prepotente e non riuscita completamente a causa di un temporaneo disordine interno, trovo due concetti, li infilo uno dietro l’altro, sto per aprire le danze alle parole…non c’è più…dov’è? Ma dov’è cotanta saggezza che proferisce parole pungenti e a sproposito?

Quante madri si sono sentite giudicate, additate, discriminate e definite eccessivamente protettive nei confronti dei figli? Quante volte per una decisione di pancia e amore si assiste a montagne di consigli dati ma non richiesti?

Mi sono chiesta più volte se il mio atteggiamento di madre assecondante fosse sbagliato, ho esaminato più volte il mio modo di agire e pensare eppure non giungevo ad una soluzione unica.  Ho perciò deciso di esaminare punto per punto ogni aspetto del mio essere mamma per aiutare chi come me si è ritrovato più volte a spulciare ingiustamente atteggiamenti del tutto naturali che, sfortunatamente, non vengono ben compresi ed interpretati da gran parte del nostro entourage.

Potrei lottare ad ogni rifiuto, tirare per i polsi, forzare e spingere, otterrei ciò che voglio io e un figlio non soddisfatto di ciò che sta facendo. Potrei provare ad ingozzarlo a pranzo e chiuderlo in camera al pomeriggio. Riuscirei ad uscire ma non di certo con un bambino entusiasta, potrei leggere un libro, si,  ma avrei i singhiozzi di mio figlio nelle orecchie.

Potrei obbligare e non chiedere, imporre e non permettere di scegliere per il bagno, la cena, il libro da leggere, i giochi da inventare, riordinare e l’ora di riposare. Potrei trovare il tempo per un bagno caldo o una piega ai capelli ma sicuramente con un bambino amareggiato, ferito e triste.

Potrei decidere di correre a far compere nonostante mi si chieda il contrario. Avrei il frigorifero pieno e magari qualche vestito nuovo nell’armadio ma poca soddisfazione nell’aver fatto tutto ciò nel modo più triste.

Potrei lasciare ore e ore nel box a piangere il piccolino di casa mentre cerco di sistemare il sistemabile, per rendere tutto più vivibile. Avrei una sala più ordinata e una cucina più pulita ma il cuore infranto e le lacrime agli occhi.

Potrei chiudere nella stanza accanto i bambini prima di dormire perchè prima o poi dovranno abituarsi a dormire soli! Non avranno sempre bisogno di me! Riuscirei ad avere più spazio di movimento nel lettone, potermi girare e rigirare come meglio credo ma sicuramente poche ore di sonno e di nuovo il cuore in pezzi.

Mi sono posta più e più volte queste domande, ho letto tanto, mi sono informata, ho discusso animatamente, ho cercato di aprirmi allo scambio di idee ed alla condivisione, ma solo nel volto dei miei piccoli ho trovato una risposta.

Invece di tutti quei potrei ho sostituito un POSSO. Posso ascoltare i miei figli senza vincoli, posso sostenerli, farli parlare liberamente, seguirli quando corrono in discesa e raccoglierli e consolarli e sono caduti.Posso da loro fiducia quando vogliono a tutti i costi aiutarmi nelle faccende routinarie. Posso accompagnarli per mano al parco se lo desiderano e posso tenermeli tutto il giorno addosso chi in un modo chi in un altro, per offrire riparo consolazione amore e sicurezza. Posso cercare insieme a loro una soluzione che sia per tutti la migliore, posso pazientare e non forzarli, posso dormire con loro nonostante a volte sia scomodo, posso essere al loro fianco nei momenti di scelta. Posso essere la loro metà fino a che lo vorranno.

A tutti questi posso ho sostituito in modo molto naturale un bellissimo VOGLIO!

Se definire chioccia significa dipingere una madre che si prende cura apertamente, liberamente, indiscriminatamente e costantemente delle proprie creature…beh…niente di offensivo all’assomigliarmi ad una gallina!  LO VOGLIO!

La pancia dopo il parto

Tante volte mi chiedevo come sarebbe diventata la mia pancia dopo il parto. Sai di essere in attesa, il corpo sta cambiando, subito niente è evidente. Piano piano le forme si modificano, la silhouette prende un’aria diversa, più generosa, più accogliente, più materna. Abbandoni pian piano i pantaloni preferiti e li appoggi nell’armadio momentaneamente, ma lo fai con fierezza perchè ti vanti immensamente del tuo bel pancione. Le camicie non si allacciano più e opti per vestiti più comodi e larghi. Arriva il parto e in un baleno…la pancia si modifica di nuovo. Quel che prima era una perfetta sfera di pelle lucente ora non lo è più. Non hai nemmeno il tempo di realizzare la nascita che i visitatori iniziano a portare gli omaggi alla neomamma e al nuovo nato : “oh ma come sei in forma!” “ti trovo in gambissima”  Ipocriti.

Dopo questa piccola introduzione vorrei sfatare il mito della bellezza perfetta e immediata post parto. Dipende cosa intendi tu per bellezza. Se per te la bellezza è questa 

 

sappi che ti dovrai procurare anche altre cosette: innanzitutto una buona balia per la tua creatura appena venuta al mondo, e non dico baby sitter, dico balia, perchè oltre a curarla e fare le tue veci tutto il giorno dovrà anche allattarla…non vorrai mica farlo tu! Poi dovrai procurarti un’entourage di collaboratori pronti a soddisfare ogni tuo desiderio, un personal trainer che ti sottopone ad esercizi mirati, uno chef che ti cucini solo cibi sconditi e bevande energetiche. In più dovrai avere, se vorrai e ti interessa, qualcuno vicino che ti aiuti a ricordare il momento del parto perchè tu mentre nasceva il tuo bambino eri bella che addormentata…taglio cesareo a richiesta ovviamente!

Se per te, come per me, invece la bellezza è questa

sappi che sei la mamma più bella del mondo. Il tuo corpo porta evidenti i segni di tutto l’amore che hai messo per creare il tuo piccolo grande miracolo. Sono segni di vissuto, come le rughe sulla fronte degli vecchi saggi, anche la tua pancia racconta una storia, una storia di vita e di creazione, una storia felice e di serenità, una storia di amore. La tua pancia non vuole perdere il ricordo di quello che è stato e quello che ti ha portato ad avere e stringere la gioia tra le braccia. Ti sta aiutando a non dimenticare, a non perdere dei pezzi per costruire il passaggio da “donna” a “donna e madre”. 

Molto spesso non ci si riconosce più, non ci si sente più le stesse. Poi ti affacci dalla porta del bagno dove ti stai guardando  allo specchio e vedi il lettone pieno … eh si, ora si che ti senti bene e pensi “sono la mamma più bella del mondo”.

Tutto tornerà come prima, la pancetta residua ritornerà a posto e i segni scompariranno ma per questo ci vuole tempo. Siamo umani e non piccoli maghi che con un colpo di bacchetta possono cancellare 9 mesi di crescita. Diamoci tempo, tutto verrà, ma diamoci tempo! Basta con il dover tendere per forza ad un modello di perfezione che di reale non ha niente, una bella mamma è una mamma serena, amata e felice.

Baby blues

 

Ricordo con nitidezza quella sensazione: hai tra le mani il più bel dono del cielo, la creatura che   hai tanto immaginato, atteso, sognato…le sue manine i suoi occhi sono li adesso…eppure…ti senti triste, la gola si chiude e un pianto singhiozzato esce quasi senza controllo. Ti senti un’ingrata, una stupida e non trovi una spiegazione a tutto ciò. Qualche giorno va meglio, qualche altro peggio, poi ritorna, e ritorna ancora. Quando tocchi il tuo corpo  ti senti terribilmente diversa, ti senti vuota, ti senti diversa dentro. Eh si, sei diventata mamma!  Penso alla prima doccia, penso alla prima volta che mi sono stesa a letto ” a pancia in giù”. Un attimo di esitazione mi ha portata a girarmi immediatamente sul fianco come se inconsciamente pensassi di portare ancora il mio bimbo in grembo ma quello che era per me un dato di fatto si era trasformato in una difficile realtà. Ero VUOTA. Se fino a quel giorno tutte le attenzioni erano verso la panciona che cresceva per accogliere e permettere ad una vita di essere felice, ora dovevo darle ad un bimbo in carne ed ossa che era li tra le mie braccia. Ogni gesto quotidiano riporta alla mente che per nove mesi sei stata un bellissimo contenitore di vita, ma che ora deve trasformarsi di nuovo. Lavare i piatti appoggiandoti al lavabo, ora puoi farlo molto meglio…non ti si sono allungate le braccia…ora puoi sollevare tranquillamente le borse della spesa e pacchi di acqua…non sei diventata Maciste improvvisamente….! Lo sforzo che una madre deve compiere nel REALIZZARE che tutto quello che è stato per 9 lunghi mesi ora non è più, è grandissimo. Prima bastava prendersi cura di sè, ascoltare i movimenti del piccolo, cantare, coccolarlo, interagire con lui, immaginarlo, sognare, ma tutto d’un tratto questa non è più la tua quotidianità. Sei immensamente grata al dono della maternità ma eppure non riesci ad esserlo  a pieno cuore. Il senso di colpa in questi momenti la fa da padrone e molte mamme perdono la fiducia in loro stesse e  nelle loro capacità. Ogni donna ha scritto dentro sè il perfetto manuale della buona mamma che non è quello che ci viene imposto, suggerito o insegnato, è quello che sentiamo. Il senso di inadeguatezza e delicata malinconia passerà perchè la forza nell’avere una stupenda creatura vicina sarà così tanta da far volgere quello che sembrava essere un tramonto in una nuova alba…quella della nuova vita insieme. E’ nata una mamma! La leggera malinconia e tristezza che avvolgoni i primi momenti insieme fa  parte del normale decorso del dopo-parto. NORMALE FISIOLOGIA. Guai a sentirsi DIVERSE.

Perchè spesso gli articoli che si trovano internet sventolano parole pesanti come SOFFRIRE.  Per esempio ne cito uno dei tanti

http://drmarilenaporcelli.bloog.it/baby-blues-ovvero-la-tristezza-delle-mamme-dopo-il-parto.html

“una percentuale tra il 50 e l’84% soffre di …”

Ma perchè? Perchè usare il termine sofferenza? Credo che invece si possa parlare in altri termini. Non credo che sia un periodo sofferto, bensì un periodo di assestamento e di scoperta. Ci si scopre piano piano come madri, si impara a prendersi cura del bambino in modo diverso, si impara a crescere ed affrontare un momento delicato in compagnia di un esserino che abbiamo creato noi stesse. Una madre nel puerperio prova sentimenti contrastanti e leggendo parole come “sofferenza” rischia di sentirsi ancor più anomala, rischia di sentirsi MALATA. Il dopo parto è un periodo molto delicato che ogni donna ha il diritto di vivere nel migliore dei modi. Un accompagnamento nel puerperio mano nella mano con il proprio marito, una doula, una madre o una sorella silenziose e sostenitrici, lascerà un dolce ricordo e ogni cosa riprenderà il giusto colore.

PERDERE la pancia non è una cosa da poco, è un cambiamento dell’anima e del corpo così importante da dover auto-concederci il santo tempo di ELABORARLO.

Una mano vicina, una persona che sta li, non chiede, non parla, ti guarda piangere e ti offre una spalla per farlo. Non sentitevi mai inadeguate, sfiduciate o peggio ancora affette da chissà quale depressione. Ogni cambiamento verrà da se, e il bambino nato è solo il primo grandissimo passo!

“Prendi” l’allattamento? “No, ci pensa il papà!”

Dal titolo non si direbbe possibile una cosa del genere…! Invece lo è.

Già non è che mi piaccia molto la dicitura gergale e qualunquista “PRENDI l’allattamento?” Non prendo un cavolo! Questo è il minimo che mi spetta, e il mio datore di lavoro deve garantirmelo! Magari…questo infatti non è successo in casa nostra.

Nonostante  io abbia tra le mani una laurea da ingegnere gestionale e un cervello creativo, propositivo e funzionante, e nonostante io “lavorassi” (dopo capirete le virgolette) per una multinazionale gestendo un reparto produttivo interno, avevo anche per le mani un “contratto” che in realtà contratto non era…IL CONTRATTO DI STAGE!!!!  Rullo di tamburi…squillo di trombe….e piatti che suonano! Una grandissima fregatura. Per dirla tutta il mio rimborso mensile, perchè non si può parlare di salario o stipendio, si aggirava intorno ai 500 euro per 8/9 ore al giorno (non è che mi grattavo la pancia_ona….ero incinta del secondo figlio!) dai quali PERO’ dovevo sottrarre l’ammontare delle singole giornate in cui io non riuscivo ad essere presente. Per esempio mia figlia una volta ha avuto la sesta malattia e sono rimasta accanto a lei per tutto il decorso…alla fine del mese ho avuto 500(MENO)la settimana di “secondo loro assenza ingiustificata”= una presa per il naso (sono una signora per bene ma potrei e in fondo vorrei essere più scurrile) . Per non parlare delle ferie…quelle non sono contemplate nel “contratto di stage” e se ho voluto portare un pochino via dalla afosa pianura padana nel mese di agosto mia figlia, ho dovuto sottrarre dalla paga finale anche quei giorni…! “vado alla toilette” “mi raccomando ricordati di sottrarlo eh?!” ci mancava solo questo? !!

Ma insomma lavoravo per la gloria? Lavoravo per cosa? Lavoravo per crearmi un posto di lavoro sicuro domani che inconsciamente sapevo non mi sarebbe mai stato dato perchè….ero incinta! Ma povera illusa, continuavo a sperare “forse apprezzeranno la mia buona volontà…” (Ma piccolo inciso…chi vive sperando…..a voi la conclusione…ripeto, sono una signora!) Avevo a casa una bambina di 6 mesi quando abbiamo saputo che avremmo accolto un fratellino tra noi —e provavamo a costruire qualcosa per loro. Purtroppo la comodità in Italia oggi la fa da padrone, soprattutto nei confronti delle donne, e questo è un vero schifo. E’ comodo assumere con questi simil-contratti perchè poi la comodità nel dirti “da domani puoi rimanere a letto” è estrema. E ripeto , questo è uno schifo. Dentro di me speravo di riuscire a mantenere il mio posto di lavoro, sono andata nei mesi estivi caldissimi con il pancione e le nausee, sono andata tutti i giorni, sempre, e davo il meglio. Non ho mai alzato la voce o mi sono opposta ma munita di scarpe antinfortunistiche e di pancione al settimo mese, ho camminato in officina dove i pericoli sono moltissimi e dove si lavora con gli olii minerali. (a voi lascio l’ulteriore informazione su queste schifezze e sugli effetti possibili in gravidanza…) Le ragazze in produzione possono permettersi il congedo per maternità dal primo giorno in cui viene accertata la gravidanza perchè lavorano a contatto con sostanze nocive…pensate un pò…eppure io andavo per disporre il lavoro e permettere che tutto funzionasse…tutto per mantenere viva in me una speranza.E non ho mai sentito dire: non andare, non è sicuro per te! MAI….grande amarezza

Per farla breve, ovviamente una mamma stagista non ha nemmeno diritto alle ore per allattamento…..punto cruciale! Io avevo la gran fortura di avere i miei genitori vicini al mio tesoro durante la giornata ma si sa, con un bimbo piccolo le attività possono essere limitate e dovevo  pur dare respiro alla nonna! Nonostante lei lo facesse molto volentieri e ottimamente, sentivo il bisogno di darle un pò di tempo per preparare il pranzo con calma, uscire per un giro in bici o fare la spesa con calma…ma non sapevo come.

Ho iniziato ad informarmi e credetemi è stata dura. Nessuno sembrava sapere, gli organi competenti allargavano gli occhi straniti rispondendo “mi devo informare, mi torna nuova” …ma alla fine ce l’abbiamo fatta.

Mio marito ha potuto godere delle ore di allattamento fino al compimento di un anno di età della piccola.

Quindi, se la madre non può godere del diritto alle ore di allattamento quotidiane (es se è mamma a tempo pieno o sfortunata stagista come ero io…) è il padre che può usufruirne. 2 ore quotidiane, solitamente prese alla stessa ora (a noi faceva comodo la pausa pranzo) fino al compimento di un anno di età del piccolo. Nonostante sia stata una faticaccia, perchè mio marito doveva farsi avanti e indietro più volte, per noi è stata una grande soddisfazione. Da papà, mio marito ha avuto il grande privilegio di poter passare con sua figlia momenti che non torneranno più indietro e oggi infatti può dire “Io c’ero!” . Solitamente, quello del tempo è un cruccio che i papà si portano dietro a malincuore perchè vorrebbero essere più partecipi ma non sempre è possibile. Io e lui non ci incrociavamo nemmeno durante “l’allattamento” ma la piccola aveva la gioia di poter stare anche tutta sola con il suo papà, il loro attaccamento ne ha giovato moltissimo. Con questa mia esperienza vorrei dire a tutte le mamme a tempo pieno o che stanno vivendo quello che ho passato io (che con il cuore spezzato e il saccoccio pieno di vane speranza partivo la mattina per il mio “sfruttamento” quotidiano) che possono chiedere questo alle associazioni competenti. Si può fare! Si può anche se ce lo tengono ben nascosto perchè infondo per l’economia e il datore di lavoro l’importante non è sicuramente la serenità della TUA famiglia! CHIEDETE !!!

Ti ho sentito nascere…ti amo…il latte c’è…

In questo post non vorrei raccontare la mia esperienza personale ma quella di una giovane mamma nonchè mia amica che ha partorito una stupenda e allegra bimba. Ieri scrivendomi mi ha raccontato la sua storia, che conoscevo già, ma che non mi aveva mai descritto con tanto amore.

Greta ha stretto tra le braccia la sua creatura prima dello scadere delle 40 settimane, un mese prima. A causa di un arresto di crescita e in più posizione podalica, si è dovuta sottoporre ad un taglio cesareo. Come dice lei, probabilmente se la gravidanza fosse arrivata a termine, avrebbe potuto avere un parto naturale, ma questi sono i fatti. Ora si può provare a cambiare! Infatti ora Greta è di nuovo in attesa ed è più che mai intenzionata ad affrontare di nuovo il parto questa volta naturale! Attorno a sè però non ha trovato sostegno e comprensione per questa sua scelta…”ma no, fa male partorire” “ma no, hai già fatto un cesareo, fanne un altro! è più comodo!”

“. . . Mi consigliano di rifarlo e di non soffrire x un parto . . . Tu non sai quanto mi facciano incavolare. . . E io ripèto sempre che non é bello avere un taglio nella pancia e che cmq, voglio vivere questa esperienza e questo dolore x poi abbracciare il mio cucciolo. . .”

Parole forti di chi si vuole mettere in gioco completamente! Perchè mai non sostenere, incoraggiare ed accompagnare ad un parto fiducioso e meraviglioso? L’esperienza che lei e il papà della piccola hanno vissuto è stata più che mai emotivamente impegnativa e vorrebbero poter cambiare qualcosa, ripartire da zero.

“. . . Io non ho potuto abbracciare mia figlia subito dopo il parto perché era troppo piccola purtroppo é stata messa subito in incubatrice ma da subito non mi sono arresa”

Greta non si è arresa per davvero perchè nonostante i postumi dell’operazione, la stanchezza e la preoccupazione, è prevalso in lei l’amore per quella bimba che aveva appena dato alla luce e che aveva tanto bisogno della sua mamma vicino.

“… La mattina seguente mi sono alzata e sono andata subito da lei. . . Non ti dico cosa ho provato vedendolo dentro a quella culla. . . Però sono corsa a togliermi quel poco di colostro che avevo e gliel ho portato. Ho chiesto di porterlo dare io, e anche se con il biberon é stata un emozione unica. Da quel giorno ogni volta che me aveva bisogno, io mi toglievo il latte ed era sempre più. . . Di notte, al mattino presto. . . Il tiralatte in funzione x la mia piccola che essendo veramente piccola, mi dicevano di non attaccarla x non affaticarla. Dopo due settimane di tiralatte e biberon. . . Ho capito che era arrivato il momento che si attaccasse a me. . E così é in stato fino a 9 mesi…

“…Per me é stava un enorme soddisfazione. . . Anche alla faccia di chi non credeva che una bimba così piccola e abituata al biberon si sarebbe attaccata al seno. Questo x dire a a volte siamo anche noi mamme ad arrenderci e a non credere nelle nostre capacità e in quelle dei nostri cuccioli.  Io  sono soddisfatta delle scelte che ho fatto e che farò. . . Poi probabilmente dirò. . .  ma che male partorire. . . !…”

Cos’altro aggiungere, ho voluto riportare appositamente le sua parole scritte con il cuore in mano, non me la sono sentita di cambiare davvero nulla. Parole di coraggio e di amore che saranno di aiuto a qualsiasi altra mamma che vorrà provare il VBAC (vaginal birth after cesarean) e che allattano in situazioni complicate e di tensione emotiva. Anzi sì, qualcosa da aggiungere c’è ed è molto importante: accanto a questa mamma c’è stato attimo per attimo un bravo papà che l’ha incoraggiata sostenuta e anche ancora oggi la accompagna per mano verso quella che sarà una meravigliosa nascita!

Un grande grazie va alla mamma Greta e alla sua famiglia per averci regalato questa bella testimonianza!

Sempre, comunque e ovunque

http://www.ilgiornale.it/news/germania-cacciata-bar-perch-allattava-figlio-sei-daccordo.html

Così dice questo articolo di qualche tempo fa: l’allattamento al seno è a rischio estinzione?

Su due piedi la domanda suona come una beffa per tutte quelle mamme che impegnano tante energie ed amore per nutrire i loro bambini di linfa vitale. Alcune volte l’allattamento al seno può non prendere il volo ma nel caso opposto invece si assiste a periodi anche molto prolungati di contatto materno-bambino. Come madre che allatta e che ha superato diversi ostacoli (ingorghi, mastiti, ragadi sanguinanti…) per farlo mi sento investita del dover divulgare quanto sia importante poter nutrire con amore e passione. Mi trovo spiazzata nel leggere l’articolo che ho riportato perchè ho ben chiaro in mente  la scena: occhi puntati addosso, sguardi pungenti, interrogativi, quasi cattivi…e tu..con un frugoletto appena nato tra le braccia ti senti in fallo, nel posto sbagliato al momento sbagliato, quasi sporca per aver commesso un atto per te normale. Ma per te. Così presa dal panico, ti alzi, stacchi il bambino velocemente dal tuo seno proprio quando la suzione era avvita, lui piange per l’inaspettato comportamento, tu cerchi di prendere le tue cose e barcamenandoti tra giacche, sciarpe, portafoglio e zaino esci ad orecchie e coda basse; o peggio ancora viene allontanata “gentilmente”.

Beh, posso testimoniare, che molte volte mi sono sentita molto a disagio perchè intorno a me gli sguardi bollenti penetravano la mia coscienza di mamma, il mio essere. Ho maturato però una consapevolezza, quella che mi hanno regalato i miei figli e la mia famiglia. Non compio nessun atto impuro se nutro mio figlio che vive di me.

Sarebbe bello raccogliere sempre più testimonianze di mamme che hanno raggiunto questa consapevolezza interiore e proseguono nel loro cammino imperterrite lasciandosi alle spalle commenti a sproposito.

Per non smentirmi mai riporto qui sotto una foto scattata sabato: gita ad Amsterdam sui canali cittadini. Latte di mamma.

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Nurse – in

Io lo dico a gran voce: La malizia sta negli occhi di chi guarda

Una protesta da parte di madri che allattano è partita in America perchè il famosissimo e utilizzatissimo social-network Facebook non vede di buon occhio i profili che portano foto di madri che allattano.

La richiesta di cambiare qualcosa è partita da una mamma canadese Anna Kwasnica che ha avuto la chiusura coatta del profilo per ben quattro volte a causa di foto che la ritraevano mentre allatta il suo bambino.

Sono venuta a conoscenza dei fatti solo ora ma guarda caso il caso (giro di parole) proprio durante la SAM 2012! Quale sdegno! Beh, le mamme allattatrici (mi piace) stanno rispondendo alle critiche con delle sedute vere e proprie di allattamento nei pressi delle sedi di lavoro del colosso Facebook. Nelle lista compaiono Milano ma anche Brussel. Ottobre è vicino e quindi la SAM italiana, io intanto mi avvio: avenue des Invalides…passo la palla in Italia.

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Per chi volesse manifestare il proprio dissenso  è stata creata una pagina apposita a questo link

https://www.facebook.com/note.php?note_id=324817760874621

Io ho dato!

Tutto normale…basta solo ascoltare…

Situazione tipica: mamma che intorno a sè ha solo chi le dice “eh no, piange perchè è affamato..” “il tuo latte non lo riempie abbastanza” ” forse hai un latte troppo povero…” e dulcis in fundo….”ma se passassi al latte artificiale”

Da dannnnn  Ecco in due righe come potete collaborare al fallimento dell’esperienza più gratificante nella vita di una mamma.

Può capitare che dopo qualche tempo dalla nascita il piccolo arrivo si dimostri irrequieto, piagnucolante e infastidito dagli stimoli esterni. Sembra voler chiedere solo di rimanere attaccato al seno e di ciucciare. La mamma preoccupata si chiede cosa possa succhiare dato che le poppate giornaliere sono aumentate e dismisura…! Si chiamano propriamente “scatti di crescita” ma io li chiamerei “scatti di languorino” (se poi tuo figlio si chiama Ambrogio siamo a posto….) Tornando a noi: nei periodi cui il bambino si dimostra irrequieto ci vuole far capire che è aumentato il suo bisogno di latte e di contatto materno…è cresciuto ed è ancora in crescita.

Statisticamente questi cambiamenti si verificano il quinto giorno dopo il parto, la quinta settimana di vita e durante il terzo mese dalla nascita…ma questo lo dicono i libri…non le mamme! Noi ne abbiamo da poco passato uno a 7 mesi e mezzo.

Il seno e la produzione di latte sono autoregolanti e il bambino è l’unico aiutante che abbiamo per far si che tutto si adegui alle sue esigenze. Attaccare il piccolo al seno ogni volta che lo richiede è l’unica cosa da fare. Anche se il seno sembra vuoto e la sfiducia la fa da padrone non ci si deve perdere d’animo. Attacchiamo la piccola pompetta!

NO ALLE AGGIUNTE!!!!

Attaccando al seno frequentemente il bambino ci aiuterà a regolare la produzione di latte, lui sarà successivamente gratificato e le acque si calmeranno. Sono periodi che vanno e vengono ma l’importante è PERSEVERARE SEMPRE.  Alcune persone ricorrono alle aggiunte di latte artificiale già dopo le primissime settimane di vita ma così facendo, a mio avviso, si rischia remare in controcorrente con effetti finali indesiderati: temine precoce dell’allattamento al seno.

Insomma ancora una volta bisogna avere la pazienza di sapere ascoltare, capire le esigenze un piccolo può comunicarci solo attraverso il pianto e il disappunto. Avere orecchie occhi e cuore in ascolto ci aiuterà a percorrere la strada che abbiamo scelto per il nostro piccolo con più facilità. Ancora una volta PERSEVERARE!

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Cavolo!!!!

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Poco dopo il parto, solitamente tre-quattro giorni dopo, il colostro della mamma diventa fantastico, buonissimo, preziosissimo, nutriente e dolcissimo latte….! Evviva evviva, il bimbo felicissimo succhia a più non posso in un’estasi senza fine, ma non essendo abituato a tanto cibo che gli riempie il pancino….molto spesso si abbiocca pesantemente durante la poppata. Può infatti capitare che non tutto il seno venga svuotato completamente dal latte di poppata che rimanendo nei dotti per qualche tempo (almeno fino alla poppata successiva) può fare infezione. Il latte infatti, ricco di proteine e zuccheri è il nido migliore per gli scatenati batteri. Se pensate di avere un piccolo ingorgo mammario un rimedio NATURALE, TESTATO (da me) e SICURO, è quello di mettere delle foglie di cavolo fredde, ma non congelate, dentro al reggiseno e lasciare agire per almeno una ventina di minuti.

Lo consiglio davvero, grazie alle sue doti disinfiammanti può regalare emozioni! Ovviamente è da provare agli albori di un ingorgo ed è necessario continuare ad attaccare il bambino golosone frequentementissimamente!

Allattare e tisane

Può capitare che cause esterne, troppo stress, alimentazione, clima, sbalzi di umore improvvisi, traumi emotivi, influenzino il buon andamento dell’allattamento.

Tre anni fa il caldo in luglio era incredibile e nonostante non avessi il benchè minimo problema con il latte ho deciso di prevenire seguendo alla lettere il consiglio di bere molto, anche tisane!  Avevo letto degli effetti benefici che ha questa pianta sulla produzione del latte e ho deciso di tentare.

Oltre a favorire la montata lattea subito dopo il parto, aiuta anche a mantenere stabile la produzione di  latte per tutto il periodo in cui si decide di allattare.

La galega officinalis è un potente galattogeno. I suoi principi attivi sono flavonoidi che stimolano la produzione di latte nelle puerpere, fino anche al 50% in più.

Solitamente l’erborista consiglia di aggiungere alla tisana altre erbe come il finocchio, che rende il latte più buono e digeribile e la menta che dona un gusto più aromatizzato alla tisana e grazie alle sue proprietà rimineralizzanti serve alla mamma.

L’effetto delle mie tisane è stato senza ombra di dubbio molto positivo perchè anche nel periodo in cui le esigenze di Arianna erano cambiate sono riuscita ad assecondarla benissimo. Infatti i bambini, solitamente intorno al terzo-quarto mese, iniziano a richiedere il seno molte più volte al giorno perchè cambiano le loro necessità nutritive: richiedono più pappa! Attaccandosi più spesso durante il giorno/notte stimolano le ghiandole mammarie ad una maggiore produzione di latte. Per adeguarsi definitivamente alle nuove esigenze però il fisico materno ha bisogno di qualche giorno. Non c’è niente da temere, l’importante è attaccare spesso il bambino che grazie alla suzione ci aiuta a produrre più latte e perchè no, se è il caso farci aiutare da una buona e dissetante tisana!

Le indicazioni generali sono queste: far bollire 1 litro di acqua e mettere in infuso 4 cucchiai di tisana naturale. Solitamente gli ingredienti sono: galega e a scelta menta, finocchio e camomilla. Tutte queste erbe donano all’infuso odore e aroma per cui si può variare e scegliere secondo il gusto personale.

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Il consiglio è quello di consumare tutto il litro di tisana nell’arco della giornata. Si potrà bere sia calda che fredda a seconda della stagione (in estate una tisana calda non è proprio il massimo…) e delle preferenze!

La consiglio a tutte! Buona galega e buon LUNGHISSIMO allattamento a tutte!

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Gravidanza felice

Il periodo più incasinato e pensieroso per una donna credo sia proprio quello della gravidanza soprattutto per una primipara ma ragioniamoci sù…ora mi trovo con due bimbi tra le braccia e la differenza di approccio nelle attese è stata evidente!

Prima gravidanza:sempre attaccata ad internet in ricerca di articoli per documentarmi sul decorso della gravidanza. Analisi dettagliata della pancia di giorno in giorno e di settimana in settimana, fotografie per avere una sequenza “dell’ingigantimento” del mio girovita, attenzione a cibo-movimenti rumori viaggi ecc ecc

Seconda gravidanza: pancia VS bambina di 9 mesi che gattona per la casa…ho detto tutto.

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Solo dopo aver vissuto 9 mesi aspettando Tommaso in compagnia di Arianna mi sono resa conto di quanto sia davvero possibile fare di TUTTO in gravidanza.

Nonostante le mie apprensioni (che forse poi così grandi non erano….) sono andata fino in Brasile con mio marito e il pancione anche durante l’attesa di Arianna e non è andata affatto male…abbiamo volato, abbiamo cambiato clima (a Francoforte siam partiti con la neve) e siamo tornati colorati sereni e contenti.

Credo che ogni mamma debba fare ciò che si sente senza lasciarsi troppo “abbindolare” dai consigli a volte eccessivi di chi soffre di ECCESSO PROTETTIVO. Mangia, non andare, stai ferma, non sollevare, non stare in piedi troppo, stenditi, alza i piedi…ecc ecc.

Il meglio per vivere serene e felici è arrivare fin dove il nostro corpo in continuo cambiamento ci dice di poter arrivare. A tutto c’è un limite e in gravidanza il piccolino nel pancione a definirlo!

PS: visto che normalmente si corre fin troppo a volte è bello anche farsi coccolare…portami questo-quello-grattami-ho le voglie….mariti preparatevi!mamma all’attacco!

I (don’t) love shopping for the baby

Quando si scopre di essere in attesa di un bambino ci si chiede subito cosa servirà e cosa dovremo comprare.

Facciamo parte di una società consumistica nella quale le corse agli acquisti non hanno mai tregua e il mercato dei prodotti per l’infanzia non hanno mai crisi.

Molto spesso le pubblicità agiscono sull’inesperienza e apprensione dei neogenitori che tutto vorrebbero tranne far mancare qualcosa al piccolo erede in arrivo. Per questo motivo dopo il primo test positivo si corre subito alla ricerca di vestitini, giochini, biberon, ciucci e cose varie senza aver ben chiaro cosa sarà davvero utile.

Proprio in questi giorni mi sono ritrovata a sistemare molti vestiti di Arianna, che seppur comprati in modo oculato, anche in sconto perchè no, sono davvero un mucchio.

Mio figlio purtroppo è nato in una stagione opposta a quella di sua sorella per cui non ho potuto riutilizzare le tutine nascita una seconda volta, ma di tanto in tanto qualche bel completino con gufetti sognanti e ippopotami rosa glieli metto!

Passino i vestitini, che ripeto, conviene sempre acquistare in sconto, ma per quando riguarda gli accessori mi sento proprio di consigliare un pochino di calma; si rischia di riempirsi la casa di oggetti dei quali sul momento non si riesce a mettere in evidenza la loro totale inutilità.

Pensare dunque al corredo e al lettino è utile e piacevole per le future mamme e papà ma per quanto riguarda accessori vari per intrattenere il pargolo, per nutrirlo e contenerlo…beh quello è già tutto in dotazione!Le mamme possiedono già il modo migliore per intrattenere, nutrire e coccolare la loro creatura e i papà con un pò di volontà otterranno ottimi risultati.

Guarda caso…

Guarda caso sono sempre le donne che ci rimettono….guarda caso…

niente premio produttività per le donne che si assentano dal lavoro per maternità obbligatoria, allattamento o malattia del figlio…saggia decisione!

ecco qui l’articolo completo:

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/03/27/news/niente_premio_a_chi_allatta_la_sorpresa_del_contratto_fiat-32277597/index.html?ref=search

iMamma cosa?!?

Eh no eh…eh no! Proprio no! Mi dissocio!
Quando ho letto questo articolo è affiorato in me un leggero, leggerissimo…(ovviamente si fa per dire…) spirito critico.Riporto qui una parte delle frasi colpevoli

Il feto minuto per minuto
Le app per gestire la gravidanza

Ogni momento dell’attesa può essere monitorato in tempo reale grazie all’iPhone. Si tratta di software che possono essere scaricati in modo gratuito. Contengono dati importanti come la lista degli esami, le immagini ecografiche  e il registro contrazioni. E creano un dialogo continuo fra la futura mamma e il ginecologo

Ma è mai possibile che al giorno d’oggi la tecnologia debba essere utilizzata anche per le azioni più naturali? Come può essere possibile che questa venga utilizzata per la gravidanza? Da che mondo è mondo le mamme che si  apprestano ad avere un bambino trovano rifugio  durante i lunghi nove mesi di attesa nell’immaginazione e nell’idealizzazione di un bambino che presto potranno avere tra le braccia. Si aspetta con ansia il giorno dell’ecografia (che le nostre mamme non facevano…eppure siamo nati lo stesso) per vedere i tratti somatici del piccolino dentro la pancia delinearsi tra le righe bianche e grigie e si aspetta ogni singolo movimento per dire l’ennesima volta….Ahhhhh tutto procede bene, si muove!
Far lavorare la mente, pensare al piccolo che cresce dentro il pancione ed immaginarlo, pensare al colore dei suoi occhi e a che voce avrà sono le cose più semplici ma più belle per una mamma! Sognare ed immaginare è stupendo e non costa nulla! Perchè doverci mettere di mezzo un telefono con applicazioni ad hoc annesse? Bah proprio non capisco.
A dire il vero la cosa mi sembra anche molto comica: mi vedo con il pancione da nono mese verso la data presunta del parto che con passo vacillante mi dirigo verso il comodino per prendere lo strumento che mi accompagnerà durante il travaglio….il cellulare. No ma io dico, sicuramente durante le contrazioni qualsiasi donna avrà la voglia di annotarle sul telefonino…e poi per avere che risposta? “vai in ospedale devi partorire”. Roba da pazzi.
Ma il marito che ti sta vicino tenendoti la mano e aiutandoti con la respirazione ad ogni contrazione non conta di più? Non sarebbe meglio dimenticare l’orologio e cercare di leggere i segnali che ci invia il nostro corpo? Non sarebbe meglio dedicare un pò di tempo ad accarezzare il pancione e parlare con il bambino in grambo invece di trovare sempre un intermediario per comunicare?
Sarebbe molto utile alla mamma dedicare del tempo ai preparativi come per esempio crearsi una cartellina fai da te dove annotare le trasformazioni del pancione o le cose da comprare per completare la borsa da ospedale.
Non spegniamo la voglia di fare, di parlare al piccolino che cresce senza sentirsi ridicole… lui ci sente fin da subito, capta i nostri stati d’animo, emozione e adora la voce e il canto della sua mamma…la mamma vera….non una               ” iMamma ” !

Ecco il link con l’articolo completo:

http://www.repubblica.it/tecnologia/apps/2012/05/14/news/app_i-mamma-34917074/

Dimenticavo….ultima critica….poi anche per oggi sarò sazia…”simulatore di gravidanza per i papà”  ho letto bene?!?
Cari papà, consiglio spassionato:
toglietevi le scarpe perchè possiate sentire il contatto con la terra, sedetevi con la schiena appoggiate al muro, chiedete alla vostra compagna di sedersi a sua volta e di appoggiare la sua schiena al vostro petto. Allungate le mani e accarezzatele il pancione, potrete sentire ogni singolo movimento e se siete pazienti il piccolino risponderà anche ai vostri stimoli…altro che simulatore di gravidanzaaaa!

Passo e chiudo!

La co-nanna

L’argomento della nanna di un neonato è delicato e controverso.
Tutti sembrano essere pieni di consigli ma ricordiamo che ogni bimbo è diverso dall’altro e che ha esigenze particolari e tutte sue nell’arco del primo anno di vita soprattutto.
Molto spesso le mamme si sentono dire : no ma se ti comporti in questo modo non farai il bene di tuo figlio, lo devi lasciare, devi staccarti da lui perchè è solo una tua necessità quella di tenertelo sempre addosso….lui ne farebbe anche a meno!
Beh se devo esprimere un parere posso sicuramente dire che ci sono bambini con indole e carattere diverso gli uni dagli altri, anche tra fratelli!
La mia bimba “grande” fin da pochi giorni dopo la nascita ha dimostrato di essere molto indipendente; la sua routine era:coccole, poppata, coccole e dormire tanto tanto e da sola! Dopo il ritorno dall’ospedale lei ha dormito nella sua cameretta e mamma e papà nella loro. La notte mi alzavo varie volte per allattarla ma lei quando si sentiva piena e soddisfatta si riaddormentava facilmente e non posso di certo dire di essere stata una di quelle mamme maratonete che tutta la notte la passano in piedi canticchiando per riaddormentare la creatura! Tutt’ora Arianna si corica senza esitare dopo la storia della buonanotte e dopo un pò di formichina (un leggero solletichino che le faccio accarezzandola con la punta delle mie dita).
Tommaso invece, il mio ometto di casa, già dopo poche ore dal parto mi ha fatto capire chiaro e tondo che lui sarebbe stato mooooolto diverso da sua sorella, tanto per avvalorare la tesi che ogni bimbo è a sè.
Da subito abbiamo pensato di tenerlo con noi perchè nella cameretta accanto la sorella non avrebbe accettato di buon grado i numerosi risvegli per le poppate notturne e poi giorno dopo giorno abbiamo perseverato.
Tommaso mangia spesso la notte a differenza della sorella e per me è molto più comodo averlo accanto. Ho anche notato che a differenza delle notti in cui mi rifugiavo in sala o in cucina con la culla per riaddormentarlo, lui si ricorica molto più volentieri. Insomma quando ho letto in rete questo articolo di giornale ho subito pensato di postarlo perchè Tommaso è un bimbo sereno e felice e sicuramente non ha subito conseguenze dal fatto che dorme con mamma e papà!http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2011/07/25/news/nessun_danno_se_il_bimbo_dorme_nel_lettone_dalla_scienza_via_libera_al_co-sleeping-19597348/?ref=HREC2-11